Usa, Biden: non c'è ragione che le società più grandi paghino poche tasse
Usa, Biden: non c'è ragione che le società più grandi paghino poche tasse
In un'intervista al New York Times, il presidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden annuncia l'approvazione di un pacchetto di stimoli economici per gli Stati Uniti, capace di generare crescita economica senza danni fiscali sul lungo termine se in futuro "tutti pagheranno la loro giusta quota". In una prima fase, Biden non toccherà i dazi del 25% imposti da Trump alla Cina

02/12/2020 14:44

Tasse più alte per le società americane che pagano pochi dollari di imposte: "tutti pagheranno la loro giusta quota. Voglio dire, non c'è ragione per cui l'aliquota massima non debba essere del 39,6%, come all'inizio dell'amministrazione Bush. Non c'è ragione per cui 91 società tra le 500 più grandi secondo Fortune debbano pagare zero dollari di tasse". In un'intervista con Thomas L. Friedman per il New York Times, il presidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden annuncia l'approvazione di un altro generoso pacchetto di stimoli economici per gli Stati Uniti, capace di generare crescita economica senza danni fiscali sul lungo termine se in futuro "tutti pagheranno la loro giusta quota". Sul fronte internazionale, Biden rilancia l'America first di Trump. "Voglio assicurarmi che combatteremo con tutte le nostre forze investendo prima di tutto in America", ha detto il presidente eletto. Biden ha detto di voler investire nella ricerca, nel biotech, nell'intelligenza artificiale. "Non farò nessun altro accordo commerciale finchè non avremo fatto grossi investimenti qui da noi e nei nostri lavoratori". Biden ha fatto anche sapere che, in una prima fase, non toccherà i dazi del 25% imposti dal presidente Donald Trump su una serie di prodotti e componenti industriali cinesi per un valore complessivo di 250 miliardi di dollari in base all’accordo commerciale di “Fase 1” con la Cina. “Non ho intenzione di fare mosse immediate, e lo stesso vale per le tariffe”, ha detto Biden in un’intervista al New York Times. “Non ho intenzione di compromettere le opzioni a mia disposizione”. “La migliore strategia sulla Cina, penso, sia quella che mette assieme tutti i nostri alleati — o almeno quelli che lo erano — sulla stessa lunghezza d’onda”, ha spiegato il presidente-eletto che vede in Europa e in Asia gli alleati chiave per “sviluppare una strategica coerente”. Sarà “una delle priorità per me nelle prime settimane della mia presidenza, cerca di riportarci sulla stessa lunghezza d’onda con i nostri alleati”, ha aggiunto. Funzionale a questo disegno sarà la creazione di uno “zar dell’Asia, una posizione all’interno del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, come rivelato dal Financial Times.