Export, Ice: nel 2023 esportazioni aumentate dello 0,2%
Export, Ice: nel 2023 esportazioni aumentate dello 0,2%
L'Itala è al sesto posto, nella graduatoria dei principali esportatori mondiali di merci. Le importazioni sono invece scese dello 0,5%. E' quanto emerge dal rapporto dell'Ice 2023-2024. "La dinamica delle esportazioni, ha risentito negativamente nel 2023 sia del brusco rallentamento del commercio mondiale sia della perdita di competitività di prezzo dei prodotti italiani"

15/07/2024 16:43

La crescita del Pil italiano nel 2023 è stata sostenuta soprattutto da investimenti e consumi, ma un lieve contributo positivo è venuto anche dalla domanda estera netta: le esportazioni di beni e servizi sono aumentate dello 0,2%, mentre le importazioni sono scese dello 0,5%. Una dinamica indebolita dalla situazione globale schiacciata dalle tensioni geopolitiche: dopo il deciso rimbalzo post-pandemia, nel 2023 il commercio internazionale di merci è calato dello 0,6% rispetto all'anno precedente. E' quanto emerge dal rapporto dell'Ice 2023-2024. "La dinamica delle esportazioni, che era stata un fattore importante della ripresa dalla crisi pandemica, ha risentito negativamente nel 2023 sia del brusco rallentamento del commercio mondiale sia della perdita di competitività di prezzo dei prodotti italiani, dovuta all'apprezzamento reale dell'euro", si legge nel rapporto.

Le quote di mercato mondiale a prezzi costanti delle esportazioni italiane di merci sono rimaste invariate rispetto all'Eurozona, anche se hanno subito una lieve erosione rispetto agli altri paesi, e in particolare alle Americhe e alla Cina. A prezzi correnti, tuttavia, la quota dell'Italia sulle esportazioni mondiali ha recuperato nel 2023 la lieve perdita del biennio precedente, caratterizzato dal deprezzamento dell'euro. Ancora una volta, dunque, l'impatto nominale delle variazioni dei tassi di cambio sui prezzi relativi ha prevalso sugli effetti di sostituzione che ne derivano in termini quantitativi. Le esportazioni di servizi, che nel 2023 sono aumentate di oltre l'8% in volume e hanno accresciuto la propria quota di mercato mondiale, che tuttavia resta su un livello (1,8% a prezzi correnti) molto inferiore a quello della quota sulle esportazioni di merci (2,8%).

Il Pil italiano ha registrato un tasso di crescita dello 0,9%, un aumento per il terzo anno consecutivo superiore alla media dell’Eurozona e a quello di Francia e Germania. Nel 2023 le esportazioni di merci, in euro correnti, sono rimaste stabili al livello del 2022 e l’Italia ha guadagnato una posizione, collocandosi al sesto posto, nella graduatoria dei principali esportatori mondiali di merci, superando la Corea del Sud. Nonostante l’Italia rappresenti il 2,2% del Pil mondiale, su almeno 5 macrocategorie vanta una penetrazione di mercato superiore al 5% con punte del 10% ad esempio per il vino. Questa la prima valutazione che emerge dal nuovo Rapporto Ice 2023/2024, presentato oggi a Roma dal presidente dell’Agenzia Matteo Zoppas, che illustra il quadro economico mondiale e i principali dati sulla presenza e sulla performance delle imprese italiane nei mercati internazionali.

L’apertura dei lavori è stata del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso a cui sono seguiti gli interventi di Matteo Zoppas e del Presidente Istat Francesco Maria Chelli, che ha introdotto l’Annuario Statistico ISTAT-ICE 2024, mentre le conclusioni sono state affidate al vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani.

La stabilità del valore delle esportazioni è il risultato di una riduzione dei volumi, a fronte di un aumento dei prezzi

Nel dettaglio, specifica l'Ice, le esportazioni italiane di manufatti (il 95% del totale merci) nel 2023 si sono confermate allo stesso livello del 2022: 596 miliardi di euro, con una tenuta migliore rispetto al fatturato totale dell'industria italiana, che ha registrato una diminuzione sia in valore (-1,2%) sia in volume (-1,7%). La stabilità del valore delle esportazioni è il risultato di una riduzione dei volumi, a fronte di un aumento dei prezzi. Anche per le importazioni di beni trasformati, nel 2023, rileva l'Ice, si osserva una modesta crescita dei valori medi unitari, a fronte di una diminuzione dei volumi, che ha portato a una riduzione complessiva del 2,1% a prezzi correnti: 10,5 miliardi in meno rispetto all'anno precedente. L'avanzo manifatturiero è cosi' salito a 117 miliardi, mentre la 'bolletta energetica' - dopo aver toccato il proprio massimo a 110 nel 2022 - si è attestata a poco più di 66 miliardi di euro, grazie a una leggera riduzione dei consumi e a una significativa caduta dei prezzi.

Per quanto riguarda i settori, la riduzione dei volumi scambiati ha riguardato tutti i raggruppamenti principali di industrie, con la sola eccezione delle importazioni di beni strumentali (+3,5%); è stata particolarmente ampia, inoltre, la discesa negli intermedi (-8,6% all'export e -9,2% all'import) e nei beni di consumo durevoli (-7,9% in entrambe le direzioni). Per l'insieme dei manufatti, la crescita del 5,8% dei valori medi unitari all'export - notevolmente più ampia di quelli all'import (+1,1%) - ha determinato un miglioramento complessivo della ragione di scambio, che era invece scesa nei due anni precedenti.

Zoppas (Ice): l’export italiano, che conta un terzo del Pil, è un motore dell’economia italiana

“Guardando agli ultimi due anni c’è una costanza di esportazione, 626 miliardi di fatturato sia nel 2023 che nel 2022. Se lo guardiamo da prima della pandemia abbiamo un +30%, dal 2012 c’è un 60%. L’export italiano, che conta un terzo del Pil, è un motore dell’economia italiana. Vedere che è cresciuto così tanto ci fa sperare che possa continuare a farlo”. Così Matteo Zoppas, presidente dell’Agenzia Ice, venerdì scorso, a margine della conferenza stampa di presentazione della Riunione Ministeriale Commercio del G7.