Crisi, prima trattativa M5s-Pd: non ci sono ostacoli insormontabili. Ora tocca a Di Maio e Zingaretti
Crisi, prima trattativa M5s-Pd: non ci sono ostacoli insormontabili. Ora tocca a Di Maio e Zingaretti
I dem dettano una condizione precisa al Movimento: dica che quella con noi è l'unica interlocuzione possibile. Tradotto: non tratti anche con la Lega. D'Uva, capogruppo M5s alla camera: "Non abbiamo ulteriori tavoli in calendario con altre forze politiche. Se salta la trattativa con il Pd, si va al voto

23/08/2019 16:30

M5s e Pd ci provano. L'ipotesi del governo giallo-rosso, potrebbe prendere forma nelle prossime ore, con i due leader impegnati al momento a fissare paletti. "Nelle prossime ore ci sarà un incontro tra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio per affrontare i nodi programmatici da sciogliere, che però non sono "insormontabili". Lo ha detto il vicesegretario del Pd Andrea Orlando al termine dell'incontro con il M5s per verificare se è possibile un'intesa per la formazione di un nuovo governo. Dopo il primo incontro di oggi, ha spiegato, "sin dalle prossime ore predisporremo tutti i dossier necessari per avere un'interlocuzione su tutti i temi dell'agenda politica e programmatica. Attendiamo un passaggio tra i vertici delle due forze politiche per affrontare i nodi che sono stati sciolti in modo definitivo anche se un lavoro da cui partire oggi è stato fatto e vogliamo essere già operativi dalle prossime ore". I temi programmatici, però, "almeno a livello preliminare non presentano ostacoli di carattere insormontabile, compresa la definizione dell'agenda sulle riforme costituzionali". "Abbiamo analizzato i 15 punti, c'è ampia convergenza sui temi ambientali e sociali e c'è un impegno serio sulla manovra di bilancio. C'è una certa sintonia su molti temi e sulla legge di bilancio c'è un lavoro molto serio che va fatto". Lo ha detto Graziano Delrio, capogruppo Pd alla Camera, al termine dell'incontro con il M5s.M5s che ha insistito sul taglio del numero dei parlamentari, questione sulla quale i pentastellati non intendono cedere. Le risposte del Pd sono state generiche, almeno quelle riportate ai giornalisti al termine dei colloqui tanto che i piddini hanno avvertito l'esigenza di chiarire la posizione in una nota ufficiale. Questa: "Noi siamo sempre stati e rimaniamo a favore del taglio dei parlamentari. Siamo disponibili a votare la legge ma riteniamo che vada accompagnato da garanzia costituzionali e da regole sul funzionamento parlamentare. E` questo il senso del calendario che siamo disponibili a costruire insieme e in tempi rapidi", firmato il vicesegretario vicario del Pd Andrea Orlando e i capigruppo di Senato e Camera, Andrea Marcucci e Graziano Delrio. Al tavolo dell'incontro i dem si sono presentati con una condizione imprescindibile per andare avanti: il Movimento 5 stelle dica che quella con noi è l'unica interlocuzione possibile. Tradotto: non tratti anche con la Lega. «Non abbiamo ulteriori tavoli in calendario con altre forze politiche», ha detto Francesco D’Uva, capogruppo del M5s alla Camera, rispondendo al Pd. D’Uva non ha detto però che il Movimento non vorrà più trattare con la Lega, che è cosa ben diversa dal dire che non ci sono tavoli di confronto in programma. D’Uva ha poi sottolineato che se la trattativa con il Pd dovesse saltare, non ci sarebbe altra alternativa al voto anticipato.