Tensioni nella maggioranza sulla legge elettorale
Tensioni nella maggioranza sulla legge elettorale
Zingaretti vuole votare una n uova legge elettorale. Per Renzi il Pd sbaglia a volere un'accelerazione

05/08/2020 10:28

L'approvazione di una nuova legge elettorale voluta fortemente dal Pd sta creando non pochi problemi all'interno della maggioranza di governo e l'elenco di chi al referendum del 20 settembre voterá contro la riforma del taglio dei parlamentari, legge bandiera del M5S, si fa ogni giorno piú lungo. Il segretario dem Nicola Zingaretti ieri è tornato alla carica sulla necessitá di votare una nuova legge elettorale sulla base degli accordi sottoscritti nel programma di governo, ma quelli contrari, fuori e dentro il Parlamento, cominciano a non nascondersi. Si tratta di una strana compagnia che mescola insieme liberali come Tommaso Nannicini ad esponenti della sinistra come Matteo Orfini, un'area che va dall'Anpi all'ex Cisl Marco Bentivogli. Non solo. A rendere complicato il percorso verso l'approvazione di una nuova legge elettorale è anche Italia Viva capitanata da Matteo Renzi. Secondo l'ex premier non è prioritario ora discutere su questo argomento e il Pd sbaglia a volere un 'accelerazione. Tuttavia, le cose nelle ultime ore pare stiano prendendo un'altra piega. Il timore di essere sostituito in corsa da Forza Italia, che ieri per bocca di Renato Brunetta si è detta disponibile a votare il proporzionale, ha persuaso il leader di Italia Viva ad aprire uno spiraglio. "Noi siamo per il maggioritario ma se altri vogliono il proporzionale discutiamo", ha detto in serata il senatore di Firenze, dopo aver però strappato ampie rassicurazioni sull'abbassamento della soglia di sbarramento fissata per ora al 5%. La sua idea è farla scendere di uno, o meglio due punti, come pure Leu vorrebbe, per consentire al suo piccolo partito di sopravvivere alle urne e tali garanzie gli sarebbero state offerte sia dagli emissari del Nazareno, sia dal M5S. Iv, insomma, si dice sì pronta a riavviare il confronto, "ma bisogna sedersi attorno a un tavolo per ridefinire la mission". E comunque non prima delle regionali. Solo allora, è il ragionamento, si potranno capire le reali intenzioni delle forze di centrodestra e verificarne la disponibilitá a votare un testo che altrimenti rischia dl non avere i numeri in Aula. Ma il segretario del Pd non intende aspettare oltre e, sfogandosi con i collaboratori, minaccia la resa dei conti. "Tutti nel Pd erano d'accordo sul compromesso di agosto per fare il governo ed evitare la fine prematura della legislatura. Non ricordo interventi contrari in Direzione. Con gli alleati abbiamo preparato un testo base sul proporzionale per onorare quell'accordo e siamo stati gli unici a batterci perchè venisse approvato prima del referendum. Con coerenza e a viso
aperto continueremo a farlo e la coerenza pagherá, comunque, nel giudizio degli elettori. Sono altri che dovranno spiegare silenzi e giravolte, e assumersene la responsabilitá. C'è ancora tempo e dobbiamo raccogliere la disponibilitá manifestata da tanti a procedere sulla legge elettorale". Chiaro il riferimento a Forza Italia e chiara la sfida: andiamo in Aula e vediamo chi ci sta, se Iv avrá davvero il coraggio di votare contro, a costo di mettere a repentaglio il governo.