Pronti a collaborare in questo momento, ma pronti a tornare nelle proprie trincee appena superata l'emergenza Coronavirusu. L'intervento del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte al Senato, ha scatenato le ovvie reazioni dei leader dei partiti. Occhi puntati soprattutto sui due che in molti vedono uniti nella volontà di spodestare Conte appena possibile. E i due sono Matteo Renzi, leader di Italia viva, e il leader della Lega, Matteo Salvini. Renzi, dopo aver riconosciuto comunque a Conte il merito di essersi presentato al parlamento, propone "dopo l'estate la costituzione di una Commissione d'inchiesta per valutare le azioni adottate per far fronte all'emergenza sanitaria". "Si sono fatte commissioni d'inchiesta su tutto, penso si possa fare anche di fronte a 8000 morti. Ci sarà tempo dopo le vacanze estive", ha detto intervenendo in Aula al Senato dopo l'informativa del premier. Rivolgendosi al premier Renzi ha poi detto: "Presidente, lei ha fatto una citazione manzoniana, 'del senno di poi son piene le fosse'. C'è un'altra citazione manzoniana, sempre nel capitolo della peste, che 'il buon senso c'era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune'. Mi domando se non sia successo questo".
Matteo Salvini, invece, ha definitivamente confermato il suo gradimento per un futuro governo Draghi. "Mi si permetta di ringraziare il
presidente Draghi per le sue parole. E' caduto il mito 'non si può fare debito', oggi il presidente Draghi ce l'ha detto, si può fare debito ma non per assistenza, per rilanciare il reddito", ha detto Salvini nel suo intervento in aula al Senato. "Quindi - ha aggiunto - benvenuto presidente Draghi, ci serve l'aiuto di tutti e ci serve anche il suo aiuto. Quindi sono contento di questa sua intervista e di quello che potrà nascere da questa intervista".