Covid, conto sempre più salato per i sindaci
Covid, conto sempre più salato per i sindaci
E con esso anche l’ammontare dei fondi compensativi stanziati dal governo che non si limiterà ai 3 miliardi già riconosciuti dal decreto Rilancio, ma crescerà almeno di ulteriori 2 miliardi

di di Francesco Cerisano 11/07/2020 00:14

Il conto che il Covid sta presentando ai sindaci diventa sempre più salato. E con esso anche l'ammontare dei fondi compensativi stanziati dal governo che non si limiterà ai 3 miliardi già riconosciuti dal decreto Rilancio, ma crescerà almeno di ulteriori 2 miliardi. Nel frattempo martedì prossimo, 14 luglio, la Conferenza stato-città sancirà l'intesa sulla ripartizione del 70% delle risorse del dl Rilancio, pari a 2,1 miliardi che vanno ad aggiungersi all'acconto di 900 milioni pagato a fine maggio (si veda ItaliaOggi del 29/5/2020).

Esaurito il lavoro della commissione tecnica, l'accordo in Stato-città sarà propedeutico al pagamento dei fondi ai comuni che, assicurano al Viminale, avverrà a stretto giro con qualche giorno di ritardo rispetto alla data del 10 luglio promessa dal dl 34.

Ma le risorse in arrivo non bastano a rassicurare i sindaci e soprattutto a far quadrare i conti dei bilanci comunali che non a caso sono stati fatti slittare al 30 settembre. Serviranno almeno ulteriori 1,5-2 miliardi che il governo ha promesso di stanziare nel prossimo decreto di scostamento di bilancio. Tempi? Inizialmente previsto per luglio, il nuovo aggiustamento dei conti pubblici potrebbe slittare a settembre e questo preoccupa gli enti locali che a settembre saranno chiamati a programmare servizi e spese (su tutti la riapertura delle scuole) in funzione dei preventivi da approvare.

A lanciare l'allarme è il delegato Anci alla finanza locale e sindaco di Novara, Alessandro Canelli. «Secondo i nostri calcoli serve almeno un altro miliardo e mezzo senza il quale saranno molti gli enti che a settembre avranno serie difficoltà a chiudere gli esercizi. A questa cifra vanno poi aggiunte risorse ulteriori per rimpinguare i fondi compensativi dei mancati introiti derivanti dall'imposta di soggiorno, dall'Imu del settore turistico e dalle occupazioni di suolo pubblico. Va da sé che il conto potrebbe salire ragionevolmente a due miliardi, sempre tenendo fuori la Tari», ha dichiarato Canelli a ItaliaOggi. Il finanziamento degli sconti che l'Arera ha chiesto ai municipi di riconoscere alle attività produttive rimaste chiuse durante il lockdown è un altro nodo irrisolto delle interlocuzioni di questi mesi tra governo e autonomie. Applicare le esenzioni sulla Tassa rifiuti costerebbe ai sindaci 400 milioni che finora l'esecutivo non ha mai voluto inserire nel conto delle risorse da rimborsare. Con la conseguenza ultima che gli sconti Tari eventualmente applicati alle utenze non domestiche e commerciali potrebbero generare aumenti delle tariffe per gli utenti domestici visto che in materia di Tassa rifiuti vige la regola dell'integrale copertura dei costi del servizio. Ecco perché, una volta incassato il 100% dei fondi stanziati dal dl Rilancio, si aprirà un «terzo tempo nella partita dei rimborsi tutto da giocare. Con i sindaci che dovranno attendere le prossime mosse dell'esecutivo prima di mettere mano ai bilanci di previsione, al momento zeppi di incognite. E il governo che, pur confermando l'impegno a immettere nuova liquidità nei conti locali, non vuole regalare soldi a pioggia ma intende procedere con compensazioni mirate. L'ho ha detto in tutte le salse la viceministra all'economia Laura Castelli e lo ha ribadito il sottosegretario all'interno Achille Variati.

«Vogliamo che la quantificazione delle minori entrate subite dai comuni non sia solo certificata sulla base di stime e valutazioni, ma sulla base di dati reali, per esempio gli introiti incassati con gli F24 pagati dai contribuenti», ha osservato. «Il governo non vuole far mancare risorse agli enti locali perché significherebbe penalizzare i cittadini visto che gli enti erogano l'80% dei servizi». Ma l'ammontare delle spettanze di ciascun comune dovrà essere verificato attentamente. Ci sarà tempo fino al 30 giugno 2021, data ultima per procedere ai conguagli a consuntivo a favore delle amministrazioni ancora in sofferenza.

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