Isa necessari per la lotta all’evasione fiscale
Isa necessari per la lotta all’evasione fiscale
Senza gli Indicatori di affidabilità fiscale per il 2018 armi spuntate nella lotta all’evasione. Rendere facoltativa la loro applicazione significherebbe infatti privare il fisco di un efficace strumento ai fini delle analisi del rischio dell’evasione fiscale. Lo sostiene il minEconomia

di di Andrea Bongi 23/08/2019 07:04

Senza gli Isa per il 2018 armi spuntate per il fisco nella lotta all'evasione fiscale. Rendere facoltativa la loro applicazione significherebbe infatti privare l'Agenzia delle entrate di un efficace strumento ai fini delle analisi del rischio dell'evasione fiscale.

Così la risposta inviata dal ministero dell'economia e delle finanze al garante del contribuente della regione Piemonte che, con nota del 25 luglio scorso, aveva chiesto lumi sulle difficoltà applicative degli indici sintetici di affidabilità fiscale a seguito delle denuncie allo stesso inoltrate dagli operatori del settore (ordine dottori commercialisti ed esperti contabili di Torino e associazioni sindacali della categoria Anc-Adc).

La disapplicazione degli Isa per il periodo d'imposta 2018 o, in alternativa, la loro applicazione in via facoltativa ai soli fini di far conseguire ai contribuenti più virtuosi i benefici dell'apposito regime premiale, si legge nella risposta trasmessa dal Mef, depotenzierebbe l'attività di contrasto all'evasione fiscale da parte dell'amministrazione con i connessi effetti sul gettito relativamente a tale periodo d'imposta. Le motivazioni fornite sono in realtà vere soltanto in parte.

È vero che l'invio dei modelli Isa per il periodo d'imposta 2018 consentirà all'Agenzia delle entrate, e anche alla Gdf, di ottenere tutta una serie di elementi di informazioni utili ai fini della selezione delle posizioni per le opportune analisi del rischio di evasione fiscale. È anche vero però che dalle ingenti informazioni contenute nelle banche dati dell'anagrafe tributaria l'amministrazione finanziaria potrebbe comunque, anche in assenza dei dati Isa 2018, trovare elementi necessari e sufficienti per eseguire la necessaria azione di contrasto all'evasione fiscale ed evitare le citate perdite di gettito.

La risposta del dicastero guidato da Giovanni Tria non contiene invece l'unica vera motivazione sulla base della quale, almeno per ora, non si è voluto prendere in considerazione alcuna proposta di differimento o di sospensione nell'applicazione dei nuovi indicatori sintetici di affidabilità fiscale: il gettito atteso dall'inserimento in dichiarazione dei redditi di maggiori ricavi e compensi al fine di ottenere punteggi più elevati ed uscire dalla zona di rischiosità fiscale. Maggior gettito che è stato stimato ed iscritto al bilancio dello stato in 1,3 miliardi.

Questa ultima motivazione rende evidente l'equivoco di fondo che caratterizza la discesa in campo dei nuovi indicatori. Seppure infatti il legislatore li definisca quali strumenti di compliance fiscale e non di accertamento, in realtà essi sono stati concepiti e costruiti dall'amministrazione finanziaria con l'unico scopo di »costringere», più o meno velatamente, i contribuenti ad incrementare i loro volumi di ricavi e compensi con effetti rilevanti in termini di maggior gettito ai fini delle imposte dirette e dell'Iva nonché, in molti casi, anche dei contributi previdenziali dovuti alle singole gestioni di appartenenza.

La risposta inviata al garante del Piemonte, e la stessa nota predisposta da quest'ultimo, sono antecedenti al decreto modificativo dei nuovi Isa precompilati pubblicato in G.U. del 17 agosto scorso.

A seguito di questa ennesima e tardiva puntata sul fronte degli Isa le considerazioni dei garanti dei contribuenti potrebbero trovare oggi nuova linfa. Si tratta infatti di una modifica che contravviene espressamente all'art. 6, c. 3, della legge n. 212 del 2000 sui quali dette autorità hanno specifiche competenze di intervento.

Nel frattempo si è poi inserita anche la crisi politica che potrebbe riservare ulteriori e decisive sorprese sul fronte caldissimo dei nuovi indicatori. Il sottosegretario Massimo Bitonci (Lega) si è pronunciato pubblicamente per la sospensione degli Isa al periodo d'imposta 2018. Il collante che ha impedito finora qualsiasi retrofront sui nuovi strumenti di compliance, il mancato gettito di 1,3 miliardi, potrebbe ora passare in secondo piano di fronte all'esigenza, tutta di natura puramente elettorale, di accogliere le istanze dei contribuenti e dei professionisti che li assistono, esasperati da queste continue ed interminabili modifiche alle modalità di calcolo e di applicazione dei nuovi indicatori. Dunque ad oggi è ancora tutto possibile.

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