La commissione Lavoro della Camera ha dato via libera all'emendamento di maggioranza che cancella la proposta delle opposizioni sul salario minimo. La commissione, con il voto del solo centrodestra, ha infatti approvato un emendamento che sopprime il testo sul salario minimo, trasformandolo in una legge delega al governo, da esercitare entro sei mesi. Tra gli obiettivi "garantire l'attuazione del diritto di ogni lavoratore e lavoratrice a una retribuzione proporzionata e sufficiente, come sancito dall'articolo 36 della Costituzione".
Nella delega non si fa alcun riferimento al salario minimo. Al suo posto, si affida al governo il compito di varare decreti legislativi per intervenire sui salari bassi, ricorrendo al rafforzamento della contrattazione collettiva e senza escludere la possibilità di una contrattazione di secondo livello - "Il centrodestra vuole reintrodurre le gabbie salariali", è l'accusa del Pd. Il nuovo testo dovrebbe approdare in Aula giovedì, ma è possibile anche uno slittamento dei tempi.
Dopo la sospensione dell'esame per due mesi, varie raccolte di firme e rinvii in commissione, la maggioranza ha affossato la proposta di legge unitaria delle opposizioni (a eccezione di Italia Viva) sul salario minimo, quella che prevede una soglia minima di 9 euro l'ora per ogni contratto di lavoro. "Tutte le opposizioni hanno abbandonato i lavori. Hanno compresso i tempi parlamentari uccidendo così il salario minimo con una delega al governo. Non ci rendiamo complici di questo scempio della democrazia parlamentare", ha commentato il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera Arturo Scotto a proposito del voto in commissione Lavoro sul salario minimo.
A dar manforte alla battaglia era arrivata anche la segretaria democratica Elly Schlein. "Questo è a tutti gli effetti un antipasto del premierato", ha spiegato, "una leva per svuotare il Parlamento delle sue prerogative". Per Schlein "il governo fugge, non ha nemmeno il coraggio di bocciare il salario minimo alla luce del sole". Insomma, per Schlein "è un giorno davvero triste e buio per la democrazia".
Secondo il Movimento 5 stelle la maggioranza "calpesta il Parlamento" con una proposta che la capogruppo in commissione Valentina Barzotti definisce "un obbrobrio". Parla di "atto di pirateria" il capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra in commissione, Franco Mari.
"La maggioranza ha affossato la nostra proposta di legge sul salariominimo legale. Lo ha fatto senza aver avuto nemmeno il coraggio di votare contro, ma attraverso un emendamento approvato ieri sera a tarda ora che la trasforma in una legge delega al Governo. Un emendamento con cui vengono riesumate le “gabbie salariali”, cioè stipendi differenziati fra Nord e Sud", scrive su X il leader di M5s Giuseppe Conte. "Dopo la pantomima del Cnel, ecco la mirabolante ricetta di Giorgia Meloni: no ad una soglia minima che metta finalmente fine a contratti da 4 o 5 euro l’ora che ledono la dignità e sì a lavoratrici e lavoratori ancora più svantaggiati e poveri se vivono e lavorano nel Mezzogiorno. Di fronte a tale scenario, non intendiamo arrenderci. Abbiamo già presentato un emendamento alla legge di Bilancio per introdurre il salario minimo e lo stesso faremo quando questa proposta arriverà in Aula alla Camera. Lì tutto il Paese potrà così vedere di che pasta sono fatti questi finti “patrioti”, che si inchinano ai grandi gruppi bancari ma sono impietosi con lavoratrici e lavoratori alle prese con stipendi da fame".
Nel frattempo, Unione Popolare ha presentato in Senato circa 70mila firme a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare che prevede un salario minimo di 10 euro l'ora e adeguamento automatico all'inflazione. La partita, insomma, non è del tutto chiusa.