Con la fine del lockdown industria italiana a +42,1% ad aprile, -20,3 sull'anno
Con la fine del lockdown industria italiana a +42,1% ad aprile, -20,3 sull'anno
L'Istat: tutti i comparti sono in crescita congiunturale, ad eccezione di quello delle industrie alimentari, bevande e tabacco, che registra una leggera flessione

10/07/2020 11:38

La fine del lockdown porta la produzione industriale di maggio a registrare un balzo del 42,1% rispetto ad aprile, ma il dato registra una flessione del 20,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo rende noto l'Istat, precisando che dopo la forte flessione registrata ad aprile, mese caratterizzato dalle chiusure in molti settori produttivi in seguito ai provvedimenti connessi all'emergenza sanitaria, a maggio si assiste ad una significativa ripresa delle attivitá: tutti i comparti sono in crescita congiunturale, ad eccezione di quello delle industrie alimentari, bevande e tabacco, che registra una leggera flessione. Il livello della produzione, peraltro, risente ancora della situazione generata dall'epidemia di Covid-19: l'indice generale, al netto della stagionalitá, presenta una flessione del 20,0% rispetto al mese di gennaio, ultimo periodo precedente l'emergenza sanitaria. Nella media del periodo marzo-maggio, il livello della produzione cala del 29,9% rispetto ai tre mesi precedenti. L'indice destagionalizzato mensile mostra aumenti congiunturali diffusi in tutti i comparti: aumentano in misura marcata i beni strumentali (+65,8%), i beni intermedi (+48,0%), i beni di consumo (+30,8%) e, con una dinamica meno accentuata cresce l'energia (+3,4%). Corretto per gli effetti di calendario, a maggio 2020 l'indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 20,3% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 22 di maggio 2019). Forti flessioni tendenziali caratterizzano tutti i principali comparti; il calo è meno pronunciato solo per l'energia (-7,2%), mentre risulta piú rilevante per i beni strumentali (-22,8%), i beni intermedi (-22,4%) e quelli di consumo (-18,7%). Tutti i principali settori di attivitá economica registrano diminuzioni tendenziali. Le piú accentuate sono quelle della fabbricazione di mezzi di trasporto (-37,3%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-34,1%), della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-24,8%); i cali minori, invece, si osservano nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-4,2%) e nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-5,2%). Per l'Unione nazionale consumatori si tratta di "un rimbalzo insufficiente. Dopo che ad aprile si era verificata una caduta annua record del 42,5%, ci poteva essere un rialzo maggiore. Insomma, bene ma non basta". Lo afferma il presidente Massimiliano Dona, aggiungendo che "la produzione risulta ancora inferiore, nei dati destagionalizzati, del 20% rispetto a gennaio 2020 e del 19,2% su febbraio 2020, ultimo mese pre-crisi. Se confrontiamo il livello della produzione di oggi con quello del 2009, l'anno piú buio della passata recessione, attualmente è inferiore rispetto a maggio 2009 del 15,6%, percentuale che sale al 32,9% per i beni di consumo durevoli".

"È un risultato molto incoraggiante, in linea con il profilo dell`andamento produttivo prospettato nell`ultimo Documento di Economia e Finanza. Abbiamo ancora molta strada da fare, ma il rimbalzo fatto segnare dalla produzione industriale a maggio è molto importante e stimiamo che proseguirà, anche se prevedibilmente a tassi più contenuti, nel bimestre giugno-luglio". È quanto dichiara il ministro dell`Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, in merito ai dati sulla produzione industriale di maggio. "Proseguiamo con ancora più determinazione a lavorare per la ripresa e per il rilancio dell`economia", aggiunge il ministro Gualtieri.