Mes, lettera di 69 parlamentari M5s a Crimi e Di Maio: non arretare sul no alla riforma
Mes, lettera di 69 parlamentari M5s a Crimi e Di Maio: non arretare sul no alla riforma
"Il nuovo contesto dovrebbe portarci a riaffermare, con maggiore forza e maggiori argomenti, quanto già ottenuto negli ultimi mesi: NO alla riforma del MES", hanno scritto i parlamentari del Movimento 5 Stelle ai loro capi. Il 9 dicembre in Parlamento si discuterà la riforma di questo strumento finanziario europeo, ma anche all'interno della maggioranza le posizioni sono differenti.

02/12/2020 16:34

No alla riforma del Mes. E' quanto hanno deciso di mettere nero su bianco 17 senatori e 52 deputati 5S in una lettera inviata poco fa ai vertici del Movimento in vista del voto in Parlamento il 9 dicembre. La lettera è indirizzata al capo politico del Movimento Vito Crimi, a Luigi Di Maio, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro e ai capigruppo pentastellati di Montecitorio e Palazzo Madama. "Bisogna riaffermare con maggiore forza e maggiori argomenti, quanto già ottenuto negli ultimi mesi: no alla riforma del Mes", si legge nella missiva firmata da 17 senatori, cioè Abate Rosa Silvana, Angrisani Luisa, Corrao Margherita, Croatti Marco, Crucioli Mattia, Di Micco Fabio, Granato Bianca, Guidolin Barbara, Lannutti Elio, Lezzi Barbara, Mininno Cataldo, Morra Nicola, Romano Iunio Valerio, Russo Loredana, Trentacoste Fabrizio, Vanin Orietta. “L’Europa del post-covid non può essere retta da strumenti pensati per assecondare politiche di austerità. Irrigidire ulteriormente questi strumenti, peraltro, sarebbe un grave errore storico, e non può bastare dire di non volere accedere al MES per avallare a cuor leggero una sua reformatio in peius, proprio per via - si legge nella missiva - dei suoi effetti immediati e perchè nessuno può essere certo di rimanere al governo del Paese per sempre”. “In sintesi, il nuovo contesto dovrebbe portarci a riaffermare, con maggiore forza e maggiori argomenti, quanto già ottenuto negli ultimi mesi: NO alla riforma del MES. Per questi motivi, consci delle diverse posizioni nella maggioranza, che non vogliamo in nessun modo mettere a rischio, chiediamo che nella prossima risoluzione parlamentare venga richiesto che la riforma sia subordinata alla chiusura di tutti gli altri elementi (EDIS e NGEU) delle riforme economico-finanziarie europee in ossequio alla logica di pacchetto, o in subordine, a rinviare quantomeno gli aspetti più critici della riforma del MES sopra menzionati”. I parlamentari di Camera e Senato si riuniranno quindi venerdì 4 dicembre, in vista del Consiglio europeo del 10-11 dicembre, ma anche per discutere proprio della questione Mes. In attesa del voto in Parlamento, il centrodestra ha già chiarito che voterà contro la riforma del Meccanismo di stabilità.

Il 9 dicembre in Parlamento si discuterà la riforma di questo strumento finanziario europeo, ma anche all'interno della maggioranza le posizioni sono differenti. Lo stesso Di Maio ha ribadito ieri che "la riforma del Mes è tutt'altro che entusiasmante" e che "in Parlamento non ci sono i numeri per sbloccarlo". Parole condivise anche dal centrodestra, che si schiera compatto contro il no alla riforma. Anche Silvio Berlusconi, infatti, ha annunciato che Forza Italia, così come la Lega e Fratelli d'Italia, "il 9 dicembre non sosterrà in Parlamento la riforma del Mes perché non riteniamo che la modifica del Meccanismo di Stabilità approvata dall'eurogruppo sia soddisfacente per l'Italia e non va neppure nella direzione proposta dal Parlamento europeo".