Via libera dell'Aula della Camera alla risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi in vista del Consiglio europeo. Il testo è stato approvato a Montecitorio con 410 voti a favore, 29 contrari e 34 astenuti
"La strategia dell'Italia in accordo con l'Ue e con gli Alleati del G7 si muove su due fronti: sosteniamo l'Ucraina e imponiamo sanzioni alla Russia perché Mosca cessi le ostilitá e accetti di sedersi davvero al tavolo dei negoziati". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso delle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio Ue. "Siamo andati a Kiev per testimoniare di persona che i nostri Paesi e l'Unione sono determinati ad aiutare un popolo europeo nella sua lotta a difesa della sua democrazia e della sua libertá. Durante la visita il Presidente Zelensky ci ha chiesto di continuare a sostenere l'Ucraina per poter raggiungere una pace che rispetti i loro diritti e la loro volontá", ha aggiunto Draghi sottolineando che "solo una pace concordata e non subita può essere davvero duratura. La sottomissione violenta e la repressione di un popolo per mano di un esercito, non portano alla pace ma al prolungamento del conflitto, forse con altre modalitá, certo con altre distruzioni. Il Governo italiano, insieme ai partner dell'Ue e del G7, intende continuare a sostenere l'Ucraina così come questo Parlamento ci ha dato mandato di fare".
"A Kiev ho ribadito che l'Italia vuole l'Ucraina nell'Ue e vuole che abbia lo status di candidato", ha quindi ribadito il presidente del Consiglio, ricordando che "il Governo italiano è stato tra i primi a sostenere questa posizione con chiarezza e convinzione, in Europa e in Occidente. Se non sbaglio la prima volta che ho affermato questo punto è stato proprio in questo Parlamento. Continueremo a farlo in ogni consesso internazionale, a partire dal prossimo Consiglio europeo", ha aggiunto Draghi precisando che "sono consapevole che non tutti gli Stati membri oggi condividono questa posizione. Ma la raccomandazione della Commissione è un segnale incoraggiante e confido che il Consiglio europeo possa raggiungere una posizione consensuale in merito". "Gran parte dei Paesi vicini alla Russia, grandi e piccoli, guardano ora all'Unione Europea per la sicurezza, per la pace, per la stabilitá. Il percorso da Paese candidato a Stato membro è lungo per via delle impegnative riforme strutturali richieste. Ma il segnale europeo deve essere chiaro e coraggioso da subito. Oggi i Paesi, tra l'altro, sono in grado di portare avanti queste riforme strutturali piú velocemente rispetto al passato", ha detto.
"Per frenare l'aumento generale dei prezzi e tutelare il potere d'acquisto dei cittadini, è essenziale agire anche sulla fonte del problema e contenere i rincari di gas ed energia, e sottolineo 'anche', perché i campi di intervento sono vari e non si limitano a questo e ce ne saranno anche altri, ha poi sottolineato il presidente del consiglio.
Nella replica il presidente del Consiglio ha ribadito: "L'Italia e io personalmente cerchiamo la pace, fin dall'inizio. Però per per mettersi seduti e cominciare a delineare un piano c'è la difficoltà che una parte sta continuando la guerra e cercando posizioni di vantaggio e solo quando queste posizioni saranno stabilizzate solo allora si potrà cominciare a parlare di pace" mentre gli altri dicono: siete venuti a casa mia, andatevene e poi parleremo di pace. Sono posizioni inconciliabili". A proposito del dibattito in seno alla maggioranza che sostiene il suo governo Draghi ha mandato questo messaggio: "Grazie per il sostegno che è stato unito con qualche eccezione e io vorrei ringraziare le voci dissonanti, come quelle di Fassina e Maniero, effettivamente ci aiutano e stimolano a riflettere su alcuni punti". "Il sostegno è stato molto unito e e l'unitá è esenziale in questi momenti, perchè le decisioni sono molto difficili per la guerra ma anche per la situazione economica e sociale interna. L'unitá è fondamentale", ha detto il presidente del Consiglio, aggiungendo che "in questi momenti, quando il Paese è indirettamente coinvolto in una guerra, le decisioni che si devono prendere sono molto complesse anche a livello personale, sono decisioni profonde, che hanno risvolti anche morali profondi e complicati. Per cui avere il vostro sostegno nel prendere queste decisioni è fondamentale per me".
Su una cosa poi Draghi è stato chiaro: "Le armi e le sanzioni servono per consentire all'Ucraina di difendersi. C'è una fondamentale differenza tra due punti di vista. Quello mio è: l'Ucraina si deve difendere. Le sanzioni, l'invio di armi, servono a questo. L'altro punto di vista è diverso: l'Ucraina non si deve difendere, non dobbiamo fare le sanzioni, mandare le armi, la Russia è troppo forte, lasciamo che la Russia entri. In fondo cosa vogliono questi!". "Quando dico che sono efficaci ripeto quello che dicono le organizzazioni internazionali e ritengo che diventeranno ancora più efficaci questa estate", ha aggiunto Mario Draghi, parlando delle sanzioni alla Russia, "tutti i segnali che arrivano dalla Russia danno l'evidenza che questo sta succedendo".
Alla fine l'aula della Camera ha approvato con 410 voti a favore, 29 contrari e 34 astenuti la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del premier in vista del Consiglio europeo.