M5s, 14 grillini pronti a sfiduciare Di Maio. La replica: sono 10 e sono spaventati
M5s, 14 grillini pronti a sfiduciare Di Maio. La replica: sono 10 e sono spaventati
Polemiche dopo la riunione dei capigruppo pentastellati nelle diverse commissioni che chiedono di prendere le distanzeda Di Battista

06/12/2019 10:02

Si sono riuniti mercoledì sera, alla Camera, i 14 capigruppo nelle diverse commissioni del Movimento 5 stelle. Ed è stato durante quella riunione, seguita a una chat riservata, che uno di loro ha tirato fuori un messaggio subito recapitato a Luigi Di Maio: "se i toni non cambiano, se a guidare le danze dev'essere Alessandro Di Battista e i retroscena che ci danno pronti per il voto non vengono smentiti, faremo firmare a tutti un documento per sfiduciare il capo politico". Pronta la replica del leader 5S. "Non sono 14 capi commissione: su 320 parlamentari M5S sicuramente ce ne sono una decina che sono molto spaventati quando io alzo la voce. Non rinuncio alle battaglie M5s perché qualcuno è spaventato più dal destino della legislatura che dal destino del programma del Movimento. Li invito a venire allo scoperto pero'", ha detto Di Maio a Circo Massimo su radio Capital questa mattina sottolineando che "non si può trattare Alessandro Di Battista come corpo estraneo nel Movimento. Se parla di togliere le concessioni autostradali ai Benetton, o se dice che non possiamo firmare al buio un trattato internazionale, va sostenuto". Acque dunque agitate nel Movimento. Tanto che per l'ennesima volta il tentativo di forzare la mano sull'elezione del capogruppo a Montecitorio, eleggendo un'unica squadra guidata da Francesco Silvestri, non è passato. Voto rinviato, probabilmente a gennaio, proprio perché l'attuale reggente è considerato troppo vicino al leader. Molti parlamentari M5S hanno guardato con sgomento all'escalation degli ultimi giorni. Il mandato sul fondo salva-Stati che avevano affidato a Di Maio era per trattare con il resto della maggioranza, non per rompere. E il ritorno al fianco del capo di Di Battista non li rasserena: i nuovi arrivati lo conoscono poco, chi è alla seconda legislatura ha vissuto come un tradimento la sua mancata candidatura. "Se volete che mi dimetta, dopo di me c'è solo Alessandro", ha detto a più persone Di Maio nei giorni di maggiore scontro con gli altri big del Movimento quando la richiesta di un allargamento della leadership si era fatta pressante, prima del voto sul blog per la corsa solitaria alle regionali (dove i 5 stelle non trovano candidati, tanto da aver allungato i termini e da non aver ancora scelto chi guiderà la lista in Emilia-Romagna).