Il governo Draghi si congeda con il dl aiuti bis. In arrivo altre misure per 14,3 miliardi di euro
Il governo Draghi si congeda con il dl aiuti bis. In arrivo altre misure per 14,3 miliardi di euro
Giovedì il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare l'ultimo pacchetto di iniziative per famiglie e imprese firmato dal presidente del Consiglio e dal ministro dell'economia, Daniele Franco

02/08/2022 11:07

Giovedì il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare il decreto aiuti bis, con tutta probabilitá l'ultimo pacchetto di misure per famiglie e imprese firmato da Mario Draghi e Daniele Franco. I capitoli principali del provvedimenti, come è noto, vanno dagli sconti in bollette per famiglie e imprese alla rivalutazione della pensione, fino al nuovo taglio dei contributi sulle retribuzioni che andrà ad aumentare il netto. Le risorse, pari a 14,3 miliardi, sono state ricavate dalle maggiori entrate fiscali che lo Stato si è trovato tra le mani. Tuttavia, di questi 14., mld solo 12 verranno effettivamente utilizzati per finanziare le misure perchè poco piú di 2 miliardi andranno a coprire norme giá approvate nel dl aiuti di maggio. Entrando nel merito degli interventi, allo studio c'è un nuovo stanziamento da 3 miliardi per le bollette, identico a quello degli ultimi trimestri, mentre per il taglio delle accise su benzina e diesel, attualmente in vigore fino al 21 agosto, il costo stimato è invece di circa 1 miliardo al mese che diventerebbero due nel caso venisse portato fino alla fine di ottobre. Quanto al cuneo fiscale la base di partenza per il calcolo delle coperture è il miliardo e mezzo necessario nell'ultima legge di bilancio per una riduzione di 0,8 punti a chi ha un assegno inferiore a 35mila euro. Attualmente si parla di un taglio aggiuntivo di almeno un punto, probabilmente a favore della stessa platea per i sei mesi da luglio a dicembre. Un "mini" taglio che porterá a un aumento degli stipendi ma, in attesa di un intervento piú corposo, si tratta di piccole cifre. Sul fronte pensionistico, a partire da settembre è previsto un anticipo, pari al 2%, della rivalutazione delle pensioni. Scatterá, invece, a gennaio 2023 l'aumento definitivo. Il governo deve però fare fronte anche ad una serie di esigenze legate alla crisi energetica e non solo. Una delle emergenze da fronteggiare è infatti il tema della siccitá. Per l'agricoltura arriveranno 200 milioni per compensare gli effetti degli eventi climatici di queste settimane. A essere in difficoltá sono, però, anche gli autotrasportatori: al loro fondo carburante dovrebbero affluire 150 milioni. Ulteriori risorse sono state poi destinate agli enti locali, per le problematiche che derivano dall'ondata di rincari energetici. Proprio per questi tipi di interventi, in queste ore il Ministero dell'Economia sta ancora valutando la portata esatta degli interventi piú costosi, ad esempio il parziale anticipo della rivalutazione a beneficio dei pensionati. Il Mise, dal canto suo, sta anche studiando una rimodulazione dei bonus auto e nuovi incentivi per le colonnine di ricarica, ma anche un doppio tetto ai compensi degli amministratori straordinari. I commissari dovrebbero rientrare nei canoni previsti per i manager pubblici: non potranno cioè ricevere piú dei 240 mila euro l'anno stabiliti come retribuzione massima nella pubblica amministrazione, ed allo stesso tempo non potranno nemmeno superare il milione di euro complessivo oltre i tre anni di lavoro. Intanto ieri è arrivato l'avvertimento del Fondo monetario internazionale, al termine della tradizionale missione Article IV sul nostro Paese. Le raccomandazioni dei tecnici di Washington prendono atto dei positivi progressi dell'economia italiana ma mettono in guardia sui molti rischi che potrebbero materializzarsi nei prossimi mesi. Va rafforzata attraverso riforme strutturali la crescita, che quest' anno si manterrá al 3% per poi decelerare bruscamente nel 2023. Inoltre il nostro Paese dovrebbe mantenere un elevato avanzo primario, necessario per portare il rapporto debito/Pil in una traiettoria di riduzione anche in condizioni generali meno favorevoli. Per ora comunque i conti pubblici sono in buona salute.