Tecnici del ministero dell'economia al lavoro per la stesura del Piano strutturale di Bilancio (PSB) richiesto dall'Ue entro il prossimo 20 Settembre. A confermarlo, con una nota, è stato proprio il Mef. Il piano strutturale, che dovrà indicare tutti gli impegni finanziari che il governo si assume di realizzare avrà valore per il quinquennio e vincolerà il Paese per quel periodo. Il documento arriverà in Consiglio dei ministri, per l’approvazione, “entro metà settembre”. Il Mef assicura che il dicastero e il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti “sono al lavoro sul piano strutturale per consegnare il documento a Bruxelles e in Parlamento nel rispetto dei tempi. Le indiscrezioni sui contenuti pubblicate in questi giorni – si evidenzia nella nota – sono fantasiose e premature.”
Dopo l'apertura, a giugno, della procedura di infrazione per deficit eccessivo da parte della Commisione europea, l’Italia ha margini di manovra abbastanza stretti per fare interventi di finanza pubblica. Con il patto di stabilità, rivisto e ora di nuovo in vigore, la vigilanza dell'Ue è ancora più serrata. Entro novembre, Roma e gli altri paesi nei cui confronti è stata aperta la procedura ( Francia, Belgio, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia) dovranno presentare una proposta sul piani di rientro di spesa a 4 o 7 anni. E' quasi certo che il governo chiederà che il piano di rientro abbia una durata di 7 anni invece che i 4 previsti dal nuovo Patto europeo. Nell'ambito del pacchetto autunnale del semestre europeo la Commissione proporrà al Consiglio raccomandazioni volte a porre fine alla situazione di disavanzo eccessivo.
Si stima che l'aggiustamento dei conti nei 7 anni per l’Italia dello 0,6%, sia corrispondente a circa 12 miliardi. Un'ipotesi verosimile, secondo quanto si apprende a Bruxelles, pur senza aggiornamenti sugli ultimissimi conteggi della commissione. A politiche invariate, comunque, nel Def l’Italia prevede che già dopo il 7,4% del 2023 il deficit scenda al 4,3% del pil nel 2024, al 3,7% nel 2025 e al 3% nel 2026.
Per ottenere questa “estensione” il Piano strutturale di Bilancio che sarà sottoposto al Parlamento, dovrà prendere impegni vincolanti su una serie di riforme, partendo da quelle raccomandate dalla Commissione europea. Tra queste, per esempio, c’è la «riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e in linea con gli obiettivi di sostenibilità di bilancio, anche riducendo le spese fiscali e aggiornando i valori catastali, garantendo nel contempo l'equità e la progressività e sostenendo la transizione verde». Il taglio del cuneo e la revisione delle tax expenditures, sono i soli due capitoli dati per certi nella prossima manovra. L’altro punto sottolineato dall’Ue nelle sue raccomandazioni, è andare avanti nell’attuazione del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, eliminando gli ostacoli che ancora rallentano l’attuazione degli investimenti. Poi ci sono, come sempre, i richiami alla concorrenza nel commercio, per i taxi e per le concessioni balneari.
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