"Ma cosa dice mai...il governo rischia di cadere? Suvvia...su questa sfida il governo rischia di cadere? Ma scherziamo?". Così il premier Giuseppe Conte sollecitato dai giornalisti a Camerino (Macerata) a proposito della vicenda dell'ex Ilva di Taranto e della richiesta di recesso dal contratto depositata da ArcelorMittal in Tribunale a Milano. Conte ha riferito di aver accordato un differimento al principio della settimana prossima per il consiglio dei ministri in programma per domani, a causa di impegni istituzionali di alcuni ministri. Oggi intanto non è stato presentato in Tribunale a Milano il ricorso del commissari straordinari contro il recesso. I legali dei commissario, che sosterranno la mancanza delle condizioni per il recesso di ArcelorMittal dal contratto di affitto preliminare all’acquisto delle acciaieria di Taranto, sono al lavoro per limare il testo, che dovrebbe essere presentato fra domani e venerdì. Non vedranno invece la luce, almeno non in commissione Finanze della camera, gli emendamenti al Dl fiscale presentati da Italia Viva che vorrebbero riproporre lo scudo penale per agli amministratori dell'ex Ilva di Taranto. La commissione presieduta da Carla Ruocco (M5s), ha dichiarato inammissibili circa 300 emendamenti su oltre 900 proposte di modifica presentate al dl fiscale, tra i quali quelli per il ripristino dello scudo penale per ArcelorMittal. Una bocciatura del resto preannunciata dal ministro degli Esteri e capo politico del M5s, Luigi Di Maio, che in proposito aveva detto: "Non credo che si arriverà al voto sullo scudo perchè il tema degli alibi poteva valere due mesi fa ma adesso, in pieno contenzioso, non ha senso", lo ha detto Luigi Di Maio a Radio 24. "Quando noi impugneremo l'atto non ha senso inserire lo scudo. Se siamo in una trattativa, introdurre uno strumento che, secondo la stessa multinazionale, non impedirebbe di avere cinquemila persone in mezzo alla strada, non ha senso".
In commissione Finanze non ha supera il vaglio anche l'emendamento bipartisan (prima firma Laura Boldrini) che riduceva dal 22 al 10% l'Iva su tutti i prodotti sanitari e igienici femminili. Via anche gli emendamenti che chiedono interventi, tra cui la sospensione dei pagamenti, sui canoni delle concessioni demaniali marittime. Nulla di fatto anche alla detrazione d'imposta del 26% per una spesa fino a 500 euro, per l'acquisto di dispositivi di protezione individuale airbag per moto e motorini, proposta dai Cinquestelle.No, inoltre, a variazioni dei termini per usufruire della detrazione ecobonus e sisma bonus in casi di incapienza sopraggiunta; al taglio dell'accisa su alcool etilico e prodotti alcolici intermedi; alla soppressione dell'imposta sulle assicurazioni RC auto, sostituendola con un'addizionale all'accisa sui carburanti per autotrazione; alle norme sulla circolazione stradale con targhe estere e all'esclusione dall'obbligo di determinati adempimenti contabili per gli operatori di servizi di bike e di car sharing.