Danni parentali risarciti  a punti
Danni parentali risarciti a punti
Via libera alle tabelle milanesi 2022 del danno parentale integrate con il sistema a punti. L’aggiornamento scatta dopo la sentenza 10579/21 della Cassazione civile che ha cambiato orientamento, ritenendo insufficiente indicare un semplice range di valori

di di Dario Ferrara 01/07/2022 07:45

Via libera alle tabelle milanesi 2022 del danno parentale integrate con il sistema a punti. L'aggiornamento scatta dopo la sentenza 10579/21 della Cassazione civile che ha cambiato orientamento, ritenendo insufficiente indicare un semplice range di valori per risarcire, ad esempio, chi ha perso un familiare in un incidente stradale. Il tribunale ambrosiano presenta i nuovi standard per la liquidazione elaborati dall'Osservatorio sulla giustizia civile di Milano: ammonta a 3.365 euro il valore-punto base per il ristoro della perdita di un genitore, di un figlio e del coniuge non separato (o assimilati come il convivente di fatto e chi è parte dell'unione civile). E a 1.461,20 euro per la morte di fratelli e nipoti. La distribuzione dei punti è calcolata in base a una serie di parametri indicati dalla Corte come l'età della vittima primaria e secondaria e la convivenza fra le due, tenendo conto di circa 600 sentenze di merito.

Soglia non superabile. Ora il numero massimo di punti che possono essere attribuiti nelle due tabelle è, rispettivamente, di 118 e 116: nella versione con il tetto fissato a 100 l'importo massimo risulta liquidato soltanto nel caso più drammatico del genitore che perde l'unico figlio (e viceversa), mentre dal monitoraggio emerge che nella pratica i giudici stabiliscono la misura massima anche in altre circostanze. Per adeguarsi è stato introdotto un cap, soglia non superabile pari al tetto del range nelle precedenti tabelle, ciò che consente la liquidazione massima in varie ipotesi: nella prima tabella, quella per la perdita di un figlio o di un genitore, l'importo non può superare i 336.500 euro salvo circostanze eccezionali. Esempio: alla madre di 45 anni che col marito ha perso l'unico figlio convivente di 15 vanno in media 306 mila euro, quasi il massimo.

Qualità del rapporto. La tabella attribuisce fino a 30 punti indicando alcuni indici sintomatici: dalla frequenza e la natura dei contatti alla condivisione di ricorrenze, vacanze, lavoro, sport e hobby fino all'assistenza sanitaria e domestica. Il massimo dei punti, ad esempio, va al bambino di cinque anni che perde il genitore. Nel caso di due adulti, invece, il valore può essere azzerato da rilevanti contrasti tra padre e figlio o addirittura da controversie giudiziarie in corso fra congiunti. Il dato della frequentazione diventa ancora più importante nel caso in cui il nonno perde il nipote o viceversa: il cap è fissato a 146.120 euro. Non risulta rilevante la vicinanza geografica per chi vive nella stessa città o provincia: la tecnologia consente di tenere comunque rapporti costanti.

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