Inflazione in calo a marzo. Ma effetto Coronavirus sul carrello della spesa
Inflazione in calo a marzo. Ma effetto Coronavirus sul carrello della spesa
Prezzi al +0,1% dal +0,3% di febbario. Ma quelli dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona, secondo le stime dell'Istat, accelerano da +0,3% a +1,2%

31/03/2020 11:30

L'inflazione, nel mese di marzo, cala al +0,1% dal +0,3% di febbario. Ma l'effetto Coronavirus pesa sul carrello della spesa: i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona, secondo le stime dell'Istat, accelerano da +0,3% di febbraio a +1,2%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto rallentano da +0,8% a +0,7%, registrando in entrambi i casi una crescita più sostenuta di quella riferita all'intero paniere. La decelerazione dell'inflazione è imputabile prevalentemente alla dinamica dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (che registrano un'inversione di tendenza da +1,2% a -2,7%) e dei Servizi (che rallentano la loro crescita da +1,0% a +0,6%); tali andamenti sono stati solo in parte compensati dall'accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari (da +0,4% a +1,2%) e dei Tabacchi (da +1,5% a +2,5%). L'accelerazione dei prezzi dei Tabacchi è imputabile a tutte le componenti dell'aggregato, quali le Sigarette (che passano da +1,5% a +2,5%, +2,3% il congiunturale), i Sigari e sigaretti (da +2,4% a +3,6%, +1,7% su base mensile) e gli Altri tabacchi (da +2,6% a +3,5%, +1,7% rispetto a febbraio).
Nel difficile contesto dell'emergenza sanitaria, a marzo il rallentamento dell'inflazione registrato con le stime preliminari si spiega, secondo l'Istat, con l'inversione di tendenza dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati, e in particolare di quelli dei carburanti, e con la decelerazione dei prezzi dei Servizi (dovuta in larga parte alla straordinaria situazione che sta vivendo il paese). Il rallentamento sarebbe stato più ampio se non si fosse verificata contestualmente l'accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari, che ha portato la variazione del cosiddetto "carrello della spesa" nuovamente al di sopra dell'1%.