"Siamo a un passo dalla soluzione del problema che riguarda la pensione dei medici, si farà attraverso un maxi emendamento del governo alla manovra", ha annunciato il vicepremier Antonio Tajani, ma la svolta però non è imminente e di sicuro non arriverà prima di martedì 20 novembre, quando la Commissione europea si esprimerà sulla legge di Bilancio italiana.
Cancellare la norma non è mai stata un’ipotesi sul tavolo: coinvolge 732 mila pensionandi fino al 2043, di cui 31.500 nel 2024. Ecco, dunque, che la soluzione più che lo slittamento di uno o due anni, auspicato dalla Lega, o l'esclusione dei soli camici bianchi dal taglio, caldeggiato sia da Forza Italia che da Fratelli d’Italia, sarà quella pensata dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Fuori dalla penalizzazione solo quei lavoratori pubblici - sanitari, dipendenti degli enti locali, insegnanti di materne ed elementari, ufficiali giudiziari - che nel 2024 vanno in pensione di vecchiaia, a 67anni. Chi invece ha i requisiti per l'uscita anticipata - 42 anni e 10 mesi di contributi, un anno in meno per le donne vedrà ricalcolata la pensione per gli anni lavorati tra 1981 e 1995 i cui coefficienti di rendimento, molto alti e fissati da una legge del 1965, sono stati drasticamente abbassati dal governo Meloni.
I sindacati: perdite importanti
Per i sindacati si tratta di perdite importanti, fino a un quarto in meno dell’assegno. I medici hanno proclamato lo sciopero per il 5 dicembre. Entro quella data potrebbe vedere la luce la modifica dell'esecutivo, che certo non placherà tutti gli animi, già provati da tagli di organico e liste d'attesa abnormi. La filosofia che Giorgetti si appresta ad applicare ora - spiegata ai ministri della Salute e del Lavoro, Orazio Schillaci e Marina Calderone, nel vertice di venerdì scorso - è quella già usata in manovra con tutte le forme anticipate di pensionamento: chi esce prima paga. Quota 103 avrà il ricalcolo contributivo, per la prima volta nella storia delle Quote. Come Opzione donna.