Negli ultimi 20 anni, il numero di giovani laureati italiani che dalle Aree interne si sono trasferiti verso i Centri o verso l'estero, è costantemente aumentato, mentre molto meno numerosi sono stati i flussi sulla traiettoria opposta. Tra il 2002 e il 2022 si sono spostati complessivamente dalle Aree interne verso i Centri poco meno di330mila giovani laureati di 25-39 anni, mentre appena 45milaverso l'estero. Nello stesso periodo, sono rientrati verso le Aree interne 198mila giovani laureati dai Centri e 17miladall'estero. Ne consegue che la perdita di capitale umano delle Aree interne è pari a 132mila giovani risorse qualificate a favore dei Centri e di 28mila a favore dei Paesi esteri.
Il focus dell'Istat
Lo svantaggio per le Aree interne è pari a160mila giovani laureati. È quanto evidenzia il focus "La demografia delle aree interne: dinamiche recenti e prospettive future" realizzato dall'Istat. Inoltre, l'Istat mette in luce che, per quanto riguarda i Comuni Periferici e Ultraperiferici i processi di invecchiamento sono più rapidi e intensi. Al 1° gennaio 2024, secondo i dati provvisori, l'età media della popolazione delle Aree Interne risulta di sei mesi superiore rispetto a quella dei Centri (47,0contro 46,5 mentre per l'Italia nel complesso è 46,6). Rispetto al 2002, quando l'età media era pressoché uguale tra Aree interni e Centri, l'aumento è stato superiore proprio nelle Aree Interne: circa cinque anni, contro quattro anni e mezzo nei Centri (era41,4 nei primi e 41,5 nei secondi).
Le differenze nel livello di invecchiamento tra Aree Interne e Centri sono ancora più evidenti guardando all'indice di vecchiaia, cioè il rapporto tra la popolazione ultrasessantacinquenne e quella fino a 14 anni di età. L'indice, che per le Aree Interne e i Centri era, al 1gennaio 2002, pari rispettivamente a 133% e 131% è, al 1° gennaio2024, uguale a 214% e 196% (200% per l'Italia). Se quindi, oltre20 anni fa, le differenze tra le due Aree erano piuttosto lievi, oggi risultano più significative, per effetto non solo dell’aumento della componente più anziana della popolazione, che caratterizza le Aree interne quanto i Centri, ma per una più marcata diminuzione di quella giovanile nelle Aree Interne, causata sia dal calo delle nascite sia dall'emigrazione dei più giovani, particolarmente intensa in queste ultime.
Ancora una volta più fragili appaiono i Comuni Periferici e Ultraperiferici dove, al 1° gennaio 2024, ci sono, per 100 bambini al di sotto dei15 anni, rispettivamente ben 225 e 243 anziani. La popolazione over 65enne è aumentata, tra il 1 gennaio 2002 eil 1° gennaio 2024, di 5,6 punti percentuali nelle Aree Interne e di 5,7 punti percentuali nei Centri. Al 1° gennaio 2024 la percentuale di anziani rispetto al totale continua però a essere più alta nelle prime (25,2%) rispetto ai secondi (24,1%), per effetto di una diminuzione più forte del resto della popolazione, soprattutto quella giovanile, nelle Aree interne rispetto ai Centri. La popolazione fino a 14 anni è, infatti, diminuita di 3punti percentuali nelle Aree Interne e di 1,7 punti nei Centri, mentre quella in età attiva, dai 15 ai 64 anni, è scesa di 2,6 punti nelle prime e di 4,0 punti nei secondi. Al 1° gennaio 2024la popolazione in quest'ultima fascia di età costituisce il 63,0%della popolazione totale nelle Aree Interne e il 63,6% nei Centri, mentre quella più giovane (0-14) rappresenta, rispettivamente, l'11,8% e il 12,3%.
I Comuni Periferici e Ultraperiferici, dal loro canto, mostrano livelli di invecchiamento ancora più elevati. La popolazione oltre i 65 anni costituisce infatti il 25,9% e il 26,8% nei Comuni, rispettivamente, Periferici e Ultraperiferici, mentre la fascia di popolazione al di sotto dei 15 anni è pari all'11,5% e all'11%.