P.a., un’indennità per i precari
P.a., un’indennità per i precari
Da 4 a 24 mensilità per l’abuso di contratti a termine. Nel dl Salva Infrazioni approvato mercoledì in consiglio dei ministri il governo ha trova una soluzione per chiudere la querelle con Bruxelles

di di Francesco Cerisano 06/09/2024 02:00

Un’indennità da un minimo di 4 a un massimo di 24 mensilità che non esclude la possibilità per il lavoratore di provare il maggior danno subìto. E’ questa la soluzione individuata dal governo per sanare la procedura di infrazione, avviata nel 2019 e proseguita da Bruxelles con un parere motivato nel mese di aprile dell’anno scorso, per l’abuso di contratti a tempo determinato nel settore pubblico.

Nel decreto legge Salva-Infrazioni approvato mercoledì 4 settembre dal consiglio dei ministri (il cui piatto forte è costituito dalla proroga al 30 settembre 2027 delle concessioni balneari) è stata infatti introdotta una norma ad hoc che modifica l’art.36, comma 5 del Testo unico del pubblico impiego (dlgs 165/2001) prevedendo, “nella specifica ipotesi di danno conseguente all’abuso per l’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato”, che il giudice stabilisca “ un’indennità nella misura compresa tra un minimo di quattro e un massimo di ventiquattro mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto”.

Nella commisurazione dell’indennità si terrà conto della “gravità della violazione anche in rapporto al numero dei contratti in successione intervenuti tra le parti e alla durata complessiva del rapporto».

Il dl Salva infrazioni modifica la parte finale del comma 5 che nel vecchio testo non diceva nulla sulla quantificazione dell’indennità, limitandosi a disciplinare l’obbligo per le amministrazioni di recuperare dai dirigenti responsabili le somme pagate a titolo di risarcimento del danno qualora la violazione fosse dovuta a dolo o colpa grave.

Resta confermato, invece, il principio, contenuto nella prima parte del comma 5, secondo cui la violazione di disposizioni imperative riguardanti l'assunzione o l'impiego di lavoratori, da parte delle pubbliche amministrazioni, non può comportare la costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato con le p.a.

Il lavoratore interessato ha però diritto al risarcimento del danno derivante dalla prestazione di lavoro avvenuta in violazione di disposizioni imperative.

La procedura di infrazione

Dopo l’avvio nel 2019, la procedura di infrazione ha segnato una seconda tappa nell’aprile 2023 quando Bruxelles ha inviato a Roma un parere motivato evidenziando coma la normativa italiana non sanzionasse “in misura sufficiente l'utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato per diverse categorie di lavoratori del settore pubblico ".

Tra le figure più esposte alle discriminazioni, secondo la Commissione, insegnanti e personale Ata della scuola pubblica, operatori sanitari, lavoratori del settore dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica e del settore operistico, personale degli istituti pubblici di ricerca, lavoratori forestali e volontari dei vigili del fuoco nazionali.

Per la Commissione europea "alcuni di questi lavoratori hanno anche condizioni di lavoro meno favorevoli rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato, situazione che costituisce una discriminazione e contravviene al diritto dell'Unione".

Sebbene l'Italia avesse fornito spiegazioni sulle proprie norme nazionali già nel 2020, l’esecutivo di Bruxelles le ha ritenute non soddisfacenti.

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