Base imponibile unica per tutte le società europee
Base imponibile unica per tutte le società europee
Nel programma di Ursula Von der Leyen: Web tax europea entro fine 2020. Carbon tax e stop ai sussidi ai combustibili fossili. Base imponibile europea per le società. Regime Iva a prova di frode e piena attuazione del codice doganale dell’Unione

di da Bruxelles Angelo Di Mambro 11/09/2019 07:18

Web tax europea entro fine 2020 se non si raggiunge un'intesa in ambito Ocse. Carbon tax e stop ai sussidi ai combustibili fossili. Base imponibile europea per le società e semplificazione dei sistemi fiscali. Regime Iva a prova di frode e piena attuazione del codice doganale dell'Unione. Maggioranza qualificata nelle decisioni fiscali. Sono alcuni dei punti principali che emergono dalla lettera d'incarico della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen al commissario designato agli affari economici Paolo Gentiloni.

All'ex primo ministro italiano viene dunque chiesto, tra l'altro, di proporre uno schema di carbon tax europea alle frontiere, che interesserebbe i prodotti importati dai paesi che non hanno un mercato delle quote CO2 come l'Ets europeo. Per von der Leyen, ma anche per Francia, Germania, Svezia, Olanda e think tank europeisti come il Jacques Delors Institute la carbon tax alle frontiere è «uno strumento chiave per evitare la delocalizzazione» delle imprese garantendo «che le società dell'Ue possano competere su un piano di parità» con i partner commerciali extra Ue. La tassa dovrebbe essere pienamente conforme alle regole Wto e diventare uno dei pezzi più importanti del New Deal verde, annunciato già prima della sua elezione in luglio come uno dei pilastri del programma della Commissione von der Leyen. «La fiscalità deve svolgere un ruolo centrale nel Green Deal europeo», scrive l'ex ministro tedesco di affari sociali e difesa nella sua lettera a Gentiloni. Una missione che passerà per «la revisione della direttiva sulla tassazione dell'energia per porre fine ai sussidi ai combustibili fossili». Gli altri grandi pilastri dell'Esecutivo Ue dei prossimi cinque anni sono il digitale, e l'economico-sociale. Sul primo aspetto, la prossima Commissione dovrebbe rompere gli indugi sulla tassazione dei colossi dell'economia digitale. La strada maestra è sempre lavorare con i partner dell'Ocse, da diversi anni impegnata su questo fronte. Ma se entro la fine del 2020 l'organizzazione con sede a Parigi non sarà riuscita a mettere d'accordo i suoi 35 membri, il commissario italiano dovrebbe «presentare una proposta per un'equa imposta digitale europea». Importante sarà anche la digitalizzazione completa del codice doganale dell'Ue. Per quanto riguarda il pilastro sociale, Gentiloni ha l'incarico di pensare a un sistema Ue di assistenza alla disoccupazione, e di assicurare «l'applicazione del patto di stabilità e crescita, utilizzando la piena flessibilità consentita dalle norme» per «raggiungere una posizione fiscale più favorevole alla crescita nell'area dell'euro».

Nel programma c'è anche la prosecuzione degli sforzi di semplificazione dei sistemi fiscali, e per «trasformare in realtà» una base imponibile consolidata comune per le società come strumento anti-elusione, obbligatoria per i grandi gruppi multinazionali. Con la stessa funzione di lotta all'evasione, Gentiloni dovrebbe escogitare un regime Iva a prova di frode e intensificare la lotta ai paradisi fiscali. Grande novità in fatto di metodo, anticipata già negli ultimi mesi della Commissione Juncker, è l'intenzione di abbattere il totem dell'unanimità dei paesi delle decisioni Ue in materia fiscale, ma senza cambiare le regole. «Per garantire i progressi di cui abbiamo bisogno», scrive von der Leyen, «dovremmo sfruttare appieno le clausole dei trattati che consentono di adottare proposte in materia di tassazione mediante co-decisione e voto a maggioranza qualificata».

Il lavoro di Gentiloni, che sarà responsabile di Eurostat, sarà coordinato con quello degli altri commissari «sotto la guida del vicepresidente esecutivo per un'economia che lavora per le persone» Valdis Dombrovskis, uno dei tre super-vicepresidenti designati da von der Leyen per ognuno dei pilastri succitati. Gli altri due sono Frans Timmermans per il clima e Margarethe Vestager per il digitale.

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