Il Sud Dakota di moda tra i Paperoni del fisco
Il Sud Dakota di moda tra i Paperoni del fisco
Gli Stati uniti d’America ricevono una quantità di dati esorbitanti da tutti i paesi del mondo ma in cambio non danno nessun tipo di informazione fiscale. Risulta dunque essere molto più facile dare vita ad una struttura opaca in questi territori piuttosto che in Svizzera o alle Cayman

di Giorgia Pacione Di Bello 15/11/2019 08:08

Dalla Svizzera e il Jersey al Delawere, Nevada, Wyoming e Dakota del Sud. Nell'ultimo decennio centinaia di miliardi di dollari sono stati spostati dalle classiche giurisdizioni considerate paradisi fiscali a località più discrete e meno famose in territorio americano.

La scelta di alcuni stati a stelle e strisce non è però casuale e ricalca la situazione fiscale internazionale. Gli Stati uniti d'America ricevono una quantità di dati esorbitanti da tutti i paesi del mondo ma in cambio non danno nessun tipo di informazione fiscale. Risulta dunque essere molto più facile dare vita ad una struttura opaca in questi territori piuttosto che in Svizzera o alle Cayman.

La testata The Guardian sottolinea dunque come ultimamente il Sud Dakota vada molto di moda, grazie alla regole fiscali costruite ad hoc nel corso degli anni per i Paperoni. L'attuale successo dello stato parte però dagli anni 70 quando l'economia stava crollando e non si sapeva come uscire dal baratro. Il governo nazionale di allora iniziò dunque a rendere le sue regole fiscali più soft, iniziando a fare concorrenza agli stati confinanti (un esempio su tutti di normativa adottate: la deregolamentazione dei trust).

Piano piano la cosa si è evoluta, e gli studi legali hanno iniziato a sviluppare dei veri e propri schemi per far eludere le tasse ai loro clienti. La svolta si è però avuta solo negli ultimi anni, quando l'Unione europea e l'Ocse hanno iniziato una guerra contro i paradisi fiscali. E i primi a essere presi di mira sono stati ovviamente i più noti: Svizzera, Cayman, Jersey, Bahamas &Co.

Il Sud Dakota, così come il Nevada o il Wyoming sono passati inosservati agli occhi dell'Ue e dell'Ocse che non li hanno mai considerati come paradisi fiscali. Alcuni osservatori più attenti, capendo la distrazione internazionale, hanno però iniziato a dirottare le loro ricchezze dai classici tax havens a questi stati, passando del tutto inosservati.

Se si sposta il focus per un attimo sul Sud Dakota si può notare come le ricchezze gestite da trust creati nello Stato hanno subito una crescita esponenziale: si è infatti passati da 57,3 miliardi di dollari a 355,2 miliardi, in meno di dieci anni.

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