Santoro: meno Irpef sui redditi da lavoro
Santoro: meno Irpef sui redditi da lavoro
Alleggerire i redditi da lavoro rimodulando l’Irpef e ridisegnare le detrazioni cercando un punto di equilibrio tra il loro moltiplicarsi e i reali benefici. Sono queste le due direttrici a cui il ministero dell’economia sta lavorando nel proprio progetto di riforma fiscale

di Cristina Bartelli 30/10/2020 07:07

Alleggerire i redditi da lavoro rimodulando l'Irpef, riconoscendo a ogni livello la propria aliquota media. E ridisegnare le detrazioni cercando un punto di equilibrio tra il loro moltiplicarsi e i reali benefici. Sono queste le due direttrici a cui il ministero dell'economia sta lavorando nel proprio progetto di riforma fiscale che è stato illustrato ieri da Alessandro Santoro, consigliere del ministero intervenuto al Forum di ItaliaOggi sulle novità fiscali. Obiettivo della riforma, per Ernesto Maria Ruffini, direttore dell'Agenzia delle entrate, intervenuto con un video messaggio: «Tempi maturi per poter vedere la luce, la giungla la stratificazione normativa in cui dobbiamo muoverci dovrebbe lasciare il posto a un sistema più snello in cui le norme aiutino i cittadini a confrontarsi con il fisco. Importante semplificare tutte le procedure e modalità di erogazione dei servizi nei confronti dei cittadini da parte del fisco in modo che i cittadini siano messi in condizione di adempiere e pagare le tasse nel modo più semplice».

L'assegno unico universale. Per la riforma fiscale l'orizzonte del governo è di medio periodo con una entrata in vigore a regime delle misure dal 2022, e una dote di risorse annuali di 8 mld di euro l'anno, anche se un primo tassello sarà messo con l'assegno familiare unico. «Questa riforma fiscale come noto ha diciamo due pezzi che sono tra di loro coerenti: una è la riforma del trattamento fiscale delle famiglie. Oggi la situazione è dispersa tra diversi strumenti», ricorda Santoro.

Il trattamento fiscale delle famiglie è disperso, dunque, tra le detrazioni dei figli a carico, gli assegni del nucleo familiare erogato Inps, escluse alcune categorie come i lavoratori autonomi e vari trattamenti sempre Inps. La legge, in approvazione definitiva al Senato, prevede l'unificazione di questi diversi strumenti sulla base di un indicatore Isee, sulla base di un decalage che è più grande per i figli minorenni e che si riduce per i figli maggiorenni. «Una riforma importante», osserva Santoro, «perché il sistema precedente non forniva tutela a tutti i nuclei familiari così come la problematica degli incapienti, c'è discorso di ampliamento e razionalizzazione di un sistema che oggi è molto frammentato, in base a una logica universale sull'Isee indicatore principe per le prestazioni sociali». Sul punto la legge di bilancio ha previsto 3 mld a partire dal 2021 con una ipotesi di entrata in vigore delle norme da luglio e su base annua quindi a regime uno stanziamento di 6 mld. « L'altro pezzo della riforma» ricorda il consigliere di Roberto Gualtieri, ministro dell'economia, «è la legge delega, dove spetta al governo la decisione di quali materie inserire». Cuore della riforma, dunque, sarà l'Irpef, imposta che ha una base imponibile molto ampia, dovuta da 40 mln di contribuenti, disegnata nel 1973 e modificata nel corso degli anni. «Non è più una imposta coerente, piena di regimi speciali e aliquote marginali e medie sui redditi di lavoro molto elevate», osserva Santoro.

La nuova progressività. Quale sia l'orientamento per ridisegnare la nuova Irpef è ancora in fase di studio ma il consigliere dell'economia spiega il dibattito in corso sulla forma tecnica di progressività. «Se l'idea fosse quella di realizzare una riforma dell'Irpef che beneficia tutti i contribuenti Irpef senza fare distinzioni, allora francamente non ci sarebbe ragione per non utilizzare il sistema a scaglioni e ritoccare le aliquote o l'intervalli degli scaglioni», spiega Santoro. Il discorso cambia «se si pensa a interventi più mirati, con una maggiore differenziazione, se si ritiene che l'urgenza sia di intervenire sui carico dei redditi da lavoro, dipendente autonomo, ma anche da impresa individuale, allora operare con un sistema a scaglioni e le detrazioni per tipologia di reddito, come attualmente è, genera delle difficoltà». All'orizzonte dunque sembra prendere forma l'applicazione al sistema italiano del sistema utilizzato in Germania. «Un sistema come quello tedesco», spiega Santoro, «non come la formula che usano i tedeschi, lasciamo perdere l'architettura del loro sistema, ma usare delle funzioni matematiche che determinano per ogni livello di reddito l'aliquota media, pagare l'imposta senza più le detrazioni di lavoro che verrebbero assorbire quanto deve pagare il singolo contribuente.

La sforbiciata sulle detrazioni. Un altro capitolo è quello delle detrazioni fiscali. Allo studio del ministero dell'economia due approcci: l'analitico, caso per caso, esaminando ciascuna detrazione presente nel sistema fiscale operando una scelta tra mantenimento integrale di alcune e l'abolizione di altre o una seconda strada quella del quadro di insieme. «Prevedendo per esempio» semplifica Santoro, «che non ci sia una disamina singola di quale detrazione merita di sopravvivere e quale detrazione invece essere abolire ma meccanismo di tetto all'utilizzo delle detrazioni, tetti massimi che possono essere declinati in termini assoluti, ammontare assoluto di detrazioni utilizzabili in un periodo d'imposta oppure come tetti relativi non più del x% del proprio reddito imponibile o della propria imposta lorda. Sono due teorie devo dire», racconta il consigliere del ministero, «finora è stata tentata la prima strada che ha avuto un effetto limitato complicato, una strada difficile da gestire, personalmente», sottolinea Santoro, «credo che sarebbe preferibile una strada che passa attraverso un tetto massimo di detrazione utilizzabile al periodo di imposta, percentuale assoluta o relativa questo si può stabilire, assoluto è più progressivo a vantaggio redditi bassi, quello percentuale tende a essere flat, proporzionale in termini assoluti».

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