Dl aiuti, la seduta della Camera rinviata alle 14
Dl aiuti, la seduta della Camera rinviata alle 14
Lo slittamento, proposto a nome del Governo dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, è stato votato dall'assemblea con 190 voti di differenza

06/07/2022 10:48

La seduta dell'aula di Montecitorio per l'esame del Dl aiuti è stata rinviata alla 14. Lo slittamento, proposto a nome del Governo dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, è stato votato dall'assemblea con 190 voti di differenza per dare altro tempo ai partiti della maggioranza per superare le divisioni e giungere a un accordo sugli emendamenti che hanno causato tensioni soprattutto con il M5S. Il capogruppo di Fratelli d'Italia, Francesco Lollobrigida, aveva presentato una mozione, respinta per 158 voti di differenza, chiedendo a fronte dell'impasse del Governo di invertire l'ordine del giorno e "di passare all'esame sulle iniziative su agricoltura e turismo per non far passare inutilmente anche questa giornata". Lo stesso Lollobrigida aveva poi chiesto di riunire i capigruppo.

Si tratta di un provvedimento da 15 miliardi di euro ed è un passaggio fondamentale del cammino di Mario Draghi. Ieri il governo ha chiesto in Aula prima un ulteriore rinvio di un'ora per mettere a punto le modifiche del dl all'esame della Camera, quindi con le parole del ministro Federico D'Incà ha chiesto il rinvio a questa mattina. D'Incá ha voluto evitare che il clima di scontro fra i partiti si tramutasse in una rottura totale. Il leader della Lega Matteo Salvini, in mattinata, aveva riunito i senatori del Carroccio e alla fine è il presidente del gruppo, Massimiliano Romeo, ha avvertito: "I 5S stanno bloccando il decreto per dire no al termovalorizzatore di Roma o per non toccare il reddito di cittadinanza. Ecco, allora diciamo che noi siamo responsabili ma non fessi". Alla Camera la ricerca di un accordo su alcuni punti cari al M5S: c'è il conferimento di poteri al sindaco di Roma Gualtieri per il termovalorizzatore, la modifica alla norma sul reddito di cittadinanza, una norma per calmierare le tariffe del gas modificando il prezzo di riferimento. Ma presto la madre di tutte le battaglie diventa la disposizione per rendere piú fruibile il Superbonus edilizio, con la possibilità per il beneficiario di fare la cessione del credito senza il rischio della responsabilitá in solido. Su questo, il partito di Conte non transige: la norma deve esserci. Il governo ha provato a mediare, coinvolgendo i tecnici di Mef, Abi, e Agenzia delle Entrate. Nel tardo pomeriggio di ieri D'Incá è tornato dai capigruppo, comunicando che non ci sono i margini per un'intesa: "Il governo è intenzionato a porre la fiducia". I 5Stelle vogliono la norma sul Superbonus o sono pronti a uscire dalla maggioranza. Anche Beppe Grillo ha fatto capire che non si può escludere lo strappo: "Abbiamo investito molto su questa misura, se il governo non la sostiene che ci stiamo a fare?", è piú o meno il senso del ragionamento. Se il Pd, con Leu, è piú sensibile all'accoglimento delle istanze del Movimento, decisamente contrari sono i componenti del nuovo gruppo di Di Maio, Iv, poi ovviamente Lega e Forza Italia. Premono su Palazzo Chigi perché chiuda il discorso con la fiducia. Ma da Chigi viene data ampia apertura al dialogo ai contiani: "Prendetevi tutto il tempo che serve ", dicono a D'Incá e a Crippa. Gli fanno anche sapere che se la mediazione fallisse come piano B si potrebbe approvare il decreto Aiuti così com' è e poi un decreto ad hoc per affrontare le questioni in sospeso. Stamane si capirà se c'è mediazione ma la via della fiducia sembra sempre piú scontata. "Sul Dl Aiuti la fiducia è un tema di cui si sta discutendo. A questo punto va messa per una questione di tempi. Se non si riesce a trovare una soluzione alla cessione dei crediti in materia di Superbonus, ce ne occuperemo in un altro provvedimento. È però necessario andare avanti con il decreto Aiuti che comprende misure di enorme importanza attese da imprese e famiglie", afferma la deputata del Pd, Beatrice Lorenzin, che in un'intervista alla Stampa assicura: "Non c'è nessuna questione tra noi e i Cinque Stelle, stiamo sostenendo la linea del governo Draghi e stiamo cercando una soluzione". E gli altri?. "Ognuno fa il suo, noi siamo costruttori".