Mineapolis, scontri e incendi. Trump: "Contro il saccheggio apriremo il fuoco"
Mineapolis, scontri e incendi. Trump: "Contro il saccheggio apriremo il fuoco"
Dilaga la protesta per l'assassinio di George Floyd l'afroamericano soffocato dal ginocchio tenuto premuto sul suo collo dal poliziotto Derek Chauvin arrestato oggi. Il presidente manda la Guardia nazionale e minaccia una dura repressione

di Giampiero Di Santo 29/05/2020 20:17

Minneapolis brucia per la protesta contro l'assassinio di George Floyd, l'afroamericano soffocato dal ginocchio tenuto premuto sul suo collo da un poliziotto, malgrado la vittima inerme lo implorasse di lasciarlo respirare. Scontri e violenze sono in corso nella città capitale del Minnessota e il presidente Donald Trump, che si era detto scioccato per le terribilo immagini della tragica fine di Floyd, ha avvertito che invierà la Guardia nazionale a reprimere gli eccessi, e ha aggiunto: "Non posso stare fermo a guardare cosa accade a una grande città americana, Minneapolis. Una mancanza totale di leadership. O il debolissimo sindaco della sinistra radicale Jacob Frey agirà immediatamente per riportare la città sotto il suo controllo, o manderò la Guardia nazionale a fare il lavoro". Non contento, Trump ha aggiunto: Questi THUGS stanno disonorando la memoria di Floyd, non permetterò che ciò accada. Ho appena parlato con il governatore Tim Waltz e gli ho detto che l'esercito è con lui. Se ci saranno ancora difficoltà, assumeremo noi il controllo, ma quando il saccheggio comincia, si comincia anche a sparare". 

 

Parole durissime quelle pronunciate dal presidente Usa, mentre Minneapolis fronteggia proteste e disordini: dozzine di attività commerciali hanno abbassato le saracinesche per prevenire i saccheggi e la città ha chiuso quasi interamente il sistema di ferrovie leggere e autobus. Nella notte i manifestanti hanno appiccato il fuoco alla Third Precinct Minneapolis, la stazione di Polizia competente per la porzione meridionale di Minneapolis dove Floyd è stato arrestato, e gli agenti sono stati costretti ad abbandonare l'edificio per mettersi in salvo. 

Il sindaco Frey ha annunciato martedì il licenziamento dei quattro agenti coinvolti nell'arresto finito in tragedia e mercoledì ha chiesto il giudizio penale per Derek Chauvin, il funzionario di polizia che ha immobilizzato  Floyd. Il poliziotto è stato arrestato oggi dopo tre notti di violente proteste, che si stanno diffondendo in varie città del Paese. In risposta all’omicidio sono stati devastati centri commerciali, diverse auto sono state date alle fiamme, le strade invase dai lacrimogeni, al punto che è stato necessario fermare i mezzi pubblici. 

Il procuratore generale del Minnesota, Keith Ellison, ha dichiarato oggi di aspettarsi che le accuse siano formulate dall'Ufficio del procuratore della Contea di Hennepin e ha difeso l'approccio cauto delle autorità giudiziarie locali al caso. "Vogliono essere sicuri che il caso tenga in Tribunale e ciò sfortunatamente sta richiedendo più tempo del previsto. Ma noi stiamo esercitando pressioni perché le accuse siano formulate al più presto". 

Walz ieri ha attivato la Guardia Nazionale su richiesta di Frey ieri, ma nessun militare è stato visto nelle Twin Cities, cioè nell'area metropolitana di Minneapolis-Saint Paul. Non è chiaro se Trump sapesse della decisione di Waltz di fare intervenire la Guardia nazionale, nel momento in cui ha spostato il suo commento su Twitter, ma il presidente degli Stati uniti ha comunque il potere in ogni momento di riportare la Forze militari di riserva sotto il controllo federale collocando i suoi membri in servizio attivo. 

Gli ultimi commenti del presidente sui gravi fatti di Minneapolis, insomma, rappresentano una vera inversione di marcia rispetto ai toni usati subito dopo la tragedia di Floyd: “Quella di George Floyd in Minnesota è stata una morte molto triste e tragica", aveva twittato Trump mercoledì scorso, quando aveva fatto sapere di avere richiesto un'indagine veloce a Fbi e Dipartimento della Giustizia. “La Giustizia sarà servita!", aveva concluso.