Pelosi a Taiwan: veniamo in pace. La Russia: pura provocazione. La Cina schiera i mezzi militari
Pelosi a Taiwan: veniamo in pace. La Russia: pura provocazione. La Cina schiera i mezzi militari
Alta tensione per la visita della leader della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti,

03/08/2022 08:15

"Oggi la nostra delegazione è venuta a Taiwan per rendere chiaro in modo inequivocabile che non abbandoneremo il nostro impegno nei confronti di Taiwan e che siamo orgogliosi della nostra amicizia". Con queste parole la leader della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, ha chiarito le ragioni della sua scelta di recarsi in visita a Taipei, nonostante la ripetuta contrarietà di Pechino, che considera Taiwan parte del suo territorio ed ha annunciato esercitazioni militari di ritorsione. Erano 25 anni che una figura istituzionale statunitense di così alto grado non metteva piede a Taiwan. "Vogliamo che Taiwan abbia sempre libertà con sicurezza, non ci stiamo tirando indietro", ha aggiunto parlando a fianco della presidente Tsai Ing-wen, che l'ha ricevuta nella capitale. "Siamo sostenitori dello status quo, non vogliamo che nulla succeda a Taiwan con la forza". Pelosi, che è arrivata nel pomeriggio di ieri ora italiana - quando a Taipei erano circa le 22 - ha iniziato la giornata visitando il parlamento di Taiwan, dove ha avuto modo di incontrare alcuni legislatori taiwanesi di diversi partiti. Quindi è stata accolta dal vicepresidente del Parlamento Tsai Chi-chang, che ha ringraziato Pelosi per la sua visita, salutandola come una "luce guida" nella salvaguardia dei diritti umani. Da parte sua, la speaker della Camera Usa, con una citazione di Tiananmen, ha ricordato il suo sostegno di lunga data ai diritti umani, facendo riferimento al suo precedente viaggio in Asia del 1991 quando mostrò un piccolo striscione a Pechino dedicato "a coloro che sono morti per la democrazia in Cina". Pelosi è stata quindi ricevuta dalla presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, che le ha conferito la più alta onorificenza civile di Taiwan, assicurando che Taipei farà "qualunque cosa sia necessaria per rafforzare la sua capacità di autodifesa". Tsai ha osservato come l'isola debba fronteggiare "una minaccia militare deliberatamente accresciuta": ma "non ci tireremo indietro", ha detto. "Sosterremo fermamente la sovranità della nostra nazione e continueremo a mantenere la linea di difesa dela democrazia. Allo stesso tempo desideriamo cooperare e lavorare in unità con tutte le democrazie del mondo per salvaguardare insieme i valori democratici". La presidente di Taiwan ha quindi spiegato che "le esercitazioni militari" cinesi, annunciate in rappresaglia alla visita di Pelosi, sono una reazione non necessaria": Taiwan è "impegnata a mantenere lo status quo attraverso lo Stretto di Taiwan", ha aggiunto la presidente, parlando al fianco della sua ospite statunitense. D'altra parte, il governo di Taiwan ha emesso una forte condanna dei piani cinesi di esercitazioni antincendio in località intorno all'isola, attualmente la principale risposta di Pechino alla visita di Pelosi. Tali esercitazioni "hanno invaso lo spazio territoriale di Taiwan" e "equivalgono a un blocco dello spazio aereo e marittimo di Taiwan", hanno affermato i militari. Il ministero della Difesa taiwanese da parte sua ha affermato che i suoi militari avrebbero "contrastato qualsiasi mossa che violasse la sovranità territoriale di Taiwan". Pelosi ha elogiato Taiwan come una delle società più libere del mondo e ha ribadito la "solidarietà" dell'America con l'isola. Ha voluto chiarire "inequivocabilmente" che gli Usa "non abbandoneranno il loro impegno per Taiwan": "siamo orgogliosi della nostra amicizia duratura", ha aggiunto. "Oggi più che mai la solidarietà americana nei confronti di Taiwan è cruciale, e questo è il messaggio che stiamo consegnando oggi", ha insistito la speaker della Camera Usa.

