Le pagelle fiscali provano a resistere al Coronavirus
Le pagelle fiscali provano a resistere al Coronavirus
Per evitare il tracollo dello strumento, l’amministrazione finanziaria proverà ad introdurre appositi correttivi anti-Covid agli Isa (Indici sintetici di affidabilità fiscale), in grado di “normalizzare” per quanto possibile, gli effetti dell’emergenza sanitaria

di di Andrea Bongi 16/09/2020 07:56

Le pagelle fiscali provano a resistere al Coronavirus. Per evitare il tracollo dello strumento, l'amministrazione finanziaria proverà ad introdurre appositi correttivi anti-Covid agli Isa (Indici sintetici di affidabilità fiscale), in grado di «normalizzare» per quanto possibile, gli effetti dell'emergenza sanitaria sulle attività professionali e d'impresa. Tali modifiche dovrebbero consentire ai contribuenti interessati di poter comunque predisporre gli indicatori sintetici di affidabilità fiscale applicabili al periodo d'imposta 2020.

L'operazione correttivi anti-Covid è stata annunciata, nelle sue linee programmatiche, nel corso della riunione della commissione degli esperti organizzata dalla Sose e tenutasi in videoconferenza lo scorso 11 settembre.

L'introduzione di specifici correttivi agli «eredi» degli studi di settore, in grado di recepire gli effetti del lockdown e delle restrizioni imposte dall'emergenza sanitaria è in linea con quanto espressamente disposto nell'articolo 148 del decreto rilancio (34/2020).

L'operazione che l'amministrazione finanziaria dovrà porre in essere, nel rispetto anche delle suddette previsioni normative, deve evitare l'introduzione di nuovi oneri dichiarativi sui contribuenti individuando, al tempo stesso, ulteriori dati e informazioni necessari per una migliore valutazione delle situazioni di crisi.

Ciò che l'amministrazione finanziaria intende evitare è il massiccio ricorso dei contribuenti alla causa di esclusione dagli indicatori sintetici di affidabilità fiscale per l'anno 2020, espressamente prevista con la lettera d) del sesto comma dell'articolo 9-bis del dl 50/2017, dedicata ai contribuenti che non si trovano in condizioni di normale svolgimento dell'attività economica.

Per evitare il ricorso a tale causa di esclusione, sarà necessario introdurre specifiche metodologie, variabili da settore a settore, sulla base delle quali gli effetti dell'emergenza Covid siano stimate dal software di calcolo degli indicatori sintetici di affidabilità fiscale applicabili al periodo d'imposta 2020.

La sfida appare tutt'altro che semplice.

I blocchi delle attività e le limitazioni imposte dall'emergenza sanitaria, seppur astrattamente attribuibili all'intera economia del paese, hanno avuto ed hanno tutt'ora, risvolti e ripercussioni diverse a seconda del comprato produttivo e del settore di riferimento. Paradossalmente, a dimostrazione della complessità della situazione in atto, ci sono intere filiere produttive che hanno avuto impennate degli ordini e del fatturato proprio nei periodi più delicati e difficili dell'emergenza.

Sarà difficile anche reperire dati attendibili sulla base dei quali poter costruire le suddette metodologie variabili di calcolo. Il maggior lasso temporale concesso per l'approvazione degli Isa applicabili al periodo d'imposta 2020 concesso dall'articolo 148 già citato (31 marzo per approvazione modelli anziché 31 dicembre e 30 aprile per eventuali modifiche ed integrazioni anziché il 28 febbraio) potrebbe non rivelarsi sufficiente per l'introduzione, attenta e ponderata dei suddetti corretti anti-Covid.

Di pari passo a tale attività di manutenzione straordinaria degli Isa l'amministrazione finanziaria ha già predisposto il piano delle revisioni congiunturali dei modelli da completare entro il 31 dicembre 2020. Saranno ben 87 i modelli che subiranno la revisione congiunturale e che verranno pertanto modificati, sia nella modulistica che nelle variabili di calcolo, con decorrenza proprio dal periodo d'imposta 2020.

I prossimi mesi saranno dunque decisivi per capire se i modelli Isa riusciranno a superare, indenni, l'emergenza economica indotta dalla pandemia da Covid-19. Se ciò non dovesse avvenire saremmo di fronte, a soli tre anni dalla loro introduzione, ad una prematura debacle del nuovo strumento di compliance fiscale.

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