"Abbiamo avuto colloqui molto cordiali: c'è una grande disponibilità nei confronti dell'Italia e miei personali. In particolare con von der Leyen abbiamo parlato di quel che ci aspetta, della manovra economica, del tema immigrazione, di quali sono le nostre priorità e di quali sono le sue. Mi sembra molto importante la consonanza che abbiamo raggiunto". Il presidente del consiglio Giuseppe Conte oggi è a Bruxelles per incontrare i vertici delle istituzioni europee e per discutere le linee programmatiche del suo nuovo governo con la presidente della commissione europea Ursula Von der Leyen. "Vorrei stabilire con l'Europa un patto: c'è una stagione riformatrice che non si esaurisce in qualche mese per cui abbiamo bisogno di più tempo e in questo tempo vogliamo fare un patto per rendere l'Italia digitalizzata, orientare complemente il nostro sistema industriale verso le 'green economy''. Poi il premier ha aggiunto: 'Abbiamo bisogno di un po' di tempo per fare gli investimenti produttivi che ci consentano di orientare le crescita verso uno sviluppo sostenibile'. "Da questo punto di vista c'è un'assoluta consonanza, sono anche le sue priorità e sono convinto che riceveremo un grande sostegno". "Il nostro obiettivo è la riduzione del debito, non stiamo dicendo che non vogliamo i conti in ordine ma lo vogliamo fare attraverso una crescita ragionata e investimenti produttivi", ha detto Conte. "Consentiteci di realizzare questi investimenti e per un po' di tempo lasciateci realizzare questo progetto", ha detto Conte riassumendo il contenuto del suo confronto con i vertici delle istituzioni Ue. Centrale negli incontri, è stato il tema dei migranti e la revisione del trattato di Lisbona. "Dobbiamo fare molto di più sui rimpatri con l'aiuto dell'Europa. Come Italia non possiamo dirci soddisfatti del sistema dei rimpatri e anche su questo abbiamo la piena condivisione e la piena attenzione", ha detto il premier dopo l'incontro con i vertici Ue a Bruxelles. "D'ora in poi il meccanismo dei rimpatri dovrà essere gestito a livello europeo integrando gli accordi che devono essere a livello europeo". "In Italia non possiamo dirci soddisfatti del sistema dei rimpatri", che "dovranno essere gestiti a livello europeo, integrando gli accordi che devono essere a livello europeo non possono essere affidati agli Stati come l'Italia", ha aggiunto.
Dopo il via libera del Senato al Governo Conte 2 che incassa la fiducia con 169 sì, 133 no, 5 astenuti, per il premier è già ora di essere operativo. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte è a Bruxelles per incontrare i vertici delle istituzioni europee. "L'Italia oggi è più forte, e con il nuovo Governo intendiamo svolgere un ruolo di primo piano in questa fase di rinnovamento dell'Unione europea. La mia determinazione è massima e confido di poter riscontrare un elevato grado di convergenza con la nuova Commissione europea" ha scritto il premier Conte, su fb, alla vigilia di una serie di incontri oggi a Bruxelles. "Subito al lavoro: oggi sarò a Bruxelles dove si prospetta una giornata fitta di incontri con i vertici delle Istituzioni comunitarie. In Ue non abbiamo tempo da perdere, ritengo sia prioritario accelerare per raggiungere 3 obiettivi fondamentali e per l'Italia e gli interessi degli italiani: la modifica del Patto di stabilità a favore della crescita, il superamento del Regolamento di Dublino, un regime interventi straordinari che favoriscano la crescita e lo sviluppo del nostro Mezzogiorno". Così Conte su fb. "Occorre sostenere gli investimenti, a partire da quelli ambientali e sociali nell'ottica di uno sviluppo sostenibile che dia nuovo impulso al mercato del lavoro italiano, evitando un'impostazione di bilancio pro-ciclica non adeguata alle prospettive economiche del continente", afferma Conte rivendicando un "ruolo di primo piano" che l'Italia svolgerà in Ue.
Già ieri aveva esultato in aula a Palazzo Madama per i rapporti con l'Ue, rafforzati dalla nomina di Paolo Gentiloni a commissario per gli affari economici: "Ursula Von der Leyen riconosce all'Italia il portafoglio più forte che c'è. Gentiloni rappresenterà l'Italia intera". Conte vedrà i presidenti uscenti ed entranti della Commissione (Juncker e von der Leyen), e del Consiglio (Donald Tusk e Charles Michel), oltre al presidente dell'Europarlamento David Sassoli. Migranti, crescita e flessibilità saranno al centro dei colloqui.
Conte, in serata, aveva ottenuto una seconda "fiducia", o quantomeno un'apertura di credito, dall'agenzia di rating Moody's. Che ha ribadito il rating Baa3 dell'Italia con outlook stabile, in una 'credit opinion' in cui evidenzia - fra l'altro - come "la forza istituzionale dell'Italia sia più bassa rispetto alla maggior parte degli altri paesi dell'Eurozona con politici che spesso hanno avuto un atteggiamento 'volatile' ". Ma in questo scenario - aggiunge Moody's - "il Presidente della Repubblica ha un ruolo forte nel dare stabilità al sistema politico". L'agenzia sottolinea come "la formazione di un governo di coalizione di centrosinistra dovrebbe garantire un periodo di stabilità politica in Italia" uno scenario "positivo alla luce della crescita debole dell'economia domestica e delle prospettive incerte di crescita globale". Peraltro Moody's evidenzia di avere tagliato di 0,2 punti le stime di crescita italiana per il 2019 (in precedenza erano allo 0,4%). Il nuovo governo - che "sarà meno euroscettico rispetto al precedente esecutivo Lega/M5S" - "dovrebbe anche consentire la presentazione tempestiva del bilancio 2020": fra gli altri elementi positivi, anche "l'adozione di un atteggiamento meno conflittuale nei confronti della Commissione Europea e dei partner dell'Eurozona". Laddove, si sottolinea, "l'atteggiamento del precedente esecutivo ha contribuito in maniera decisiva alla volatilità del mercato e a un aumento dei costi di finanziamento del debito nel 2018 e nei primi mesi di questo anno".
Sul fronte strettamente economico, l'agenzia ricorda fra i punti di forza dell'Italia "una economia grande e diversificata con un basso debito del settore privato" e "una "gestione professionale dell'elevato debito pubblico con un basso rischio di crisi di liquidità". Pesa invece ""il potenziale di crescita che rimarrà debole in assenza di riforme strutturali, un debito pubblico che resterà elevato e vulnerabile agli shock futuri e la necessità di mantenere la fiducia degli investitori, date le elevate esigenze di rifinanziamento" con circa 280 miliardi di titoli a medio e lungo termine da rifinanziare nella restante parte del 2019 e nel 2020. Per il 2019 Moody's stima una crescita dell'economia italiana solo dello 0,2% e nel 2020 dello 0,5%, mentre il rapporto debito/Pil dovrebbe salire quest'anno al 133% e quindi roccare il 133,6% nel 2020.