Nuovo ostacolo sulla strada della commissione europea a guida Ursula Von Der Leyen. Il Parlamento europeo ha infatti fatto mancare la maggioranza sul commissario per l'allargamento designato dall'Ungheria, Olivér Várhelyi, al quale verranno posti ulteriori quesiti o domande. Varhelyi, fedelissimo di Viktor Orban, non ha superato l'esame nell'audizione in commissione Affari esteri del Parlamento europeo. Socialisti, Liberali, Verdi e Gue sono stati determinanti nel 'rimandare' il commissario designato ungherese, esponente del Ppe. "Lavorerò per l'Ue", aveva detto Varhelyi, assicurando che non è un membro del partito del premier ungherese e che presterà servizio per l'Ue in modo "indipendente". L'ungherese ha quindi risposto sui temi strettamente legati al portafoglio dell'Allargamento, a partire dalle relazioni con la Turchia. "Non dovremmo dimenticare che la Turchia è il secondo più grande alleato della Nato", ha detto, spiegando che Bruxelles deve "tenere conto di tutti gli interessi comuni" con Ankara, soprattutto "in settori come l'unione doganale e la migrazione", menzionando tuttavia i "passi indietro sullo stato di diritto" del governo di Erdogan. Sui Balcani occidentali, candidati all'ingresso nell'Unione, Varhelyi ha quindi assicurato: "Costruirò un ponte" tra gli Stati membri e la regione, "per difendere l'interesse dell'Ue" e "rispondere a tutte le preoccupazioni". Netto il 'no' dei Verdi. "Il nostro gruppo ha deciso di votare contro il commissario ungherese designato per il vicinato e l'allargamento", hanno scritto su Twitter, spiegando che Varhelyi "ha dato risposte deludenti e vaghe, e si è rifiutato di prendere le distanze dal governo ungherese". L'eurodeputato socialista tedesco Udo Bullmann ha puntato il dito contro le politiche di Orban che "favorisce Erdogan e Putin", e si è chiesto a questo punto come poter dare fiducia a Varhelyi, chiedendo a von der Leyen di dare al candidato ungherese "un'altra area di responsabilità".