Commercialisti, studi ancora poco strutturati
Commercialisti, studi ancora poco strutturati
Commercialisti generalmente inclini all’aggregazione ma poco strutturati: almeno 4 professionisti su 10 esercitano l’attività lavorativa insieme con altri colleghi ma il 41,1% degli studi non ha dipendenti

di di Simona D'Alessio 04/08/2022 08:10

Commercialisti generalmente inclini all'aggregazione ma poco strutturati: almeno 4 professionisti su 10 esercitano l'attività lavorativa insieme con altri colleghi ma il 41,1% degli studi non ha dipendenti. E l'assenza di personale in servizio in una platea così ampia di strutture nel Paese costituisce «un indicatore del dimensionamento ridotto» di molte di esse, laddove il 46,7% si avvale di un collaboratore, mentre solamente il 21,1% ha aperto le porte ad almeno un praticante. È lo scenario tracciato da una recente ricerca della Fondazione nazionale della categoria economico-giuridica che, stando alle rilevazioni al 31 dicembre dell'anno passato, ha superato le 120.000 unità; mettendo sotto la lente d'ingrandimento dati e analisi di alcune indagini statistiche effettuate tra il 2018 e il 2021, si osserva come le aggregazioni siano “molto eterogenee, generalmente piccole e poco strutturate”. E che le Stp (Società tra professionisti), sebbene nell'ultima annualità siano cresciute, non superino il 2% tra gli studi, mentre si nota come nel mercato agisca “una quota rilevante” di strutture che è possibile definire “ibride” quali, ad esempio, le sedi unitarie finalizzate alla condivisione delle spese per lo svolgimento delle mansioni. Attualmente, poi, si legge nel documento, le realtà associate, che pure rappresentano il 20%, mediamente non superano i 2,5 componenti. A “pensare in grande”, comunque, è soprattutto quella fetta di commercialisti che opera nel Settentrione: è qui, infatti, che le strutture con più di dieci addetti oltrepassano il 16%, invece nelle aree meridionali “sono appena il 2,6% e nel Centro l'8,7%, rispetto ad una media nazionale dell'11,2%”; esaminando ancora le cifre, si scopre che gli studi con almeno un dipendente sono quasi il 70% al Nord, percentuale che cala al Sud, giungendo al 38,6% e nelle regioni centrali, dove non va oltre il 58,6%, al confronto con la media dell'intera Penisola che è del 58,9%. Egualmente, recita il testo, se guardiamo la distribuzione delle realtà nelle quali i professionisti praticano l'attività per fatturato, quelle che superano il milione di euro sono l'8,4% nel Nord, contro lo 0,4% nel Mezzogiorno, mentre al Centro si arriva al 3,1%, rispetto a una media generale del Paese del 5,2%.

Si sfata infine, il mito dell'esponente della categoria dedito quasi esclusivamente all'assistenza contabile e fiscale: secondo l'indagine, gli studi in cui avviene non vanno al di là del 31% del totale, e quasi il 57%, svolge contestualmente anche un'attività specialistica. Dimostrazione, per il presidente nazionale Elbano de Nuccio, che servano “interventi urgenti per facilitare le aggregazioni e per il riconoscimento delle specializzazioni”.