Liguria, sequestrati 220 mila euro in contanti a casa di Spinelli
Liguria, sequestrati 220 mila euro in contanti a casa di Spinelli
Venerdì 10 maggio l'interrogatorio del presidente ligure Giovanni Toti. Il 9 maggio, sarà ascoltato dai pm l'ad di Iren, Paolo Emilio Signorini. Sabato 11, infine, sarà la volta di Matteo Cozzani e Aldo Spinelli

di redazione Roma 08/05/2024 13:55

La guardia di finanza ha sequestrato 220 mila euro in contanti e valuta estera nell'abitazione dell'imprenditore della logistica Aldo Spinelli, nell'ambito dell'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della regione Liguria Giovanni Toti. Il denaro è una parte dei 570 mila euro del sequestro disposto dal giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni.

Sarà interrogato venerdì 10 maggio in  Procura a Genova il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, finito ieri agli arresti domiciliari, con l'accusa di corruzione, nell'ambito di una maxi inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Dda genovese. Domani mattina 9 maggio alle 11 nel carcere di Marassi, dove è detenuto da martedì scorso verrà invece interrogato l'ex presidente dell'Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale e attuale ad di Iren, Paolo Emilio Signorini. Sono infine previsti per la giornata di sabato gli interrogatori del capo di gabinetto del presidente Toti, Matteo Cozzani, e dell'imprenditore genovese Aldo Spinelli.

Gli arresti

Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è agli arresti domiciliari nell'ambito di una inchiesta della Dda e della Guardia di Finanza di Genova. L'accusa è di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri di ufficio, come rende noto la Procura di Genova. Emesse misure cautelari anche per Paolo Emilio Signorini, attuale amministratore delegato e direttore generale di Iren e all'epoca dei fatti presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, destinatario di custodia cautelare in carcere. Ai domiciliari, come il presidente Toti, gli imprenditori portuali Aldo Spinelli, Mauro Vianello, il consigliere di amministrazione di Esselunga Francesco Moncada, il capo di gabinetto del presidente ligure Matteo Cozzani accusato anche di agevolare l’attività mafiosa di Cosa Nostra.

L'inchiesta e le accuse

Al governatore della Liguria si contesta di avere accettato da Aldo Spinelli e dal figlio   le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro a fronte dell'impegno di "trovare una soluzione" per la trasformazione della spiaggia di Punta Dell'Olmo da libera a privata, di agevolare l'iter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell'Olmo di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali, di velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent'anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova Srl controllata al 55% dalla Spinelli Srl, di assegnare a Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile Itar e Carbonile Levante, e di assegnare a Spinelli un'area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade e di agevolare l'imprenditore nella pratica del "tombamento" di Calata Concenter.

Toti è inoltre accusato, insieme con il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani, finito anch'egli agli arresti domiciliari, di aver accettato la promessa di Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo per la campagna elettorale comunale del 2022, a fronte dell'impegno di sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona.

Nell’inchiesta coinvolti anche l'imprenditore operante nell'ambito del porto di Genova Mauro Vianello, destinatario come Moncada della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l'attività imprenditoriale e professionale, Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, rappresentanti della comunità riesina di Genova, destinatari dell'obbligo di dimora nel Comune di Boltiere, accusati del reato di corruzione elettorale (art. 86 dpr 570/1960), aggravato dall'art. 416-bis.1 c.p. in quanto commesso al fine di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova, e Venanzio Maurici, destinatario dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, accusato del reato di corruzione elettorale (art. 86 dpr 570/1960), aggravato dall'art.416-bis.1 c.p., in quanto commesso al fine di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova.?Nei confronti di Signorini, Aldo Spinelli e Roberto Spinelli il gip ha inoltre disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per un importo complessivo di oltre 570mila euro, ritenuti profitto dei reati di corruzione contestati.

A Paolo Emilio Signorini, in qualità di presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, viene contestato di avere accettato da Aldo Spinelli utilità ed altre promesse di utilità a fronte dell'impegno di accelerare la calendarizzazione della pratica in Comitato di Gestione (da lui presieduto) di rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova Srl e per aver rinnovato la suddetta concessione per trent'anni, di favorire Aldo Spinelli nella concessione di ulteriori spazi portuali nei rimanenti tre anni del suo mandato presso l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e in particolare nella concessione delle aree Enel (ex Carbonile) e nella pratica del "tombamento" di Calata Concenter e di consentire ad Aldo Spinelli un'occupazione abusiva dell'area dell'ex Carbonile lato levante Nord e Sud in assenza di un titolo legittimante.

