C'è l'accordo tra Pd, Azione e + Europa
C'è l'accordo tra Pd, Azione e + Europa
Il segretario del Pd e il leader di Azione si sono incontrati questa mattina alle 11 alla Camera. Ieri Letta aveva lanciato un appello all'unità ma senza veti

02/08/2022 10:02

Tra il segretario del Pd, Enrico Letta, il leader di Azione, Carlo Calenda, e quello di + Europa, Benedetto Della Vedova per una corsa insieme alle elezioni del 25 settembre, c'è l'accordo. I due si sono incontrati alla Camera, dopo che ieri per tutta la giornata è andato avanti un rimpallo di responsabilità tra il segretario del Pd e il leader di Azione. Al vertice ha partecipato anche il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova. La delegazione Pd era composta dalle capigruppo di Camera e Senato, Simona Malpezzi e Debora Serracchiani e il coordinatore della segreteria Marco Meloni. La federazione di +Europa è rappresentata da Matteo Richetti e Riccardo Magi.

Si è discusso dei temi contenuti nella lettera che Calenda domenica sera aveva inviato a Letta insieme con il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova e con la quale chiedevano una risposta ai loro punti programmatici. Dalla segreteria del Partito democratico la risposta è arrivata ieri pomeriggio al termine di una riunione della segreteria nazionale e con le parole pronunciate da Letta in persona con un appello "a tutte le forze politiche con cui, dopo le dimissioni del governo Draghi, si è lavorato per fare nascere un campo di forze democratiche e civiche: si proceda, senza veti reciproci, a costruire un'alleanza che prosegua nel forte impegno europeista dell'esecutivo guidato da Draghi". Un appello respinto immediatamente al mittente. "Non è questa una risposta ai nostri temi politici. È poco credibile". Dal fronte di Italia viva arrivano invece la stoccata di Matteo Renzi :"Se Letta e Calenda fanno l'accordo, Forza Italia e Lega brindano", dice l'ex premier. Oggi ci sarà l'incontro decisivo e si capirà se l'alleanza Pd-Azione potrà decollare o dirsi definitvamente conclusa.

Un appello all'unità. E' quanto ha partorito ieri la segreteria nazionale del Pd, allargata ai vertici istituzionali e del partito, nel giorno dell'attesa decisione tra Enrico Letta e Carlo Calenda sulla possibilità di una coalizione che comprenda il Pd e l'area moderata guidata dal leader di Azione. "Il Partito Democratico fa appello a tutte le forze politiche con cui, dopo le dimissioni del governo Draghi, si è lavorato per fare nascere un campo di forze democratiche e civiche: si proceda, senza veti reciproci, a costruire un'alleanza che prosegua nel forte impegno europeista che l'esecutivo guidato da Draghi ha saputo interpretare e che sia in grado di dare all'Italia un governo capace di consolidare la crescita, combattere le diseguaglianze e affrontare con credibilitá l'emergenza economica, sociale e ambientale e la difficile situazione internazionale", si legge nell'appello approvato al termine della segreteria nazionale. "Noi siamo impegnati a far prevalere lo spirito unitario perché crediamo che, per essere vincenti in questa situazione, sia assolutamente necessario valorizzare quel che unisce e non quel che divide. Ogni divisione oggi rappresenterebbe un regalo alla destra che l'Italia non può permettersi", si legge.

"L'appello della segreteria del Pd non rappresenta una risposta ai temi politici che abbiamo posto ieri al segretario Letta", affermano i segretari di Azione e +Europa, Carlo Calenda e Benedetto Della Vedova, per i quali "risulta poco credibile, peraltro, il riferimento a una alleanza nel solco di Draghi mentre si mantiene come prioritario l`accordo con forze che sono state sempre all`opposizione del governo Draghi". Calenda e Della Vedova ancora non chiudono definitivamente: "Vedremo se una risposta ci sarà e quale sarà. Restiamo in attesa". Domenica nel tardo pomeriggio Calenda e Della Vedova hanno avuto una riunione comune con i vertici dei due partiti al termine della quale hanno inviato una lettera al segretario Pd in cui sono stati ribaditi i punti fondamentali giá sottolineati in questi giorni e sui quali non è ancora arrivata ancora risposta. "Siamo molto delusi dalla discussione con il Pd. Abbiamo iniziato un percorso con Enrico Letta che parlava di agenda Draghi. Oggi quell'agenda è totalmente sparita. Abbiamo presentato un documento preciso su come intendiamo governare il Paese. Non abbiamo avuto alcuna risposta", ha affermato in un'intervista al Corriere della Sera il leader di Azione, spiegando che la coalizione alla quale sta lavorando Letta "sta diventando una roba improponibile: ci facciamo ridere dietro. Non vinceremo mai così. Con +Europa abbiamo scritto una lettera che stiamo per inviargli dopo avergli detto 70 volte a voce quali erano le nostre condizioni. Ma Letta sparisce. Ci sta portando avanti da una settimana". Per Calenda, "la palla è nel campo del Pd e così la responsabilitá di ciò che deciderá di fare. Il segretario dem deve darci una risposta presto. Che non può essere l'appello all'unitá perchè questa non è una risposta. Basta, Letta decidesse sennò non si chiude e ognuno fará i conti con la propria coscienza".

Letta, dal canto suo, ha invitato i due partiti a riflettere bene sulla necessitá di allearsi convinto che creare un terzo polo in questo momento sia il modo migliore "per aiutare le destre". Intanto c'è chi sposa la linea di Letta e anche la sua proposta di aumentare la tassa di successione per i patrimoni piú grandi. Per quanto riguarda le alleanze,"credo che la formula con la quale Enrico Letta ha posto il tema sia corretta. Io sono un politico che per anni si è battuto, ahimè spesso in solitudine, per una legge elettorale proporzionale con soglia alta, perchè era evidente che saremmo arrivati a questo punto, ovvero una difficoltá a costruire alleanze. Letta ha detto 'ognuno con le sue idee ma costruiamo un fronte che combatta'", ha detto il presidente della regione Lazio ed esponente de Pd Nicola Zingaretti, a Radio24. "L'ambizione di Calenda è di rappresentare almeno una parte dei ceti produttivi e moderati, ma per le condizioni delle imprese stesse niente è peggiore della vittoria delle destre italiane, destre con dentro i no euro, alleate di Orban contro l'Europa, che hanno mandato a casa Draghi e che nella campagna contro il Covid abbiamo visto che atteggiamento hanno avuto su tanti provvedimenti" ha aggiunto Zingaretti. Tuttavia, "lì dove con il Movimento Cinque Stelle si governa sulla base dei programmi, dei progetti, delle scelte di governo, non bisogna rimettere in discussione tutto. Dove si governa, non solo nel Lazio, si continui a governare e bene", ha proseguito. Quanto invece alla proposta del segretario Pd di aumentare la tassa di successione per i patrimoni piú grandi "la trovo giusta nel merito ma anche nella forza evocativa,
perchè dobbiamo riaccendere in questo Paese le speranze dei piú giovani a cui vanno destinate piú risorse", ha spiegato ancora Zingaretti sottolineando che "le proposte devono essere figlie di un'idea di Paese e in Italia. Un tema importante è quello delle disuguaglianze: un fattore che nega lo sviluppo, il programma deve aver ambizione di togliere l'Italia da questa perenne precarietá", ha aggiunto Zingaretti sottolineando che "occorre tassare i miliardari per dare una possibilitá ai 18enni. Bisogna indirizzare le risorse verso canali chiari, dalla ricerca e sviluppo, all'aiuto alle famiglie e ai giovani".