Tedeschi sempre nostalgici dell´Italia
Tedeschi sempre nostalgici dell´Italia
Il Covid, secondo l’inchiesta di copertina di Stern, ha fatto emergere la vecchia Italia, con le sue virtù che i connazionali di Frau Merkel da sempre ci invidiano. La solidarietà e l´ottimismo

di di Roberto Giardina 30/07/2020 08:10

Non è stato facile comprare in edicola l'ultimo numero di Stern. In copertina, il panorama di Firenze, e il titolo Italien. Il sottotitolo si chiede Come va avanti adesso il paese della nostra nostalgia? Non è semplice tradurre bene Sehnsucht, un desiderio che ha qualcosa di melanconico, di rimpianto, e Sucht vuol dire dipendenza, quella dei drogati. La rivista di Amburgo esce il giovedì, e ho rinviato l'acquisto a dopo il weekend. Nelle edicole al centro di Berlino era già esaurito, alcune sono ancora chiuse a causa del Covid, ho trovato una copia al quinto tentativo. Certamente, l'articolo l'avevo letto online, ma volevo la copia cartacea per la mia raccolta di copertine sull'Italia, a partire da quella, mitica, con il revolver sul piatto di spaghetti fumanti, lo Spiegel del 26 luglio del '77, un pezzo da collezione che vale 30-35 euro.

Non è un'indagine di mercato, ma un segno che l'Italia tira. Stern, come gli altri settimanali, vende sempre meno, in media 378 mila copie, poche per la Germania, un terzo scarso rispetto al record di un milione e mezzo, prima del colpo fatale dei falsi diari di Hitler (1983). I lettori non hanno perdonato. In edicola scende a 140mila copie, un livello allarmante. La copertina ogni settimana diventa una scelta vitale, pure per i rivali Spiegel e Focus.

Italiani, noi tedeschi vi amiamo sempre, e siamo preoccupati per voi, questo in sintesi scrive la collega Andrea Ritter (Andrea è femminile). E non si sbaglia. Me ne sono accorto in questi mesi, nonostante che da Roma continuavano a giungere insulti a Frau Angela, e ai suoi connazionali, avari e spietati, non disposti a sganciare un euro per salvarci. L'inchiesta della Ritter è rapida, da Firenze a Roma, anche giornali e riviste tedesche risparmiano sulle note spese, e molti redattori sono stati mesi a orario ridotto, quasi la nostra cassa integrazione. Però è una collega brava e attenta ai particolari: «perfino i conducenti dei bus a Roma sono diventati più gentili». Si vede che Andrea ci frequenta da tempo, e ci conosce.

Il Covid, giudica Andrea, ha fatto emergere la vecchia Italia, con le sue virtù che i connazionali di Frau Merkel da sempre ci invidiano. La solidarietà e l'ottimismo. L'articolo inizia in un piccolo albergo in Toscana, dove migliaia di tedeschi hanno casa, tartassata dal fisco e da una burocrazia incomprensibile. La proprietaria, la signora Simona Quirini, è contenta di avere solo 4 camere occupate su 10, perché le consente di ristabilire un contatto personale con i clienti, che lei considera amici, ospiti. «Chi in questi giorni viaggia per l'Italia», prosegue la collega, «avverte un clima di riflessione e di consapevolezza…la paura per il virus diminuisce lentamente». Nonostante il Covid abbia colpito il Paese in modo molto più brutale che in Germania, e che ci siano grandi incognite sul futuro della crisi economica: «Le previsioni sono pessime, ma molti italiani rimangono ottimisti».

Un altro nostro pregio: i tedeschi vedono sempre nero, gli italiano, forse per superficialità, non si preoccupano della catastrofe imminente. Ma, questo lo aggiungo io, loro, quando arriva sono pronti, e noi ci facciamo sorprendere impreparati. Il reportage non dimentica che gli aiuti da noi sono stati lenti, e che c'è il pericolo che la mafia ne approfitti. Anche il turismo è in crisi.

Indirettamente, Stern invita i lettori a tornare in Italia, senza paura. Mai stata così vuota, e tristemente bella. Il ministro della sanità, Jens Spahn, ha appena reso obbligatori i tamponi per chi torna dalle vacanze da paesi a rischio, come la Spagna. Ma l'Italien non è nella lista. Peccato che le notizie che giungono non siano rassicuranti: i nuovi sbarchi sulle nostre coste, i profughi positivi, o a rischio, che fuggono dalla quarantena. E carabinieri e poliziotti che si mettono alla loro caccia. Difficile reagire dopo, i problemi vanno previsti in tempo. L'improvvisazione è nostra virtù italiana, che ai tedeschi manca, ma a volte diventa superficialità. Il direttore di Stern, Florian Gless, nella sua rubrica, annuncia che dopo questo numero se ne andrà in vacanza. Dove? «La nostra Andrea Ritter», conclude, «ha indagato in Italia a Firenze e Roma che dipendono dal turismo…» ma lui resterà in Germania, se ne andrà su una spiaggia al nord.

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