Frodi sui contributi per 13 mld
Frodi sui contributi per 13 mld
Ammontano a 13,4 mld le operazioni sospette legate alla pandemia per cui sono scattati gli alert antiriciclaggio. E non solo, in aumento le comunicazioni di anomalia legate all’elusione fiscale e stoppate cessioni crediti legati al superbonus per oltre un mld

di di Cristina Bartelli 05/07/2022 07:41

Ammontano a 13,4 mld le operazioni sospette legate alla pandemia per cui sono scattati gli alert antiriciclaggio. E non solo, in aumento le comunicazioni di anomalia legate all'elusione fiscale e stoppate cessioni crediti legati al superbonus per oltre un mld. E' questo il bilancio tracciato dall'Unità di informazione finanziaria (Uif), la sezione della Banca di italia che monitora il contrasto al riciclaggio del denaro. Nella relazione dell'attività presentata a Roma il 24 giugno (si veda ItaliaOggi del 25/6/22) il direttore Claudio Clemente ha tracciato i tratti più rilevanti dell'attività. Primo piano sui profili illeciti emersi in relazione ai fondi erogati in pandemia. «Nel primo biennio dall'avvento della pandemia le operazioni segnalate a essa riconducibili hanno raggiunto l'importo complessivo di 13,4 miliardi di euro (8 miliardi nel 2020 e 5,4 miliardi nel 2021), quelle effettivamente eseguite hanno sfiorato i 7 miliardi».

Tra gli schemi fraudolenti in aumento quello legato alla cessione dei crediti di imposta. Più in dettaglio, evidenziano dall'Uif, «l'operatività anomala connessa ai finanziamenti garantiti dallo Stato e alle altre misure di sostegno alla liquidità delle imprese si è caratterizzata per una sostanziale polarizzazione dei sospetti verso due principali fattispecie, discriminate in base al diverso stadio del processo di erogazione dei fondi: i comportamenti opportunistici o fraudolenti ravvisati in fase di richiesta, riconducibili per lo più alla mancanza dei requisiti stabiliti ex lege per l'accesso ai sussidi, e le diverse manifestazioni di utilizzo incongruo di questi ultimi, avuto riguardo soprattutto ai vincoli di destinazione (ove previsti) ovvero alle finalità di impiego dichiarate dai beneficiari».

Per quanto riguarda l'elusione fiscale, le segnalazioni classificabili in questa area di rischio continuano a ricoprire un ruolo di primo piano. «Sul fronte dei numeri», sottolineano dall'Uif, «l'aumento in termini assoluti (1.655 unità) è stato accompagnato da una lieve flessione percentuale dovuta alla marcata espansione del flusso segnaletico complessivo, che ne ha determinato un minore peso relativo sul totale (16,8% rispetto al 19,1% del 2020)». Il nocciolo duro è rappresentato dalle frodi nelle fatturazioni (che da sole incidono per oltre il 25%).

Ai crediti di imposta la relazione della task force riciclaggio dedica un focus. Nel 2021, per quanto riguarda la sorveglianza antiriciclaggio, le segnalazioni riguardanti l'anomala cessione di crediti di imposta sono state 459, il 62,3% delle quali pervenute nell'ultimo trimestre dell'anno. La maggior parte di esse sono state inoltrate da intermediari bancari, con una distribuzione fortemente concentrata su un solo istituto della categoria (63,0%), mentre il valore complessivo dell'operatività sospetta associabile ai contesti della specie supera ampiamente il miliardo di euro. Nel 21,4% dei casi, l'operatività segnalata è posta in essere nell'ambito di contesti potenzialmente riconducibili alla criminalità organizzata. Il feedback investigativo è risultato positivo nel 66,2% dei casi. L'osservazione dei tratti distintivi delle casistiche oggetto di segnalazione ha consentito, all'Uif, di enucleare tre principali fattispecie in cui solitamente si estrinseca l'operatività anomala nei contesti in esame, a seconda del soggetto che interviene in qualità di cessionario dei crediti di imposta. Nella prima sono gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari a rivestire il ruolo di avente causa nella compravendita; la seconda fattispecie vede il coinvolgimento di un'entità commerciale appositamente costituita per svolgere in conto proprio l'attività di compravendita di crediti fiscali (ponendosi come controparte diretta nello scambio); la terza, infine, interessa operatori privati di rilevanza nazionale (anche a parziale partecipazione pubblica). In questi ultimi due casi si tratta di soggetti non tenuti agli obblighi normativi e di vigilanza previsti per gli intermediari finanziari. Le anomalie, maggiormente riscontrate dall'Uif, riguardano l'incoerenza del profilo soggettivo e/o economico-finanziario del cedente rispetto all'importo del credito ceduto, nonché l'origine e la destinazione dei fondi trasferiti