Partite Iva, flat tax verso la conferma fino a 65 mila euro
Partite Iva, flat tax verso la conferma fino a 65 mila euro
Intesa sul carcere aumentato a un massimo di 8 anni per gli evasori a partire da 100.00 euro. Stretta sui contanti dal luglio del 2020. Per le partite Iva dovrebbe sparire anche il regime analitico. L'Ue nella missiva a Roma: "Piano dell'Italia non conforme ai parametri per la riduzione del debito". Ma per Conte e Moscovici il clima è disteso

di Giampiero Di Santo 22/10/2019 13:23

Dopo oltre due ore e mezza di vertice, il governo trova l'accordo sul decreto fiscale e inserisce nella manovra il carcere per gli evasori e il via alla stretta sui contanti ma solo dal luglio del 2020. Restano da definire i nodi della flat tax e delle partite Iva, al termine di una giornata interminabile fatta di incontri bilaterali e conclusa appunto con il summit a palazzo Chigi. La stretta entrerà subito nel testo del decreto fiscale ma le nuove norme entreranno in vigore solo dopo il via libera finale al decreto. Così il parlamento "potrà approfondire tutti gli effetti e le conseguenze", ha dichiarato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Su due questioni sollevate innanzitutto dal M5s guidato da Luigi Di Maio, il taglio delle commissioni dei pos e il carcere agli evasori, è stata trovata un’intesa di massima. Nel primo caso l’accordo di maggioranza prevede di rinviare a luglio 2020 l’abbassamento da 3 a 2 mila euro del tetto al contante e le multe per chi non accetta la moneta elettronica, "solo dopo un corposo taglio delle commissioni bancarie". Quanto ai grandi evasori, dopo che nel decreto fiscale la pena da infliggere  in caso di frodenei casi più gravi è già stata alzata da 6 ad 8 anni, si punta a fissare a 100mila euro con un decreto già messo a punto dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, la soglia che farebbe scattare l’arresto e a reintrodurre la confisca per sproporzione mutuata dalle norme antimafia. Si tratta quindi soltanto di decidere quale strumento legislativo adottare. Il premier Giuseppe Conte,il Pd, Iv e Leu ritengono giusto utilizzare uno dei 21 disegni di legge delega che accompagneranno la legge di Bilancio. I 5 stelle invece insistono per prevedere già«qualcosa nel decreto fiscale. Quota 100 non sarà toccata e sarà limitata al massimo la stretta sulle partite Iva: dovrebbe restare la flat tax al 15%, fino a 65.000 euro e sparire  il regime analitico e l’obbligo di fatturazione elettronica, Non è ancora chiaro, invece, cosa sarà del tetto  agli investimenti che  i 5 Stelle non vorrebbero.  Dovrebbe anche essere introdotto il dievieto di cumulo con i redditi da lavoro dipendente oltre i 30 mila euro. Si tratta però di misure, quelle per le partite Iva, che dovranno essere definite nei prossimi giorni, perché, come ha detto Conte, "la manovra non è ancora chiusa". 

Per quanto riguardo l'incentivo all'utilizzo della moneta elettronica in funzione antievasione a gennaio 2021 arriverà il superbonus, un incentivo che premierà le spese  con carte e bancomat a partire dal luglio del 2020. In questo modo si favorirebbe l'introduzione del meccanismo di cashback per chi fa acquisti tracciabili in settori ad alto pericolo di evasione. Nell'elenco, ancora in via di definizione, entrerebbero quindi parrucchieri ed estetisti, ma anche officine ed elettrauto, oltre a elettricisti e idraulici e ai ristoranti. L'obiettivo sarebbe quello di stilare una lista più ampia possibile, che includa anche medici e dentisti. Le risorse a disposizione restano 3 miliardi, che si tradurrebbero in un bonus tra i 300 e i 500 euro che dipenderà anche dalla platea: l'ipotesi è che l'uso raddoppi, da attuali 6-7 milioni di utenti a 15 milioni. La manovra del governo giallorossofucsia, insomma, sembra procedere dopo gli scontri che hanno fatto pensare a una riedizione, riveduta, corretta e peggiorata, dell'esecutivo gialloverde guidato fino al'agosto scorso da Conte.

Ma già domani,  23 ottobre il governo dovrà rispondere alla lettera inviata dalla commissione Ue a Roma per per chiedere informazioni supplementari sulla bozza di legge di Bilancio presentata la scorsa settimana. Nella missiva l'esecutivo europeo si dice dubbioso sulla possibilità che l'Italia riduca il proprio debito nel 2020 come previsto: "Il piano dell'Italia non è conforme ai parametri di riferimento per la riduzione del debito nel 2020", si legge nella lettera firmata da Pierre Moscovici, commissario uscente per gli Affari economici, e da Valdis Dombrovskis, vice presidente della commissione riconfermato nella squadra che dal primo novembre sarà guidata dalla presidente Ursula von der Leyen. La lettera sottolinea che "il Documento programmatico di Bilancio prevede una modifica del saldo strutturale nel 2020 pari a un peggioramento dello 0,1% del pil", dato "non all'altezza dell'adeguamento strutturale raccomandato e pari allo 0,6% del pil". "Questi elementi non sembrano essere in linea con i requisiti della politica di bilancio stabiliti dalla Commissione" aggiunge la lettera. L'esecutivo di Bruxelles, inoltre, prende nota della richiesta italiana di utilizzare la flessibilità prevista dalle regole del Patto per prendere in considerazione gli effetti sul bilancio degli eventi eccezionali, e farà un'analisi approfondita della domanda, considerando i criteri di eleggibilità". 

Fonti del ministero dell'economia hanno spiegato che "la lettera era attesa e rientra nell'ambito di un normale dialogo fra le parti che non desta preoccupazioni". Il governo si appresta a dare risposta entro domani alla richiesta di chiarimenti, sottolineano le stesse fonti. Il premier Conte ha agginto che "all'Ue daremo tutti i chiarimenti, non siamo preoccupati". E anche il commissario per gli affari economici, Pierre Moscovici, ha parlato di clima disteso e ha aggiunto che "l'Italia risponderà serenamente"