Istat: deficit-Pil cala al 9% nel 1° trimestre. Pressione fiscale in aumento
Istat: deficit-Pil cala al 9% nel 1° trimestre. Pressione fiscale in aumento
Reddito famiglie a +2,6%. Per effetto dell'aumento dei prezzi il potere d`acquisto è cresciuto soltanto dello +0,3% rispetto al trimestre precedente

05/07/2022 10:14

Nel primo trimestre dell'anno il rapporto deficit/Pil si è marcatamente ridotto in termini tendenziali, mentre la pressione fiscale è in crescita. E' quanto emerge dai dati diffusi dall'Istat. Inoltre, il reddito disponibile delle famiglie e la propensione al risparmio sono cresciuti sensibilmente in termini congiunturali, mentre il potere d'acquisto delle famiglie ha segnato una lieve crescita. La quota di profitto delle societá non finanziarie si è ridotta rispetto al trimestre precedente, mentre il loro tasso di investimento ha registrato una crescita. Nel dettaglio, per quanto riguarda le amministrazioni pubbliche, nei primi tre mesi del 2022 le uscite totali sono aumentate del 2% rispetto al corrispondente periodo del 2021 e la loro incidenza su Pil (pari al 52%) è diminuita di 2,6 punti percentuali in termini tendenziali. Le uscite correnti hanno registrato un incremento tendenziale del 3,1%, mentre le uscite in conto capitali sono diminuite in termini tendenziali del 9,5%. Nel primo trimestre le entrate totali sono aumentate in termini tendeniali del 10,1% e la loro incidenza sul Pil è stata del 43%, in crescita di 1,1 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2021. Le entrate correnti hanno segnato un aumento tendenziale del 9,9%, per le entrate in conto capitale l'incremento è del 39,3%. Complessivamente, nel primo trimestre le amministrazioni pubbliche hanno registrato un indebitamento netto pari al -9% del Pil, in miglioramento rispetto al -12,8% del corrispondente periodo del 2021. Nei primi tre mesi del 2022, in termini di incidenza sul Pil, il saldo primario e il saldo corrente sono risultati negativi, pari rispettivamente al -5,2% (-9,4% nello stesso periodo del 2021) e al -5,3% (-8,2% nel corrispondente periodo del 2021). Nei primi tre mesi dell'anno la pressione fiscale si è attestata al 38,4% del Pil, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto al primo trimestre del 2021. Il reddito lordo disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato
del 2,6% rispetto al trimestre precedente. A fronte di un aumento del deflatore implicito dei consumi finali delle famiglie del 2,2%, il potere d'acquisto è aumentato dello 0,3%. Nello stesso trimestre, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 12,6% (+1,1 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2021), a fronte di una crescita della spesa per consumi finali piú debole rispetto a quella del reddito disponibile (+1,4% e +2,6% rispettivamente). Il tasso di investimento delle famiglie consumatrici è stato pari al 7,2%, in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre
precedente, a fronte di un aumento degli investimenti fissi lordi dell'8,1% e dell'aumento del reddito lordo disponibile del 2,6%. La quota di profitto delle societá non finanziarie è stata pari al 41%, in diminuzione di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. In termini congiunturali la flessione di questo indicatore è il risultato di una lieve diminuzione del risultato lordo di gestione (-0,2%), a fronte di un aumento del valore aggiunto dell'1,4%. Nello stesso trimestre, a fronte di un aumento degli investimenti fissi lordi del 5,2%, il tasso di investimento delle societá non finanziarie è aumentato di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, attestandosi al 24,1%.