Intanto, dopo che ieri la Cina ha avvertito che "adotterà sicuramente tutte le misure necessarie per salvaguardare risolutamente la sua sovranità e integrità territoriale", l'esercito cinese ha fatto sapere di essere in "allerta alta" e che avrebbe avrebbe condotto esercitazioni intorno a Taiwan in risposta al viaggio di Pelosi. Il Giappone ha espresso preoccupazione alla Cina per le sue previste esercitazioni a fuoco vivo nello Stretto di Taiwan. Il capo di gabinetto del governo giapponese, Hirokazu Matsuno ha detto ai giornalisti durante una conferenza stampa che Tokyo chiede ancora una volta "la risoluzione pacifica della questione dello Stretto". Il funzionario giapponese ha anche ricordato che la Zona Economica Esclusiva (ZEE) del Giappone è inclusa nell'area di mare che la Cina ha annunciato come luogo di destinazione per le sue esercitazioni militari.

Immediata la reazione cinese ed è una ritorsione commerciale. La Cina, infatti, ha sospeso l'importazione di agrumi e di alcuni prodotti ittici da Taiwan e l'esportazione di sabbia naturale nell'isola, hanno affermato oggi le autorità di Pechino, ore dopo l'arrivo a Taipei della speaker della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi. Il portavoce cinese dell'Ufficio per gli affari di Taiwan, Ma Xiaoguang, ha dichiarato che l'importazione di pompelmi, limoni, arance e altri agrumi, nonché di alcuni prodotti ittici da Taiwan alla Cina è stata sospesa. In una dichiarazione separata, la dogana cinese ha affermato che la sospensione delle importazioni di agrumi è il risultato del "controllo su parassiti" e della presenza di "residui eccessivi di pesticidi" e ha citato la "prevenzione del Covid" per la sospensione delle importazioni di prodotti ittici. Nel frattempo, anche il ministero del Commercio cinese ha annunciato che sospenderà immediatamente l'esportazione di sabbia naturale a Taiwan, un componente chiave per la produzione di chip semiconduttori. Ma dopo l'annuncio, Taiwan ha fattyo sapere che la sospensione delle esportazioni di sabbia da parte della Cina avrebbe un effetto "limitato" e che la domanda interna di Taiwan di sabbia cinese rappresenta "meno dell'1%" negli ultimi anni. Ma contro gli Usa arrivano anche altri avvertimenti. "Gli Stati Uniti dovranno affrontare serie ritorsioni da parte della Cina a causa della visita a Taipei di Nancy Pelosi, presidente della Camera dei Rappresentanti Usa. A dirlo, in una intervista all'agenzia russa Tass, è il direttore del dipartimento di controllo degli armamenti del ministero degli Esteri cinese, Fu Cong. "Queste azioni statunitensi porteranno a gravi conseguenze negative. Verranno prese serie ritorsioni ai danni degli Stati Uniti", ha affermato il diplomatico, riferendosi alla situazione come "molto grave", dal momento che investe "la sovranità e l'integrità territoriale della Cina". Per Fu Cong la Cina "sta facendo tutto il possibile per riunificare pacificamente il Paese, anche se non rinunciamo all'opzione militare".

E reazioni si registrano anche dalla Russia, ovviamente pro Cina e anti Usa. "Gli Stati Uniti cercano di dimostrare la propria impunità al mondo intero". così il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha commentato oggi la controversa visita della speaker della Camera dei rappresentanti Usa a Taiwan. "Non ho dubbi che questo rifletta la linea stessa (degli Stati Uniti) di cui stiamo parlando in relazione alla situazione ucraina: questo è il desiderio di dimostrare a tutti la loro impunità e di mostrare la loro permissività", ha detto Lavrov, citato dalla Ria Novosti, durante la sua visita in Myanmar. La visita di Nancy Pelosi a Taiwan è stata definita addirittura "una pura provocazione, non ci sono obiettivi di politica estera che permettano di usare tali metodi". Così il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov. "Certo, è impossibile sottovalutare il livello di tensione che è stato provocato da questa visita nella regione. Si tratta di una purissima provocazione. Questa non è una linea diretta a sostegno di una effimera libertà e democrazia, questa è una pura provocazione, bisogna essere chiari riguardo tali passi, chiamarli con il loro nome", ha detto Peskov, che ha poi sottolineato che la Russia sostiene la politica della Unica Cina e "i passi equilibrati" con cui viene perseguita.

Un appello alla calma è stato lanciato infine dalla Corea del Sud, prossima tappa del tour asitico di Pelosi. Seoul ha chiesto a tutte le parti interessate di mantenere vivo un dialogo per la pace e la stabilità nella regione, alla luce delle crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina a causa della visita della presidente della Camera Usa a Taiwan. "La posizione del nostro governo è di mantenere una stretta comunicazione con le parti interessate [...] considerando l'importanza della pace e della stabilità nella regione attraverso il dialogo e la cooperazione", ha detto alla stampa un funzionario dell'ufficio presidenziale.