Slittano le concessioni balneari
Slittano le concessioni balneari
Proroga al 30/9/2027. Indennizzi con perizie asseverate. Nuovi canoni entro il 31/3/2025. La riforma nel decreto legge salva-infrazioni approvato dal consiglio dei ministri

di di Francesco Cerisano 05/09/2024 02:00

Concessioni balneari prorogate fino al 30 settembre 2027. Poi saranno messe a gara, ma “in presenza di ragioni oggettive che impediscano la conclusione della procedura selettiva” (per esempio la pendenza di un contenzioso o difficoltà legate alla gara) l’apertura al mercato potrà essere ulteriormente differita “con atto motivato per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 marzo 2028”.

Nel frattempo, entro il 31 marzo 2025, il ministero delle infrastrutture e trasporti, di concerto con il ministero dell’economia e delle finanze, dovrà definire i criteri per gli indennizzi che i concessionari subentranti dovranno corrispondere ai concessionari uscenti. Con lo stesso decreto verranno aggiornati i canoni di concessione.

Gli indennizzi dovranno avere lo stesso valore degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione e dovranno essere pari a quanto necessario per garantire al concessionario uscente un’equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni.

Entrambi questi valori (gli investimenti effettuati e non ammortizzati e quanto necessario a garantire un’equa remunerazione) saranno determinati con perizia rilasciata in forma asseverata da un professionista scelto dall’ente concedente (il comune) tra cinque nominativi indicati dal Presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Cndcec). 

Sono le principali novità della riforma delle concessioni balneari, parte integrante di un più vasto dl salva-infrazioni 2024, approvato ieri dal consiglio dei ministri, che consentirà di chiudere 16 casi di infrazione e un caso EU Pilot.

Con la conseguenza che, precisa una nota di palazzo Chigi, in almeno 6 casi, le norme introdotte sono in grado di condurre all’immediata archiviazione, nel rispetto dei tempi tecnici della Commissione europea, mentre negli altri 11 casi, le norme adottate dal governo “costituiscono una premessa essenziale per giungere in tempi rapidi all’archiviazione”.

Il problema e la bozza di riforma

E’ il caso delle concessioni balneari, materia scottante dopo le sentenze del Consiglio di stato e le bacchettate della Commissione europea e dell’Antitrust (che in più di un’occasione hanno dichiarato illegittime le proroghe richiamando l’Italia alla necessità di applicare senza indugio la direttiva Bolkestein).

Con il decreto legge, il governo rinvia nuovamente l’apertura del settore al mercato, offrendo agli attuali concessionari due anni e mezzo in più rispetto alla deadline che sarebbe dovuta scattare al 31 dicembre di quest’anno (con la possibilità di arrivare fino al 31 dicembre 2025 in presenza di atto motivato che indicasse le ragioni obiettive che impedivano la conclusione della procedura selettiva). Ora la nuova data da segnare sul calendario è il 30 giugno 2027.

Entro tale data i comuni dovranno bandire le procedure di gara. Chi vorrà potrà portarsi avanti avviando gli affidamenti almeno sei mesi prima della scadenza dei titoli concessori.Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti trasmetterà alle Camere, entro il 31 luglio 2027, una relazione concernente lo stato delle gare al 30 giugno 2027, evidenziando l'esito delle procedure concluse e, per quelle non concluse, le ragioni che ne hanno impedito la conclusione. Entro il 30 giugno 2028, il Mit trasmetterà alle Camere una relazione finale relativa alla conclusione delle procedure selettive sul territorio nazionale.

Cancellato il Tavolo tecnico

La riforma in quattro pagine che costituisce l’art.1 del dl salva-infrazioni 2024 cancella il Tavolo tecnico consultivo in materia di concessioni demaniali introdotto dal dl Milleproroghe 2023 e istituito presso la presidenza del Consiglio.

Al Tavolo era stato affidato il compito di acquisire i dati relativi a tutti i rapporti concessori in essere delle aree demaniali (marittime, lacuali e fluviali) e definire i criteri tecnici per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile, tenuto conto sia del dato complessivo nazionale che di quello disaggregato a livello regionale.

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