Lavoro, da febbraio 420 mila occupati in meno. A ottobre sale la disoccupazione giovanile
Lavoro, da febbraio 420 mila occupati in meno. A ottobre sale la disoccupazione giovanile
La stima preliminare dell'Istat: a ottobre a livello mensile l'occupazione scende lievemente, il tasso di disoccupazione (al 9,8%) è stabilmente al di sopra dei livelli di febbraio. Tra i giovani invece sale al 30,3% (+0,6 punti). Ma in un anno persi 473 mila occupati. Treu (Cnel): utilizzare il Recovery Fund per giovani e donne, rafforzando "Garanzia giovani" e apprendistato

02/12/2020 10:09

Rispetto a febbraio 2020, l'occupazione, a ottobre, "è ancora inferiore di oltre 420 mila unità (-136mila per gli indipendenti, -284mila per i dipendenti a termine e -4mila per i permanenti) e rimane più elevato sia il numero dei disoccupati, di circa 80 mila unità, sia quello degli inattivi, di quasi 230 mila unità". E' il commento dell'Istat alla stima preliminare dei dati su occupati e disoccupati di ottobre. Le ripetute flessioni congiunturali registrate tra marzo e giugno 2020 hanno fatto sì che, anche nel mese di ottobre l'occupazione continui a essere più bassa di quella registrata nello stesso mese del 2019 (-2%, pari a -473mila unità). La diminuzione coinvolge uomini e donne di qualsiasi età, dipendenti ( 319mila) e autonomi (-154mila), con l'unica eccezione degli occupati over 50, che crescono di 45mila unità per effetto della componente demografica. 
A livello mensile dopo la crescita di luglio e agosto e la sostanziale stabilità di settembre, "a ottobre l'occupazione scende lievemente (-0,1%) a seguito del calo tra uomini, dipendenti a termine e indipendenti. Il tasso d'occupazione e quello di disoccupazione rimangono tuttavia stabili", ha spiegato l'Istituto. In particolare il tasso di occupazione (al 58%) è ancora inferiore di un punto percentuale, mentre quello di disoccupazione (al 9,8%) è stabilmente al di sopra dei livelli di febbraio. Tra i giovani invece sale al 30,3% (+0,6 punti). Il calo del numero di inattivi (-0,2%, pari a -26.000 unita') e' frutto di una diminuzione tra le donne e i 25-49enni, di una sostanziale stabilita' tra gli uomini e di un aumento nelle altre classi d'eta'. Il tasso di inattivita' resta invariato al 35,5%. Nel trimestre agosto-ottobre 2020, il livello di occupazione è superiore dello 0,5% rispetto a quello del trimestre precedente (maggio-luglio 2020), registrando un aumento di +115mila unità.

“La crisi epocale che stiamo attraversando sta facendo emergere gli effetti di vuoti strutturali e di ritardi accu­mulati da tempo. Se la caduta dell’occupazione non è stata drammatica come quella del PIL, grazie al massiccio ricorso alle varie tipologie di ammor­tizzatori sociali, la diminuzione dell’occupazione si è tut­tavia concentrata nel la­voro autonomo e in quello dipendente a tempo de­terminato (-13%), dove la componente femminile e quella giovanile sono elevate”, scrive il presidente del Cnel Tiziano Treu nell’editoriale del nuovo numero del “Notiziario sul mercato del lavoro e la contrattazione del Cnel”. “La crisi ha colpito, in particolare, le fasce più deboli, lavoratori precari e a termine e, in generale, giovani e donne. Il rilancio dell’occupazione è un obiettivo prioritario delle politiche pubbliche. Il Cnel ha evidenziato come non siano sufficienti provvedimenti isolati e settoriali, e come gli stessi provvedimenti di incentivo, quali le decontribuzioni previste nella legge, non siano sufficienti a garantire una crescita durevole della occupazione, specie in periodi di crisi. Servono misure strutturali che affrontino i problemi alla radice. Occorre utilizzare le risorse europee per rafforzare il programma “Garanzia giovani” trasformando tale strumento in un effettivo ponte verso il lavoro. Vanno valorizzati e potenziati gli strumenti di transizione dalla scuola al lavoro, in particolare il meccanismo dell’apprendistato, strumento che in altri Paesi ha contribuito in grande misura a facilitare l’accesso dei giovani al mercato del lavoro regolare”.


"Di male in peggio! Un'emorragia di quasi mezzo milione di occupati, nonostante il blocco dei licenziamenti. Ci domandiamo cosa accadrà quando finirà il vincolo legislativo e gli occupati torneranno a essere collegati alla domanda di mercato. Il rischio è quello di una carneficina di lavoratori" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "In appena 8 mesi, gli occupati sono precipitati da 23 mln e 267 mila di febbraio a 22 mln e 843 mila di ottobre, con una caduta di 424 mila unità, i dipendenti a termine sono crollati da 2.928 mila di febbraio a 2.644 di ottobre, con una flessione di 284 mila unità, addirittura 307 mila nel confronto con gennaio, quando erano 2.951 mila" conclude Dona.