Lavoro, a pagare il maggior impatto del Coronavirus saranno le lavoratrici
Lavoro, a pagare il maggior impatto del Coronavirus saranno le lavoratrici
L’impatto sull’economia delle misure adottate per contrastare l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus produrrà un ulteriore aumento del gap gender nel paese, denuncia in una nota l’Unione Italiana del Soroptmist International. Già prima di questa crisi, l’Italia era al 76 posto su 153 paesi secondo i dati del Global Gender Gap Report 2020: in Italia lavora meno di una donna su due

27/02/2020 16:13

L'emergenza coronavirus penalizzerà prima di tutto le lavoratrici. “L’impatto sull’economia delle misure adottate per contrastare l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus produrrà un ulteriore aumento del gap gender nel Paese. Le misure per contenere la diffusione del virus stanno penalizzando fortemente le donne che lavorano e l’impatto della crisi economica che si sta delineando all’orizzonte avrà ripercussioni sull’occupazione femminile”, denuncia in una nota l’Unione Italiana del Soroptmist International, l’associazione mondiale di donne di elevata qualificazione professionale impegnate nel sostegno all’avanzamento della condizione femminile nella società e nel mondo del lavoro, composta da 158 club presenti in tutte le regioni del nostro Paese con 5000 iscritte. “Dalle nostre socie coinvolte in prima persona nelle azioni di contenimento della diffusione del virus e negli organismi deputati alla gestione dell’emergenza viene una testimonianza forte di impegno ma allo stesso tempo una richiesta di maggior sostegno da parte delle istituzioni”, prosegue la nota. Nella parità tra uomo e donna, già prima di questa nuova crisi l’Italia era al 76 posto su 153 paesi secondo i dati del Global Gender Gap Report 2020. In Italia lavora meno di una donna su due (il 48,9%) ma il dato allarmante riguarda il peggioramento della qualità del lavoro delle donne, come ha ricordato di recente l’Istat. Precarietà, crescita del part time involontario e, paradossalmente, sovraistruzione gli elementi che aggravano il gap gender. “La percentuale di donne che lavorano a tempo determinato ha raggiunto nella media dei primi tre trimestri 2019 il 17,3%, mentre le donne in part time sono ormai un terzo contro l’8,7% degli uomini”, scrive l’Istituto Nazionale di Statistica. “Il turismo è uno dei settori di maggiore occupazione per le donne. Con le disdette che stanno arrivando in questi giorni e che portano previsioni disastrose per tutto il comparto, le donne saranno ulteriormente penalizzate. Lanciamo un appello al Governo e al Parlamento di rafforzare le misure a sostegno dell’occupazione femminile quando sarà finita l’emergenza. Lo smart working incentivato e sperimentato in questi giorni potrebbe rappresentare una grande opportunità per favorire l’inclusione lavorativa delle donne”, conclude la nota.