Lavoro, trasparenza complicata
Lavoro, trasparenza complicata
Serve anche un «app» dedicata per l’informativa sul rapporto di lavoro dei lavoratori occupati attraverso piattaforme digitali. In tal caso, infatti, le informazioni devono essere «leggibili da dispositivo automatico»

di di Daniele Cirioli 03/08/2022 08:10

Pioggia di adempimenti sui datori di lavoro. Servirà, per esempio, anche un «app» dedicata per l'informativa sul contratto dei lavoratori occupati attraverso piattaforme digitali. In tal caso, infatti, le informazioni devono essere «leggibili da dispositivo automatico». È quant'altro stabilisce il dlgs 104/2022 che obbliga datori di lavoro e committenti a fornire l'informativa anche ai sindacati e vieta, per tutte le comunicazioni, la possibilità (oggi prevista) di fare richiami e rinvii a norme di legge o Ccnl. Per i consulenti del lavoro, la riforma sortirà effetti contrari a quelli perseguiti: non una maggiore trasparenza, ma scarsa comprensione del contratto di lavoro da parte dei lavoratori e disincentivo alla lettura dei Ccnl. A evidenziarlo è il presidente del consiglio dell'ordine, Marina Calderone, in un'email inviata al ministro del lavoro, Andrea Orlando.

Stop a semplificazioni. Per quanto riguarda le modalità di comunicazione delle informazioni, il decreto cancella le vie più utilizzate oggi, cioè il rinvio a norme di legge o di contratto collettivo: tutto andrà reso «in modo chiaro e trasparente in formato cartaceo o elettronico». Questo per quanto riguarda le informazioni-base, che sono elencate all'art. 1 del dlgs 152/1997 come aggiornato dal dlgs 104/2022.

Serve una «app». Novità assoluta è l'obbligo di un'ulteriore informativa in caso di utilizzo di sistemi decisionali o di monitoraggio automatizzati (si veda ItaliaOggi di ieri), disciplinato all'art. 1-bis del dlgs n. 152/1997 introdotto sempre dal dlgs 104/2022. La norma, finalizzata a ridurre le asimmetrie informative quando vengono utilizzati sistemi algoritmici per coordinare, monitorare e gestire il rapporto di lavoro, stabilisce che le informazioni vanno comunicate «in formato strutturato, di uso comune e leggibile da dispositivo automatico». Dunque servirà una «app», mentre è di certo esclusa la modalità cartacea. La stessa comunicazione andrà fatta anche alle Rsa o Rsu o, se non costituite, alle sedi territoriali dei sindacati più rappresentativo. Non farlo, comporterà le nuove sanzioni appositamente rivisitate dalla riforma (si veda tabella).

Il no dei consulenti. La riforma non piace ai consulenti del lavoro. Condividono i principi della direttiva, in quanto fautori d'importanti obiettivi di tutela delle condizioni di lavoro; ma sono contrati alle scelte fatte dal Legislatore, perché ampliano a dismisura la portata dei contenuti della direttiva e non tengono conto della semplificazione auspicata dalla stessa direttiva, creando enorme aggravio di oneri burocratici alla gestione dei rapporti di lavoro. I consulenti fanno notare, inoltre, che l'entrata in vigore (13 agosto) cade nel periodo di vacanze estive. In conclusione, chiedono la revisione del dlgs 104/2022 «intervenendo sulle criticità segnalate e, più in particolare, sulla data di entrata in vigore e sull'assenza della possibilità di far rinvio ai contenuti dei Ccnl, cosi come invece previsto dalla direttiva comunitaria».