Crediti incagliati da superbonus, regioni ferme
Crediti incagliati da superbonus, regioni ferme
Sebbene quasi tutte si stiano dotando di una legge regionale per procedere tramite le partecipate agli acquisti di crediti bloccati in edilizia, nei fatti è pronta a partire per gennaio solo la regione Basilicata

di di Maria Mantero 01/12/2023 07:34

Le regioni in affanno sugli acquisti dei crediti incagliati dal Superbonus. Sebbene quasi tutte si stiano dotando di una legge regionale per procedere tramite le partecipate agli acquisti di crediti bloccati in edilizia, nei fatti è pronta a partire per gennaio solo la regione Basilicata. In alcuni casi, come quello dell'Emilia-Romagna, le stime sui crediti incagliati è di circa 5-6 mld, ma le disponibilità di acquisto delle società partecipate, per poi compensarli a loro volta con le imposte da versare, è di molto più bassa. In altri casi, la maggioranza, le amministrazioni interpellate da ItaliaOggi ammettono di non essere in grado di perimetrare il volume dei crediti incagliati. Ieri intanto è scaduto il termine per inviare all'Agenzia delle entrate le informazioni proprio in merito ai crediti non utilizzati.

La vicenda

Dopo i vari interventi normativi a pioggia per arginare il fenomeno delle frodi e limitare la crescita dei volumi degli interventi sulle agevolazioni edilizie, uno spiraglio all'acquisto dei crediti bloccati delle imprese che non trovano compratori sul mercato del credito sembrava essere arrivato in agosto quando la regione Basilicata ha ricevuto il via libera dal Mineconomia a formulare una legge regionale, riconoscendo alle sue società partecipate la possibilità di acquistare dei crediti per poi usarli in compensazione di tasse. Il via libera arrivava dopo che nel decreto di febbraio (dl n. 11/2023) era stato espressamente inserito il divieto degli enti locali di procedere all'acquisto di crediti fiscali.

Chi ha già una legge. Abruzzo, Lazio, Piemonte, Puglia e Sardegna nel mese di ottobre hanno inserito nel proprio bollettino ufficiale una legge che prevede l'impegno da parte della regione sulla circolazione dei crediti incagliati attraverso i propri enti o società. Infatti, dopo l'entrata in vigore del dl n. 11/2023 le singole regioni si sono dovute attivare per ricercare le società con i giusti requisiti per l'acquisto. In generale si rileva però che le capacità delle partecipate sono ridotte. Ad esempio, in Abruzzo su 500 milioni di crediti bloccati, quelli che potranno essere sbloccati con l'intervento delle p.a., fuori dall'elenco Istat, sono circa 10 milioni e sarà Fira (Finanziaria regionale abruzzese) a coordinare l'attuazione.

La Puglia non è ancora riuscita a stimare l'ammontare degli incagliati, ma calcola che la società finanziaria Puglia Sviluppo potrà far fronte a circa 60 milioni di crediti. Le altre regioni stanno procedendo con l'individuazione delle società partecipate e la stima dei crediti, nonché alla definizione delle modalità di acquisto. L'assessore regionale piemontese Matteo Marnati, dopo l'approvazione in Giunta in merito alle modalità attuative ha spiegato che è stato istituito un gruppo di lavoro “per avviare le necessarie azioni al fine di condurre interlocuzioni per la cooperazione con soggetti che già dispongono di una piattaforma per il monitoraggio dei crediti, censire la capacità di compensazione annua o mensile degli enti pubblici economici regionali, definire le modalità di individuazione del soggetto per certificare la consistenza della pretesa creditoria in cessione e in ultimo interloquire con l'Agenzia delle Entrate”. Mentre la Sardegna stimava a fine 2022 i crediti incagliati a 900 mln e sta procedendo dopo aver approvato ad ottobre un emendamento al collegato.

Le proposte in esame

Calabria, Campania, Lombardia, Marche, Molise, Sicilia, Toscana e Umbria si stanno muovendo. Le proposte di legge sono tutte in Commissione, ma ci sono regioni come l'Umbria che possiede una stima del Cna per cui crediti incagliati sul territorio ammonterebbero a circa 1,5 miliardi o la Campania in cui la stima arriva a 3 miliardi di euro. La vice presidente del consiglio regionale campano Valeria Ciarambino, firmataria della proposta di legge, spiega che il testo è appena approdato in commissione bilancio e l'esame non è ancora iniziato; quindi, i tempi si prospettano ancora lunghi. In dirittura d'arrivo è la Calabria e il presidente Pietro Molinaro confida che si vada in Consiglio, per l'approvazione, alla prima seduta utile. La Lombardia invece sembra bloccata, la proposta è stata presentata, ma i dati non sono ancora disponibili. Anche il Molise è in difficoltà e in ritardo: in commissione energia, la stima non c'è ancora. Le previsioni sono che Moliseacque potrebbe far fronte a poco più di 2 milioni di euro e l'assessore al bilancio Gianluca Cefaratti poco fiducioso si lamenta che “basterebbero giusto per coprire un cantiere”.

Chi ha rinunciato

Ad oggi, in seguito ad un esame preliminare la Liguria e l'Emilia-Romagna hanno deciso di accantonare l'idea di una legge sblocca crediti. La Liguria con il consigliere Fabio Tosi ha visto la proposta bloccata in I commissione, non potendosi dunque proseguire con il progetto di utilizzare l'Asl per l'acquisto. Mentre l'Emilia-Romagna, dopo aver stimato l'ammontare degli incagliati e la possibilità d'acquisto delle partecipate ha deciso di mettere tutto in stand-by. Secondo il rapporto Enea i crediti incagliati dovrebbero essere 5-6 miliardi di euro e le partecipate potrebbero acquistarne solo 10 milioni. Resta fuori la Val d'Aosta che non si è ancora accodata alla Basilica e non ha ancora presenato nessuna proposta.