Ocse, il Pil italiano è in frenata: +0,7% nel 2024
Ocse, il Pil italiano è in frenata: +0,7% nel 2024
L'inflazione scenderà dal 4,6% del 2023, al 3,1% del 2024, al 2,5% del 2025. Sul fronte lavoro aumenta il dato sulla perdita di occupazione nel prossimo biennio

29/11/2023 14:44

L'economia rallenta, anche per l'Italia. Lo certifica l'Ocse, che, nelle Prospettive economiche presentate oggi a Parigi, stima, per l'Italia una crescita del Pil dello 0,7% sia nel 2023 sia nel 2024, prima di una lieve ripresa dell'1,2% nel 2025. La crescita del Pil mondiale dovrebbe rallentare dal 2,9% del 2023 al 2,7% del 2024 prima di risalire al 3% nel 2025. Nella zona euro, il Pil crescerà dallo 0,6% del 2023, allo 0,9% del 2024, all'1,5% del 2025.

Sempre secondo l'Ocse, l'inflazione dell'Italia scenderà dal 4,6% del 2023, al 3,1% del 2024, al 2,5% del 2025. 

Preoccupa la crescita della disoccupazione

Sul fronte lavoro preoccupa la perdita dei posti occupazionali. In Italia la disoccupazione, secondo l’outlook, crescerà dal 7,6% del 2023 al 7,8% del 2024, per poi contrarsi al 7,6% nel 2025.

Il rapporto debito pubblico/Pil resta elevato

Il disavanzo pubblico dell'Italia «si ridurrà, ma rimarrà al di sopra del 3% fino nel biennio 2024-25». Secondo l'organismo internazionale con sede a Parigi, il rapporto debito pubblico/Pil del nostro Paese «è elevato, mentre la spesa è sottoposta a forti pressioni dal fabbisogno di investimenti e dai costi legati all'invecchiamento della popolazione, che aumenteranno di circa il 2 punti e mezzo percentuali del Pil nel periodo 2023-2040».

«Per riportare il rapporto debito/Pil su un percorso più prudente, sostenere i costi futuri e conformarsi alle norme di bilancio proposte dall'Ue - avverte l'Ocse - sarà necessario un aggiustamento di bilancio duraturo. Occorrerebbe inoltre agire in maniera risoluta per contrastare l'evasione fiscale e limitare l'aumento della spesa pensionistica, nonché operare ambiziose revisioni della spesa».

Inoltre, per l'Ocse, la «piena attuazione dei piani di investimenti pubblici e delle riforme strutturali contenuti nel Pnrr potrebbe far aumentare stabilmente il Pil dell'Italia, il che comporterebbe il vantaggio aggiuntivo di esercitare ulteriori pressioni al ribasso sul rapporto debito/Pil». Secondo l'organismo parigino sono «stati compiuti notevoli progressi in merito alle riforme strutturali, ma la spesa dei fondi del Next Generation EU è in ritardo rispetto alle tempistiche originariamente stabilite, il che comporta principalmente ritardi nell'attuazione dei progetti di investimenti pubblici. In via prioritaria, sarebbe necessario riassegnare rapidamente i processi di attuazione alle amministrazioni pubbliche dotate delle massime capacità, concentrarsi su progetti infrastrutturali che favoriscono la crescita e abbandonare i progetti impraticabili».

 

L'Ocse all'Italia: avanti con le riforme, da concorrenza a giustizia

"Per quanto riguarda l'Italia, la sua situazione è simile a quella di altri Paesi europei, con un restringimento della politica monetaria, prevediamo che i dati sulla crescita ritroveranno i loro migliori livelli nel 2025. Per l'Italia bisognerebbe porre l'accento sulla politica dell'offerta, accrescere la concorrenza nel settore dei servizi, in particolare i servizi alle imprese, riformare la giustizia civile": lo ha detto la capoeconomista dell'Ocse, Clare Lombardelli,  nel corso della conferenza stampa di presentazione dell'Oecd Economic Outlook a Parigi. "Queste riforme - ha aggiunto Lombardelli - sono in corso e consentiranno di ridinamizzare l'attività economica". Altre misure: "offrire maggiori opportunità di assistenza all'infanzia per favorire l'occupazione femminile", ha concluso.