Il tirocinio non supera la prova Covid
Il tirocinio non supera la prova Covid
Ha subìto in tutto il lockdown, con un’interruzione generalizzata delle esperienze, e durante la pandemia ha lasciato senza sostegni i tirocinanti, i quali non hanno ricevuto alcun ristoro a differenza degli altri lavoratori.

di di Daniele Cirioli 03/12/2022 00:14

Il tirocinio non ha superato la prova Covid. Ha subìto in tutto il lockdown, con un'interruzione generalizzata delle esperienze, e durante la pandemia ha lasciato senza sostegni i tirocinanti, i quali non hanno ricevuto alcun ristoro a differenza degli altri lavoratori. A emergenza chiusa (31 marzo 2022), poi, la situazione non è tornata ai livelli pre-pandemia. Lo mette in evidenza l'Anpal nel terzo rapporto sui tirocini extracurricolari, relativo al triennio 2019/2021. Quanto ai numeri, spiega che nel 2021 sono stati attivati quasi 329mila tirocini con coinvolgimento di oltre 297mila aziende; che il «tirocinante tipo» ha meno di 30 anni, è disoccupato o in cerca di prima occupazione; e che la durata media del tirocinio varia dai quattro ai cinque mesi.

Un modello in evoluzione. Il rapporto si sofferma sulle conseguenze prodotte dalla pandemia sullo speciale strumento di formazione e orientamento on the job. Dall'anno 2020, infatti, si registrano diversi interventi normativi, sia nazionali che regionali, adottati per gestire i tirocini durante il Covid. Primo problema: l'accesso ai luoghi di lavoro. Perché, non costituendo un «rapporto di lavoro», il lockdown vietava ai tirocinanti di recarsi presso la sede del soggetto ospitante. La naturale conseguenza è stato lo stop dei tirocini extracurriculari. Inoltre, mentre i lavoratori hanno potuto beneficiare dei contributi previsti dai cd «decreti ristori», per i tirocinanti non c'è stata alcuna misura di sostegno economico (poche anche le eccezioni regionali).

Lo smart training. Alcune regioni (Calabria, Puglia, Sicilia, Valle d'Aosta, Provincia di Trento) hanno optato per il blocco tout court dei tirocini, mentre la maggior parte ha concesso la possibilità di proseguire le esperienze a distanza, introducendo una peculiare modalità di svolgimento del tirocinio: lo smart training (ovviamente solo per le attività che potevano essere svolte da remoto). La fine del lockdown, tuttavia, non si è tradotta in un ritorno alla situazione pre-pandemia e diverse regioni danno ancora la possibilità di svolgere il tirocinio in modalità blended, ovvero parte in presenza e parte a distanza.

La riforma. Le novità più rilevanti sono attese dall'attuazione delle norme della legge di bilancio 2022, che ha riformato la disciplina del tirocinio. La novità più significativa e rilevante, secondo l'Anpal, è la limitazione della platea dei destinatari ai soli «soggetti con difficoltà di inclusione sociale», i cui effetti riduttivi del numero di tirocini dipenderanno dal modo in cui tale definizione verrà interpretata. Infine, l'Anpal non esclude qualche sorpresa dalla decisione che la Corte costituzionale dovrà assumere in merito ai dubbi di legittimità sollevati dalla regione Veneto, proprio nella parte in cui la riforma è vincolata «al criterio che ne sia circoscritta l'applicazione in favore di soggetti con difficoltà di inclusione sociale».

I dati. Il rapporto spiega che nel 2021 sono stati attivati quasi 329mila tirocini, valore che riporta ai livelli pre-pandemia, dopo il calo rilevante registrato nell'anno 2020 (- 36,5%). Il totale dei tirocini attivati nel triennio (si veda tabella) è poco più di 910mila unità, con una variazione percentuale media nel periodo del - 3,9%. Nello stesso periodo quasi 782mila individui sono stati coinvolti in un'esperienza di tirocinio extracurriculare e poco più di 297mila imprese hanno ospitato almeno un tirocinante. Quanto alla durata dei tirocini nel triennio, il rapporto evidenzia un picco di tirocini conclusi al termine di un periodo di proroga nel 2020 (28,8%), mentre restano sostanzialmente stabili rispetto all'anno precedente le interruzioni (28%).