Superbonus, pochissimi spazi per sbloccare i crediti e prorogare i benefici. La quarta cessione non è semplificabile ed è intoccabile il divieto di cessione parziale dei crediti, considerato presidio di tracciabilità. Qualsiasi proroga dei bonus edilizi sarà da valutare alla luce dei vincoli di finanza pubblica. Queste, in sintesi, le risposte che Federico Freni, sottosegretario al Ministero dell'economia e delle finanze, ha fornito per conto del Ministero ad alcune interrogazioni parlamentari su bonus edilizi e cessione, in occasione del question time del 23 novembre.
I nodi più allarmanti intorno ai bonus edilizi riguardano la questione del blocco della cessione dei crediti d'imposta e le richieste di proroga del superbonus. Al riguardo, risponde il Mef all'interrogazione del deputato Francesco Rubano, FI, sulle misure urgenti che il Ministero intende adottare per rimuovere gli ostacoli che limitano le cessioni, non è possibile facilitare ulteriormente la c.d. quarta cessione. Si ricorda che il decreto rilancio (dl 34/2020) permetteva di cedere i crediti d'imposta su spese per interventi edilizi agevolati per tre volte, a condizione che le ultime due avvenissero verso specifiche banche e istituti abilitati. In seguito, il decreto aiuti (dl 50/2022) ha introdotto la possibilità di un'ulteriore cessione, la quarta, a favore di soggetti diversi da consumatori o utenti che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con l'istituto abilitato. La risposta del Mef evidenzia l'esigenza di «contemperare il contrasto degli abusi e dei comportamenti fraudolenti connessi a una catena di cessioni […] con l'opposta esigenza di non vanificare la finalità di ripresa a cui è ispirata la normativa sui bonus fiscali», negando dunque spazio a ulteriori interventi su detta catena. Dalla stessa esigenza è giustificata l'impossibilità di rimuovere nei riguardi delle banche il divieto di cessione parziale dei crediti previsto dall'art. 121, co. 1 quater del decreto rilancio, applicabile alle cessioni successive alla prima, in quanto «presidio di tracciabilità dei crediti d'imposta». Nessuno spazio, dunque, per questa modalità di sblocco crediti, sulla cui questione il Mef ritiene adatta ad incentivare l'acquisto dei crediti l'aumento a 10 l'anno delle rate di fruizione del superbonus previsto in decreto aiuti 4, di fatto dovendo rifiutare la proposta di Abi (associazione bancaria italiana) e Ance (associazione nazionale costruttori edili), ricordata dall'interrogante, che reputano la misura non risolutiva dei problemi di liquidità immediati delle imprese. Tuttavia, il Mef, citando l'Agenzia delle entrate, ricorda che le cessioni successive alla prima potranno avere ad oggetto anche solo una delle rate di cui è composto il credito, così come aumentate dal decreto aiuti 4.
Sul fronte proroghe, numerose sono state le istanze degli operatori: è di ieri l'ultima segnalazione, proveniente dall'ordine degli ingegneri della provincia di Firenze, che lamenta un intasamento dei portali dedicati alla trasmissione delle cilas (comunicazione inizio lavori asseverata semplificata), la cui scadenza per poter usufruire dell'aliquota originaria al 110% è stata raggiunta oggi, con un appello che si unisce agli altri, invocando una proroga dei termini. Tuttavia, in risposta all'interrogazione del deputato Virginio Merola, Pd, il Mef ha chiarito che «ogni iniziativa concernente le proroghe del superbonus potrà essere valutata in coerenza con i vincoli imposti dal rispetto dei saldi programmati di finanza pubblica».
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