Ecco chi sono i 51 deputati che formerano il nuovo gruppo parlamentare alla Camera "Insieme per il futuro". Il Presidente Roberto Fico ha letto in Aula i nomi dei 50 che hanno lasciato il M5s: Cosimo Adelizzi, Roberta Alaimo, Alessandro Amitrano, Giovanni Luca Aresta, Sergio Battelli, Luciano Cadeddu, Vittoria Casa, Andrea Caso, Gianpaolo Cassese, Laura Castelli, Luciano Cillis, Federica Daga, Paola Deiana, Daniele Del Grosso, Margherita Del Sesto, Luigi Di Maio, Giuseppe D'Ippolito, Gianfranco Di Sarno, Iolanda Di Stasio, Manlio Di Stefano, Francesco D'Uva, Mattia Fantinati, Marialuisa Faro, Luca Frusone, Chiara Gagnarli, Filippo Gallinella, Andrea Giarrizzo, Conny Giordano, Marta Grande, Nicola Grimaldi, Marianna Iorio, Luigi Iovino, Giuseppe L'Abbate, Caterina Licatini, Anna Macina, Pasquale Maglione, Alberto Manca, Generoso Maraia, Vita Martinciglio, Dalila Nesci, Maria Pallini, Gianluca
Rizzo, Carla Ruocco, Emanuele Scagliusi, Davide Serritella, Vincenzo Spadafora, Patrizia Terzoni, Gianluca Vacca, Simone Valente e Stefano Vignaroli, già iscritti al gruppo MoVimento 5 Stelle. Il 51esimo è Antonio Lombardo, era iscritto al gruppo Coraggio Italia.
Dopo la scissione di Luigi Di Maio dal M5S, il primo partito di maggioranza a sostegno del governo Draghi diventa la Lega con 193 parlamentari (132 deputati e 61 senatori). Il M5S, che si ferma a quota 165, sottraendo 51 eletti a Montecitorio e 11 a Palazzo Madama, passati con i nuovi gruppi dei fedelissimi del ministro degli Esteri. Nella compagine draghiana ci sono poi Forza Italia (134) e il Pd (132). Di Maio, dopo una trattativa di adesioni accelerata dal cruento scontro con Conte, ha strappato al suo ex partito un consistente gruppo di parlamentari. Ma la cifra è destinata a crescere nei prossimi giorni. E a travalicare i confini del Parlamento, spaccando il M5S anche nelle Regioni. In Campania, Molise e Abruzzo alcuni fedelissimi del ministro potrebbero giá dar vita a gruppi autonomi. A seguire il titolare della Farnesina ci sono anche pezzi importanti del governo, come la viceministra Laura Castelli (Economia). Poi i sottosegretari: Manlio Di Stefano (Esteri), Dalila Nesci (Sud), Anna Macina (Giustizia) e Pierpaolo Sileri (Salute). Qualcuno, come l'ex Guardasigilli Alfonso Bonafede, non se l'è sentita e ha preferito restare tra gli stellati, ma la campagna acquisti è tutt' altro che chiusa. Lo scouting non è finito. Ci sono ex ministri che potrebbero presto riunirsi con i dimaiani. Anche perché sulla truppa M5S c'è sempre lo spettro della tagliola dei due mandati. Non a caso, tra i grillini che hanno seguito l'ex leader ci sono diversi volti storici: da Carla Ruocco (ex esponente del direttorio) all'ex tesoriere Sergio Battelli, dall'ex capogruppo alla Camera Francesco D'Uva, compresi Mattia Fantinati e Gianluca Vacca.
Di sicuro la scissione ha un impatto importante anche a livello governativo. Per fare un confronto: i dimaiani sono 62, contro i 45 renziani di Italia viva. Tra i rumors si fanno già i nomi dei possibili capigruppo: Vincenzo Spadafora per la Camera e Primo Di Nicola o Vincenzo Presutto per il Senato. Lo strappo causerà anche un danno economico non irrilevante per le casse M5S, tra mancate restituzioni e rimborsi per la comunicazione che finiranno nei nuovi gruppi.
Intanto, il fondatore del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo, ha deciso di rinviare la sua discesa a Roma che era in programma per domani e che era stata decisa da Grillo dopo il flop delle Comunali. Serve più tempo evidentemente per valutare le conseguenze dell'uscita del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e l'annuncio della formazione dei nuovi gruppi 'Insieme per il futuro', alla Camera e in Senato: si tratta a Montecitorio di 51 deputati; in Senato, per ora, sono 11. E' confermata per oggi la riunione congiunta dei parlamentari del Movimento Cinque Stelle; mentre sulla riunione dei parlamentari che hanno scelto di uscire con Di Maio ancora non si hanno conferme.