Secondo l'accusa, le utilità sarebbero consistite nella consegna da parte di Aldo Spinelli di 15.000 euro in contanti a Paolo Emilio Signorini in data 14.7.2022, nell'avere Aldo Spinelli, nel periodo compreso dal 31.12.21 al 12.3.23, procurato a Signorini 22 soggiorni di lusso a Montecarlo presso l'Hotel de Paris di Monte Carlo per un totale di 42 notti, comprendenti anche giocate al casinò e servizi extra quali servizi in camera, massaggi e trattamenti estetici, un posto tenda nella spiaggia della struttura alberghiera durante il periodo estivo e la partecipazione ad eventi esclusivi, quali la finale del torneo internazionale di tennis "Rolex Monte Carlo Masters" o serate a tema con annesso spettacolo musicale, riservate ai clienti più importanti del Casinò di Monte Carlo per un valore complessivo superiore a 42.000 euro, nonché fiches per effettuare puntate alla Casa da Gioco di Montecarlo, una borsa Chanel (regalo destinato a terzi) in data 31.12.2021 un bracciale in oro marca Cartier del valore di 7.200 euro (regalo destinato a terzi) in data 30.7.2022,ánell'avere l'imprenditore offerto in data28.1.2022 a Signorini un incarico con retribuzione pari a 300.000euro all'anno una volta terminato il mandato quale presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e nell'avere l'imprenditore offerto in data 16.12.2022 a Signorini la possibilità di disporre, durante un programmato viaggio a Las Vegas, di un'elevata quantità di denaro, attingendo dalle disponibilità delle carte di credito di Aldo Spinelli. A Paolo Emilio Signorini viene contestato anche di aver ricevuto da Mauro Vianello, titolare del 54,19% delle quote dell'impresa Santa Barbara Srl, attiva nel settore degli affari concernenti i trasporti e le comunicazioni e specializzata nei servizi di Prevenzione, Vigilanza e Primo Intervento Antincendio nell'ambito del porto di Genova, a fronte di un provvedimento che disponeva l'aumento della tariffa oraria per le prestazioni del servizio integrativo della Società Santa Barbara Srl, la disponibilità di un'autovettura di proprietà di Vianello per raggiungere e rientrare da Montecarlo nelle date rispettivamente del 15 e del18 aprile 2022,áil pagamento della fattura datata 27/06/2022dell'importo di 6.600,00 emessa a favore di Paolo Emilio Signorini dall'impresa incaricata dell'organizzazione del banchetto nuziale della figlia di Signorini, un Apple watch del valore di 439 euro (regalo destinato a terze persone – acquisto effettuato in data prossima al 1.8.2022) ed un soggiorno nell'appartamento di proprietà di Vianello dal 3.8.2022 al10.8.2022, messo a disposizione dall'imprenditore alla moglie ealla figlia di Paolo Emilio Signorini.

A Matteo Cozzani, quale coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista "Cambiamo con Toti Presidente", Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, quali rappresentanti della comunità riesina di Genova, viene contestato, in concorso con il presidente della Regione Liguria, per il quale non è stata chiesta alcuna misura cautelare o interdittiva in relazione a questo delitto, il reato di c.d. corruzione elettorale (art. 86DPR 570/1960). In occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020 sono accusati di aver promesso posti di lavoro ed il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova (almeno 400 preferenze) e comunque siciliani verso la lista "Cambiamo con Toti Presidente", nonché verso l'indagato Stefano Anzalone ed alcuni altri candidati della stessa lista non sottoposti a indagini. A Italo Cozzani, Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa ma non al presidente della Regione, non essendo emersi elementi a suo carico, è contestata l'aggravante di cui all'art. 416-bis.1 c.p., per aver commesso il reato di corruzione elettorale al fine di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova.

Analogo reato di c.d. corruzione elettorale (art. 86 DPR 570/1960) viene contestato a Italo Maurizio Testa, Arturo Angelo Testa, in concorso con Stefano Anzalone, quale candidato al Consiglio regionale per la Lista "Cambiamo con Toti Presidente", nei confronti del quale non è stata formulata alcuna richiesta di misura cautelare con riferimento al reato di cui all'art. 86 DPR 570/1960.

In occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020 questi avrebbero promesso posti di lavoro a più persone per far convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova e comunque siciliani verso la lista "Cambiamo con Toti Presidente" e verso il candidato Anzalone, che avrebbe offerto ai fratelli Testa il sostenimento delle spese di vitto e soggiorno a Genova nel periodo compreso tra il 10 ed il 19 settembre 2020. Il reato è aggravato per quanto concerne i fratelli Testa, ma non per Anzalone, per essere stato commesso al fine di agevolare l’attività dell'associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova.

L'analogo reato di c.d. corruzione elettorale (art. 86 DPR570/1960) viene contestato a Venanzio Maurici. Quale elettore e referente "genovese" del clan Cammarata del Mandamento di Riesi, in occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020, per dare il proprio voto alla lista "Cambiamo con Toti Presidente", avrebbe accettato la promessa di un posto di lavoro in favore del compagno convivente della figlia. All'indagato viene contestata l'aggravante di cui all'art. 416-bis.1 c.p. per essere stato commesso al fine di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova. L'indagine scaturisce da una trasmissione di atti per competenza proveniente dalla Procura della Repubblica della Spezia che ha svolto indagini in un procedimento collegato, nell'ambito del quale in data odierna è stata data esecuzione ad un'ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip presso il Tribunale della Spezia. Gli indizi a carico degli indagati sono stati raccolti nel corso di attività di intercettazione, pedinamento ed osservazione, adottate successivamente alla trasmissione degli atti da parte della citata Procura della Repubblica.

L'indagine, inizialmente concentrata su ipotesi di corruzione elettorale, si è successivamente sviluppata su specifiche vicende riguardanti finanziamenti (ritenuti illeciti) per la compagine politica facente capo al presidente della Regione Liguria, erogazioni (ritenute illecite) di varie utilità in favore dell'ex presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e l'individuazione delle determinazioni sollecitate, promesse e/o adottate dagli indagati pubblici ufficiali a fronte dei finanziamenti/utilità ricevuti. Sono in corso perquisizioni disposte dalla Procura della Repubblica.

Esselunga: il nostro management ha sempre agito correttamente

"Esselunga dichiara che il proprio management ha sempre agito correttamente ed esprime fiducia nell'operato della magistratura auspicando che si faccia tempestivamente chiarezza sui fatti". Lo scrive in una nota il gruppo di distribuzione, dopo la notizia del coinvolgimento di un proprio top manager nell'inchiesta di corruzione.