Covid, 31.084 casi e 199 morti. Lockdown più vicino
Covid, 31.084 casi e 199 morti. Lockdown più vicino
Secondo il bollettino del ministero della salute, nelle ultime 24 ore registrato un nuovo record di nuovi casi. L'Iss e il Css lanciano l'allarme: Italia in evoluzione verso uno scenario di tipo 4 (lockdown consigliato): "La situazione è complessivamente e diffusamente molto grave"

di Giampiero Di Santo 30/10/2020 16:52

Sono addirittura 31 mila 84, con 199 morti, i nuovi positivi al Covid 19 registrato dall'ultimo bollettino del ministero della salute. Un numero molto più elevato di quello registrato ieri (poco più di 26 mila)  e che induce il ministro per gli Affari europei, Enzo Amendola, a dichiarare che il lockdown nazionale, pur sempre un'eventualità da scongiurare, diventa sempre più probabile: "Noi dobbiamo fare di tutto per escluderlo, ma, se sarà necessario, ci assumeremo l'onere della scelta, così come abbiamo fatto a marzo. In fondo è il ruolo della Politica: prendere le decisioni migliori nelle condizioni date", ha detto in un'intervista rilasciata all'Huffington Post.

Del resto, secondo gli esperti dell'Istituto superiore di sanità “11 regioni e province autonome sono da considerare a rischio elevato di una trasmissione non controllata e 8 sono classificate a rischio moderato con probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese”. Il virus avanza ed è il presidente dell'Iss, Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, a lanciare l'ennesimo allarme:  "L'Italia è in uno scenario di tipo 3 ma in evoluzione verso il 4", ha detto Brusaferro affiancato da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità: "La situazione è complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale con criticità evidenti in numerose regioni”. 

Sulla base dei dati  raccolti dalla cabina di regia per il periodo dal 19 al 25 ottobre, insomma, il rischio di un lockdown nazionale c'è, anche perchè in certe regioni è neanche possibile tenere sotto sorveglianza l'andamento della curva epidemiologica,  proprio per l'alta circolazione del virus. In alcune regioni c'è già uno scenario compatibile con il 4, quello per il quale è indicato il lockdown.

“Sono necessarie misure che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui sistemi sanitari, comprese restrizioni di attività non essenziali e restrizioni della mobilità nonché l'attuazione della altre misure previste”, cioè quelle del documento appena citato. I cittadini sono invitati a rimanere a casa il più possibile. È “fondamentale” che lo facciano. Chi esce comunque deve fare attenzione al distanziamento, usare correttamente la mascherina e rispettare le misure igienico sanitarie. Le Regioni vengono invitate “nuovamente” ad analizzare il rischio, anche in determinate zone del loro territorio e a “considerare un tempestivo innalzamento delle misure di mitigazione nelle aree maggiormente affette in base al livello di rischio e sulla base delle linee di indirizzo” sempre del documento con il rischio.

Tra l'8 ottobre e l'1 ottobre,  Rt, il fattore di replicazione dei casi sintomatici è stato 1,70. Nella maggior parte delle Regioni è superiore a 1,25. La cabina di regina sottolinea che c'è stato un “peggioramento nella qualità dei dati” comunicati, sia se si valuta la tempestività che la completezza. “Questo può portare a una sottostima della velocità di trasmissione e del rischio”. Scende la percentuale dei casi scoperti con il tracciamento. Sono solo il 19.2% del totale. Significa, come detto da più parti negli ultimi giorni, che questa attività è ormai saltata. I casi non riconducibili a catene di trasmissione note, cioè slegati dall'attività di tracing, sono ben 49 mila 511 contro i 23 mila 18 della settimana precedente. Aumentano anche i focolai attivi (sono 12 mila 716 dei quali 3.573 nuovi). “Si conferma il prevalente ruolo di amplificazione dell'infezione svolto dall'ambito familiare/domiciliare (82,6% di tutti i focolai attivi), a cui si accompagnano focolai in ambito lavorativo (3,8%) e legati ad attività ricreative (2,5%)”. Sono in aumento i focolai in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico (sono il 3,8% di tutti i nuovi focolai).

"Oggi non abbiamo buone notizie, i nuovi casi dai 26.800 di ieri sono saliti a 31.084,  ha detto il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. "Tutti questi dati in qualche misura sono attesi. Non ci dobbiamo aspettare cambiamenti del trend dovuti a un impatto immediato delle misure, ci vorranno due o tre settimane. Per ora vediamo ancora la tendenza all'aumento del numero dei positivi".

L'indice tra contagi e tamponi si attesta così al 14,4%, ha detto Rezza con una punta superiore al 18% registrata in Lombardia. Ieri c'erano stati 26 mila 831 nuovi casi con 201.452 tamponi (13,3%), mercoledì 24 mila 991 nuovi casi con 198.952 tamponi (12,56%), martedì 21 mila 994 nuovi casi con 174 mila 398 tamponi (12,6%), lunedì 17 mila 12 nuovi casi con 124 mila 686 tamponi (13,6%).