Covid 19 allontana il Nord dal governo Conte
Covid 19 allontana il Nord dal governo Conte
Oggi il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha accusato l'esecutivo di avere sottovalutato la portata dell'epidemia. e l'Iss di eccedere nella richiesta di adempimenti burocratici. Mentre il numero uno del Piemonte, Alberto Cirio, chiede poteri straordinari, o un commissario,

31/03/2020 17:07

Il Covid 19 infetta sempre più i rapporti tra stato centrale, regioni e comuni del nord. Che ormai accusano il governo di avere sottovalutato la pandemia e la sua diffusione in Italia e rivendicano il merito di avere arginato il morbo, che ha semiinato il panico nella strutture sanitarie del Nord, ma che per ora è stato contenuto nella sua diffusione nel resto del paese. Oggi i fronti per l'esecutivo guoidato da Giuseppe Conte sono stati due. Da un lato il Piemonte, dove il presidente Alberto Cirio ha annunciato l'intenzione di chiedere al governo poteri straordinari per afforontare l'emergenza  economica provocata dal coronavirus. Il secondo è la Lombardia, dove oggi è stato inaugurato l'ospedale in Fiera di Milano, dotato per ora soltanto di 28 posti letto, e il cui presidente Attilio Fontana ha attaccato il governo. 

Cominciamo da Cirio, che questa matitna ha parlato della posasibilità che la regione abbia un commissario straordinario per affrontare la recessione che arriverà a brevisismo: "Abbiamo bisogno di poteri straordinari per il rilancio, non possiamo affidarci ai meccanismi tradizionali della burocrazia perché le imprese hanno necessità immediata di liquidità", ha dichiarato il presidente del Piemonte. Io l'ho chiamato metodo Morandi: abbiamo bisogno delle deroghe alle procedure burocratiche di cui ha usufruito Genova per ricostruire il ponte in tempi rapidi. Non è necessario che sia io il commissario, ma dobbiamo avere uno strumento per accelerare". Importante è per Cirio, pensare anche a quella che chiama l'"economia sociale”. "Troppe famiglie rischiano di non avere più i soldi per fare la spesa, dobbiamo pensare a un meccanismo di accredito immediato sui conto corrente". A proposito invece delle misure governaitve di contenimento del contagio, che entro giovedì saranno prorogare fino a Pasqua e successivamente anche oltre, Cirio ha sottolineato la possibilità che il Piemonte, così come la Lombardia, mantenga più a lungo, cioè almeno fino al 13 aprile, se non al 19,  provvedimenti anche più restrittivi: "Al momento tutte le ordinanze sono in vigore fino al 3 aprile, ma è evidente che quella scadenza in arrivo tra pochi giorni non potrà essere rispettata, abbiamo sostenuto la linea del rigore fin dall'inizio, abbiamo tenuto chiuse le scuole quando il governo ci autorizzava a riaprirle e ci siamo presi la responsabilità insieme al prefetto di bloccare la partita Juve-Milan scongiurando un probabile focolaio. La regione ha anche anticipato, insieme alla Lombardia, la decisione di chiudere i parchi e di consentire l'attività fisica solo nei pressi delle abitazioni. Abbiamo anche imposto limitazioni ai mercati e vincolato a una sola persona per famiglia la possibilità di uscire per fare la spesa al supermercato".

Insomma, i presidenti delle regioni del Nord alzano la voce nei confronti del governo e voigliono dettare la linea al premier Giuseppe Conte. Non è un caso che Fontana abbia accusato il premier Giuseppe Conte di avere sottovalutato la diffusione dell'epidemia in Italia e di non avere ascoltato gli avvertimenti che la stessa Lombardia avrebbe lanciato: "Il vostro presidente del consiglio, il 3 febbraio, disse in maniera pubblica: 'non preoccupatevi, non dovete prevedere nessuna pandemia perché il nostro sistema è pronto ad affrontare qualunque tipo di emergenza'". ha detto Fontana  all'indirizzo dell'opposizione di centrosinistra in Consiglio regionale durante il dibattito in aula sull'epidemia del coronavirus. Il presidente della Lombardia ha detto all'opposizione di essere stupito "che voi mi accusiate di avere sottovalutato il problema, mentre qualcuno in aula ha urlato: 'Vergogna' . Questo mi offende umanamente, eravate quelli che mi dicevano che ero razzista quando chiedevo controlli su tutti i cittadini che tornavano dalla Cina. Mi accusate di aver sottovalutato il problema quando sono stato l'unico ad essere sbeffeggiato con parole insolenti" e "mi è stato detto che ero la causa della perdita di credibilità dell'Italia di fronte al mondo perché ho cercato di avvisare che si dovevano rispettare le regole rigorosamente perché altrimenti si sarebbe finiti in una situazione drammatica". Fontana se l'è presa anche con l'Iss, Istituto superiore della Sanità, a proposito dei tempi d'attesa per la certificazione di un'azienda lombarda in grado di produrre 900 mila mascherine al giorno. "Purtroppo l'Istituto superiore di sanità ha detto che la prima riunione per valutare questa mascherina è stata rinviata alla settimana ventura. Da lì inizia questo iter che mi auguro possa essere reso rapido. Io credo che non si debba dire: 'diamo una risposta tra qualche settimana' pensando di farci un piacere, ma che si dovrebbe dire: 'vi diamo una risposta tra qualche ora'". Fontana ha aggiunto: "A meno che non si siano ancora resi conto che siamo in un periodo di emergenza, visto che comunque le mascherine nessuno ce le dà. Almeno ci diano l'autorizzazione a produrle. Noi abbiamo coinvolto il Politecnico che ha dato la certificazione sui tessuti", ha sottolineato Fontana. L'Iss "deve rilasciare il via libera ma ha chiesto tempo ed è inammissibile in un momento di crisi come questo". 

A dare manforte ai presidenti delle regioni, il sindaco di Milano, Beppe Sala, che oggi ha sottolineato come il governo potrebbe e dovrebbe fare di più contro la diffusione del contagio e per il rilancio dell'economia