Crescono i precari nella sanità
Crescono i precari nella sanità
In 10 anni + 66% di spesa per il personale non permanente

di di Michele Damiani 12/07/2024 02:00

Medici italiani più precari e con retribuzioni più basse (in termini reali) rispetto a un decennio fa. Tra il 2012 e il 2022, la spesa per il personale medico «non permanente», quindi relativa a consulenze, lavoro interinale, collaborazioni e altre prestazioni dal privato, è cresciuta del 66,4%. Considerando le unita annue di lavoro, si registra un aumento del 75,4% in dieci anni. Questo in un contesto nel quale la spesa per il personale permanente è cresciuta, invece, del 6,4%. A livello di retribuzioni, come accennato, il valore complessivo risulta in calo (-6,1% in termini reali tra il 2015 e il 2022). È il quadro tracciato dal report diffuso ieri dalla Fnomceo (Federazione nazionale medici, chirurghi e odontoiatri) in collaborazione con il Censis, che analizza la situazione del personale medico in Italia, dal 2012 al 2022.

Più intermittenti

Considerate le unità annue di lavoro a tempo determinato e interinali, «per le figure sanitarie si registra una crescita del 75,4% nel 2012-2022: +29,6% nel 2012-2019 e +35,4% nel 2019-2022. In pratica, tra 2012 e 2022 ci sono 15.320 unità annue di lavoro in più», fanno sapere gli analisti. In particolare, nello stesso periodo, per le figure sanitarie con contratti a tempo determinato «si è registrato un balzo del +78,1%, con +23,1% in fase preCovid e +44,6% in quella successiva». Per il lavoro interinale invece si registra un incremento del 45,2% nel 2012-2022, risultante di +103,4% nel 2012-2019 e -28,6% tra 2019 e 2022. Riguardo alle figure sanitarie stabili nello stesso periodo 2012-2022, si è avuto un «incremento modesto del 2,6%, con un taglio del 2% tra 2012 e 2019 e un sussulto del + 4,6% tra 2019 e 2022, che include la reazione all’emergenza». 

Tanta spesa per medici non permanenti

Un’impennata, quindi, per i lavoratori non permanenti, che si manifesta anche parlando di costi. La spesa per lavoro a tempo determinato, consulenze, collaborazioni, interinale e altre prestazioni di lavoro sanitarie e sociosanitarie provenienti dal privato, infatti, è stata pari a 3,6 miliardi di euro nel 2022, con un incremento del +66,4% rispetto al 2012, esito di +15,1% nel 2012-2019 e +44,5% tra 2019 e 2022. La spesa per il tempo determinato è stata nel 2022 pari a 1,9 miliardi di euro con +93,4% rispetto a dieci anni prima, mentre quello per consulenze, collaborazioni, interinale e altre prestazioni di lavoro dal privato sono state pari a 1,7 miliardi di euro, con un balzo del +44,2% in dieci anni. La spesa per personale permanente invece è aumentata del +6,4% nel 2012-2022, con -0,8% nel 2012-2019 e +7,2% nel 2019-2022.

Retribuzioni in difficoltà

Alla mancanza di stabilità nei contratti, infine, si aggiunge anche una situazione complicata per quanto riguarda i salari. Non, però, in merito al numero complessivo dei medici rispetto alla popolazione: «In Italia», si legge ancora nel report, «non c’è un reale shortage di medici poiché sono 410 per 100 mila abitanti, dato superiore a quelli di paesi come Francia (318 medici per 100 mila abitanti) o Paesi Bassi (390 medici per 100.000 abitanti)». Sono invece «non attraenti le condizioni di lavoro e le retribuzioni contrattuali, che nel periodo 2015-2022 sono addirittura diminuite in termini reali del 6,1%».