L'economia della Germania, contrariamente alle attese, si e' espansa nel terzo trimestre dell'anno, nonostante le incertezze commerciali globali. Anche se una recessione tecnica e' stata evitata, "l'economia tedesca e' caduta di fatto in stagnazione", commenta Carsten Brzeski, Chief Economist per la Germania di Ing. "La recessione tedesca e' stata rimandata piu' che evitata", sostengono gli analisti di Capital Economics. "I dati pubblicati oggi sono un sollievo, ma le prospettive per i prossimi trimestri rimangono negative", afferma Andrew Kenningham, economista di Capital Economics. Nello specifico, il Pil e' salito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, riporta l'agenzia statistica nazionale Destatis. Su base annua, il prodotto interno lordo e' aumentato dello 0,5%. Il consenso degli economisti si attendeva una contrazione dello 0,1% t/t, che avrebbe portato il Paese in recessione tecnica. Il dato sul 2° trimestre e' stato pero' rivisto al ribasso a -0,2% t/t rispetto al -0,1% t/t calcolato in precedenza. La sorpresa positiva "puo' essere in gran parte attribuita alla revisione al ribasso del 2° trimestre", commenta Markus Guetschow, economista di Morgan Stanley. I maggiori consumi privati e pubblici e l'aumento delle esportazioni hanno contribuito positivamente alla crescita economica durante lo scorso trimestre, cosi' come gli investimenti nel settore costruzioni. Invece gli investimenti fissi in beni d'investimento hanno impattato negativamente sul Pil. Guetschow di Morgan Stanley sottolinea come a fronte della debolezza dell'industria orientata all'export, "la domanda domestica e' rimasta piu' forte finora ed e' il driver della crescita, ma le prime crepe iniziano ad apparire, con la fiducia dei consumatori in calo e i primi segnali di una salita della disoccupazione nei prossimi mesi". Guardando al 2020, prevede Brezski di Ing, "o i fattori ciclici che gravano sull'industria tedesca si dissolveranno in parte, con il rimbalzo dell'intera economia, o anche la domanda domestica rallentera'". In ogni caso, aggiunge Brezski, "le sfide strutturali non scompariranno rapidamente e facilmente, e porranno un limite a qualsiasi rimbalzo del Pil tedesco nel 2020". Tuttavia, nonostante il sollievo a breve termine del dato di oggi, prosegue l'economista di Ing, "ci sono ancora pochissimi motivi per essere troppo allegri" e se una crisi profonda "sembra ancora improbabile, all'orizzonte c'e' ancora un lungo periodo di stagnazione". "Dopo 10 anni di crescita economica quasi inarrestabile, un periodo di stagnazione non e' necessariamente una grande crisi", commenta Brzeski, secondo cui questo "spiega anche la resistenza o almeno l'esitazione del governo tedesco a impegnarsi in significativi stimoli fiscali a breve termine". In tale contesto, "i dati di oggi faranno ben poco per cambiare la posizione di Berlino". Tuttavia, sottolinea l'economista di Ing, "contrariamente alla recessione del 2008/2009, questa volta l'economia tedesca non e' strutturalmente in salute". Al contrario, sottolinea l'esperto, "e' nel mezzo di profondi cambiamenti e difficolta' strutturali". Jorg Kramer, chief economist di Commerzbank, concorda e sottolinea che "non si dovrebbe essere troppo ottimisti, poiche' l'erosione del vantaggio competitivo tedesco, che va avanti da anni, ha iniziato ad avere un impatto negativo sulla crescita". Inoltre, aggiunge l'esperto, "l'incertezza sull'outlook del commercio globale rimane alta anche se" Stati Uniti e Cina "raggiungeranno un accordo commerciale".