Concordato preventivo, per la ristorazione conto salato
Concordato preventivo, per la ristorazione conto salato
Sorpresa per i forfettari con coefficienti di redditività bassi: proposte più alte per attività di alloggio, ambulanti e commercianti al dettaglio

di di Giuliano Mandolesi  18/07/2024 02:00

Concordato preventivo biennale con proposte salate ai forfettari che svolgono attività di alloggio, ristorazione, commercio al dettaglio e commercio ambulante.

A parità di compensi e ricavi dichiarati infatti risultano più alte le proposte di reddito ai contribuenti a forfait con attività a cui sono stati assegnati coefficienti di redditività più bassi, in particolare quello del 40% assegnato proprio alle citate imprese.

Queste sono le prime analisi delle proposte di reddito per aderire al concordato preventivo biennale per i contribuenti che utilizzano il regime fiscale forfettario alla luce della pubblicazione, avvenuta nella serata del 15 luglio scorso, della versione 1.3.0 del software “RedditiOnline Pf 2024” che consente ai contribuenti a forfait l’autodeterminazione del reddito per sottoscrivere nel 2024 il patto col fisco.

  • Leggi anche: Concordato, forfettari in campo

L’analisi per coefficiente di redditività

E’ opportuno ricordare che i contribuenti che utilizzano il regime forfettario determinano il reddito imponibile (come indicato all’articolo 1 comma 64 della legge 190/2014) applicando all’ammontare dei ricavi o dei compensi percepiti nell’anno un coefficiente di redditività stabilito dal legislatore e diversificato a seconda del codice Ateco che contraddistingue l’attività esercitata.

I coefficienti di redditività attualmente in vigore variano dal 40% all’86% a seconda come detto del codice Ateco previsto per l’attività svolta.

Come indicato nella circolare 9/e del 10 aprile 2019 dell’agenzia delle entrate, l’abbattimento del reddito prodotto dal coefficiente equivale ad una attribuzione presuntiva di spese sostenute nello svolgimento dell’attività d’impresa arte o professione.

Dall’analisi effettuata, fissando come parametro di ricavi/compensi incassati nell’anno la somma di 40.000 euro, si riscontrano proposte di reddito da concordato preventivo più elevate per le attività con coefficiente di redditività più basso e pari al 40% con maggiorazioni del reddito imponibile nella fascia dal 26% circa al 58% circa.

Più basse risultano invece le proposte di reddito a soggetti con coefficiente di redditività del 78%, fondamentalmente lavoratori autonomi, che invece sulla stessa fascia di compensi incassati hanno incrementi del reddito imponibile tra circa l’8% ed il 15%.

  • Leggi anche: Concordato, dichiari di più, paghi di meno

Maggior incremento

Dato che principalmente i coefficienti di redditività più bassi sono riservati alle attività d’impresa, inevitabilmente si riscontra un maggior incremento delle reddito effettivo proprio a coloro che svolgono queste attività rispetto ai lavoratori autonomi.

Con queste proiezioni va completandosi il quadro della determinazione del reddito da concordato preventivo biennale che non solo viene influenzato dai singoli codici Ateco ma anche dai coefficienti di redditività ad essi assegnati.

Altro parametro per la definizione della proposta è il c.d. minimo settoriale, ovvero il valore di reddito proposto imponibile al di sotto del quale il fisco non scende e importo corrispondente alla spesa media per dipendente per ogni tipologia di attività.

Il minimo settoriale stabilisce un principio di carattere generale nel concordato preventivo biennale (e non solo) ovvero che il reddito del professionista o dell’impresa non può essere inferiore allo stipendio che gli stessi corrispondono (o corrisponderebbero) ai propri dipendenti.

Tale principio non lascia indenni i forfettari eliminando ogni convenienza di adesione al patto per quelli con redditi effettivi imponibili bassi.

Riproduzione riservata